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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
LUGLIo 2009
 


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CONFINDUSTRIA AVELLINO
Assemblea Pubblica 2009
Relazione del Presidente Silvio Sarno
Avellino, 23 giugno 2009
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CONFINDUSTRIA SALERNO
Più Etica, più Impresa con un nuovo Welfare
Intervento del Presidente
Agostino Gallozzi

Salerno, 9 luglio 2009

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Iniziative locali a sostegno dell’industria dell’auto

Al di là dell’attuale fase emergenziale, il settore dell’auto è segnato da un problema globale di eccesso strutturale di capacità produttiva, rispetto al quale si gioca anche il futuro dell’industria automotive italianai

di Francesco Pirone, Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica, Università di Salerno


L’industria dell’auto è una componente centrale del sistema economico nazionale, sia per la rilevanza in termini di creazione di valore e occupazione, sia per la capacità di sollecitare l’innovazione del tessuto produttivo e delle relazioni economico-sociali. Sul tema dello sviluppo e dell’innovazione dell’industria dell’auto lavora un gruppo multidisciplinare dell’Università di Salerno, sfruttando la complementarità dei diversi saperi disciplinari e le sinergie tra i programmi di ricerca in corso.
Il gruppo è composto da Gianpaolo Basile (marketing), Davide Bubbico (sociologia dei processi economici e del lavoro), Mauro Caputo (ingegneria economico-gestionale), Pasquale Persico (economia politica), Gianfranco Rizzo (Macchine e sistemi energetici) e Francesco Zirpoli (ingegneria economico-gestionale) e il sottoscritto (sociologia dei processi economici e del lavoro), afferenti a tre dipartimenti: Ingegneria Meccanica (DIMEC), Scienze Economiche e Statistiche (DISES) e Sociologia e Scienza della Politica (DISSP).

Fisciano, Seminario ISIAM del 10 giugno 2009. Da destra verso sinistra:
Ferruccio Blanc, Paolo Scudieri, Pasquale Persico, Mauro Caputo, Francesco Pirone



Il gruppo ISIAM - acronimo di Innovazione e Sviluppo dell’Industria dell’Auto nel Mezzogiorno - ha organizzato un ciclo di seminari sul tema delle iniziative locali per il sostegno e lo sviluppo dell’industria della componentistica auto svoltosi presso il campus di Fisciano (materiali disponibili sul sito www.dimec.unisa.it/isiam) con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo, la Camera di Commercio di Salerno e Confindustria Salerno.
Nel corso dei seminari sono stati analizzati casi d’iniziative intraprese su scala sub-regionale, in aree a elevata concentrazione di imprese del settore auto, accomunati dall’orientamento alla crescita e alla qualificazione della filiera automotive e al suo radicamento territoriale.

Le iniziative consortili in Campania
L’industria dell’auto campana, limitandosi agli stabilimenti di assemblaggio (OEMs) e ai fornitori locali (First and 2nd Tier Supplier), a inizio 2008 era composta di 105 unità locali d’impresa, distribuite per il 52% nella provincia di Napoli, per il 30% in quella di Avellino e la restante parte rispettivamente dell’8%, 7% e 3% tra Salerno, Caserta e Benevento. Dal punto di vista occupazionale si contavano alla stessa data 18.347 addetti diretti, per un’incidenza sull’occupazione industriale regionale del 6%. Con la recessione economica, secondo le stime illustrate dal professor Mauro Caputo, il rischio occupazionale potrebbe riguardare circa 6.700 lavoratori dipendenti. In questo contesto si collocano due iniziative consortili che coinvolgono imprese della filiera automotive campana. La prima è quella del COSVIN (Consorzio per lo sviluppo industriale), presentata dal dottor Gaetano Vecchi. Si tratta di un consorzio nato con il supporto dell’agenzia locale di sviluppo TESS Costa del Vesuvio, che raggruppa 8 imprese manifatturiere. Il Consorzio, che si propone di allargare la propria azione anche ad altre aree e settori economici, opera in due direzioni principali: la prima di supporto alla diversificazione di settore e di mercato delle imprese consorziate, mentre la seconda diretta alla reingegnerizzazione dei processi, al fine di recuperare margini di efficienza economica.

