I servizi pubblici alla prova
del quotidiano
In Campania maglia nera alla Pubblica Amministrazione, seguita dalle Tlc
di Mariano Votta, giornalista e project manager politiche dei consumatori - Cittadinanzattiva
Sovrapposizione dei nomi delle strade e incertezza della numerazione civica con conseguente mancata o ritardata corrispondenza della posta; difficoltà di accedere ad atti pubblici; irregolarità degli autovelox e carenza nella manutenzione delle strade. Se a livello nazionale sono le telecomunicazioni in testa ai servizi più criticati dai cittadini, in Campania al top delle lamentele figura la macchina burocratica della PA. Infatti, su 100 cittadini che nel 2008 hanno avuto motivo di reclamare in tema di PA e servizi di pubblica utilità, in Campania più di uno su due lo ha fatto a causa di un disservizio riguardante la PA (29%) o le telecomunicazioni (25%). Significative anche le segnalazioni riguardanti i servizi postali (18%), “fuori concorso” i rifiuti.
L’analisi a livello nazionale dello stato dell’arte della relazione tra i cittadini e i servizi pubblici del nostro Paese (Pa compresa) è stata recentemente presentata a Roma da Cittadinanzattiva alla presenza del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta. In tutto, 8.330 segnalazioni (+25% rispetto all’anno prima) che i cittadini hanno rivolto nel 2008 al Pit Servizi, il servizio di Cittadinanzattiva che fornisce gratuitamente ai cittadini assistenza e tutela dei diritti nei servizi di pubblica utilità.
Significative anche le segnalazioni registrate dai cinque sportelli PiT (acronimo di Progetto Integrato di Tutela) attivati da Cittadinanzattiva in ciascuno dei capoluoghi di regione della Campania, ben 1110. Quello che ne emerge a livello regionale è la classifica dei settori in cui si riscontrano con più frequenza le criticità, come da tabella a fondo pagina. È opportuno ricordare che i dati presentati, pur non avendo alcuna pretesa di rilevanza dal punto di vista statistico, consentono però di individuare una serie di segnali, “spie” o indicatori delle più rilevanti situazioni critiche che affrontano i consumatori allorquando essi entrano in contatto con i servizi di pubblica utilità. Giunto al suo nono anno, il rapporto viene elaborato dal punto di vista dei cittadini-consumatori e dunque, pur ispirandosi al valore centrale dell’interesse generale del Paese, ha volutamente una sua parzialità, non avendo alcuna pretesa di esaurire la complessità dello stato dei servizi di pubblica utilità. Detto questo, l’analisi di fondo che ne emerge è ben poco incoraggiante. Infatti, se negli anni passati le segnalazioni nel loro insieme riguardavano soprattutto la scarsa qualità dei servizi, oggi i cittadini non riescono più ad accedere ai servizi, attendono troppo o comunque non riescono a sostenerne i costi. In un contesto difficile come quello che stiamo vivendo, ci si aspetterebbe l’attivazione di un sistema di tutele volto a rafforzare i diritti dei consumatori. Purtroppo, in Italia, sta accadendo esattamente l’opposto: da un lato si congelano le leggi che hanno ad oggetto l’attuazione di maggiori tutele per i consumatori (ogni riferimento alla class action è puramente voluto), dall’altro anziché ampliare il quadro normativo si torna indietro sulle liberalizzazioni. Il risultato è che a soffrire non è solo il potere di acquisto, ma anche la tutela dei diritti, e i cittadini ne pagano il conto sia in termini di denaro che di tempo perso: diminuisce il primo e aumenta il secondo in attesa che si ripristini un qualsivoglia disservizio. On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier completo dal titolo: “I consumatori pagano il conto. Tutela dei diritti e potere d’acquisto in tempi di crisi”.
Una valutazione trasversale della situazione registrata in Campania
Al di là dei singoli settori, le segnalazioni provenienti dalla Campania, che rappresentano il punto di vista dei cittadini-utenti, sono state ulteriormente classificate in base alle cinque categorie indicate dalla Commissione Europea (cfr. comunicazione della Commissione europea del 18 giugno 2002 “Metodologia per la valutazione orizzontale dei servizi di interesse economico generale”) che permettono di avanzare una valutazione trasversale dei fenomeni, ovvero: accessibilità, qualità, trasparenza, sicurezza, conflittualità.
Ciò che ne emerge è una alta conflittualità (28% delle segnalazioni) in un contesto caratterizzato da scarsa qualità dei servizi (19% delle segnalazioni) alla quale cerca di contrapporsi una sostenuta domanda di trasparenza - spesso inevasa - da parte dei cittadini (23% delle segnalazioni). Meno marcate le lagnanze in tema di accessibilità ai servizi (16% delle segnalazioni) e sicurezza (14%). A seguire, il dettaglio delle segnalazioni.
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