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La seconda esperienza riguarda il consorzio Irpinia Automotive, con la relazione del presidente Paolo Scudieri. Il Consorzio, promosso da Confindustria Avellino, si propone di valorizzazione la filiera automotive provinciale, con azioni di sviluppo, coordinamento e razionalizzazione delle attività economiche e sociali delle aziende aderenti. Al Consorzio partecipano 20 imprese, selezionate in un’ottica di filiera. La prima attività consortile è stata la partecipazione a un contratto di programma che ha coinvolto 18 imprese per investimenti che riguardano nuovi impianti, ampliamenti delle strutture esistenti e attività di R&S, per un importo di circa 62 milioni di euro. D’altra parte, il Consorzio sta realizzando un Centro servizi comuni (con un importante laboratorio tecnico di taratura e prove sui materiali) che fornirà un servizio centralizzato per gli acquisti, consulenza per la gestione dei sistemi di qualità e sicurezza, nonché attività di ricerca, formazione, risparmio energetico e pubblicizzazione del Consorzio che, in futuro, si proporrà con i suoi servizi anche sul mercato.
Le altre esperienze extraregionali a supporto della filiera automotive
Per il distretto della componentistica auto piemontese, il cuore della filiera automotive italiana, il project manager Ferruccio Blanc ha presentato il progetto From Concept to Car - recentemente premiato al World Chambers Congress di Kuala Lampur come migliore progetto di internazionalizzazione delle Camere di Commercio nel mondo. L’iniziativa parte dalla necessità di ridurre la dipendenza delle imprese locali dall’unico costruttore nazionale (FIAT), orientando le imprese verso l'estero, con particolare attenzione ai mercati emergenti, fornendo servizi a supporto della capacità commerciale delle imprese nell’incontrare la domanda dei principali buyer internazionali. Da un universo di mille imprese, ne sono state individuate 533 con i requisiti minimi e di queste 150 sono state inserite nel progetto di internazionalizzazione. Gli investimenti pubblici dal 2003 al 2009 sono stati di 4,8 milioni di euro, per un ritorno, in termini di fatturato aggiuntivo, di 40,8 milioni di euro.
Per l’Abruzzo, il coordinatore della Soc. Con. Sangro-Aventino, Raffaele Trivilino, ha illustrato il programma integrato per l’automotive focalizzato sui veicoli commerciali e professionali leggeri (due/quattro ruote trasporto persone e merci), il cui obiettivo è rafforzare e consolidare la filiera regionale per migliorarne la competitività e favorirne il radicamento territoriale. Gli investimenti sono stimati in 100 milioni di euro. Le azioni intraprese finora hanno mirato all’integrazione sistemica degli attori economici locali, e all’incentivazione delle attività di R&S e di formazione. In questa direzione vanno la costituzione del Campus Automotive e la nascita del consorzio IAM (Innovazione Automotive Metalmeccanica) che raggruppa 104 soci, di cui 59 imprese automotive. Per la Basilicata, Vittorio Simoncelli di Sviluppo Italia Basilicata ha presentato i risultati del progetto europeo I-CAR-O (Innovation Car Opportunity), finalizzato a studiare gli spazi di ampliamento della subfornitura regionale e la costituzione di un “Cluster regionale diffuso”. Il progetto si sta sviluppando in una più ampia rete europea, con la candidatura nell’ambito del programma FAST (Future Automotive Skills Technology).

Interno Abarth Fiat Group

In Puglia, come esposto dal direttore del Distretto della Meccatronica, ingegner Mario Ricco, la strategia di sviluppo delle imprese della componentistica auto è centrata sul potenziamento della capacità d’innovazione tecnologica. Nell’ambito del Distretto sono stati avviati due programmi di ricerca che riguardano lo sviluppo di dispositivi e componenti meccatronici avanzati, applicabili in primo luogo allo sviluppo dei motori diesel. Il Distretto raggruppa 9 grandi imprese del settore localizzate in Puglia, oltre al Politecnico di Bari, l’Università e Confindustria.
Nel basso Lazio, infine, il presidente del BIC Lazio, Luigi Campitelli, ha illustrato il progetto Sub4Lazio diretto all’irrobustimento dell’indotto dello stabilimento FIAT a Cassino. L’intervento nasce con un programma integrato regionale ad hoc per il settore, articolato in due assi. Il primo ha riguardato gli interventi di filiera e di distretto, favorendo aggregazioni, integrazione e crescita dimensionale; mentre il secondo è stato diretto alla diversificazione di mercato e la differenziazione di prodotto. Per il programma sono state individuate 52 imprese target, di cui 14 hanno partecipato ai progetti.

Le principali indicazioni di policy
Le esperienze evidenziano un rilevante cambiamento di scala nelle politiche industriali per il settore auto. Accanto al tradizionale rapporto tra grande impresa industriale e governo centrale, assumono progressivamente maggiore rilevanza le arene politiche territoriali in cui l’attore pubblico locale, la grande impresa multinazionale e le PMI locali operano in una logica di filiera per elaborare prospettive di sviluppo locale coerenti con lo scenario competitivo internazionale. Le iniziative in corso, tuttavia - come illustrato dal sociologo industriale Francesco Garibaldo, già direttore dell’Istituto per il Lavoro Emilia-Romagna - si devono confrontare con un problema di razionalizzazione della capacità produttiva globale che risulta in eccesso rispetto alle dimensioni del mercato. D’altra parte, le recenti strategie di alleanza della FIAT fanno ipotizzare uno spostamento del baricentro territoriale delle attività industriali con implicazioni per l’intera filiera produttiva.
In questo scenario le tematiche centrali per le politiche di sviluppo di settore a livello territoriale e nazionale dovranno affrontare prioritariamente alcuni temi: l’innovazione della filiera produttiva automotive, soprattutto in relazione al riposizionamento della stessa sulla frontiera tecnologica (efficienza energetica, propulsioni alternative, nuovi materiali, etc.); il rafforzamento delle esperienze di aggregazione e d’integrazione in una logica di filiera, puntando sulle forme più efficienti di cooperazione tra imprese e tra filiere produttive; lo sviluppo di sistemi di governance dei sistemi produttivi territoriali capaci di regolare, su una scala territoriale adeguata, i processi di crescita e qualificazione delle imprese locali.
La stessa Università è chiamata a innovarsi nelle pratiche di relazione con il sistema produttivo locale, ponendosi come infrastruttura pubblica di ricerca scientifica e innovazione tecnologica a sostegno della competitività territoriale.


Officina 83 Fiat Group
 

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