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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
LUGLIo 2009
 


Inserto

CONFINDUSTRIA AVELLINO
Assemblea Pubblica 2009
Relazione del Presidente Silvio Sarno
Avellino, 23 giugno 2009
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CONFINDUSTRIA SALERNO
Pił Etica, pił Impresa con un nuovo Welfare
Intervento del Presidente
Agostino Gallozzi

Salerno, 9 luglio 2009

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Italia-Tunisia: tutti i vantaggi della cooperazione decentrata

Si rafforza il legame tra il nostro Paese e la Tunisia, porta d’accesso a un mercato di 800 milioni di consumatori

Il 61% delle pmi manifatturiere con più di 20 dipendenti è favorevole all’export. Il 26% di queste inoltre chiede che le esportazioni vadano sostenute attraverso maggiori flussi di credito e un migliore accompagnamento delle missioni commerciali

La collaborazione tra Governo centrale e Governi locali nell’ambito della cooperazione internazionale allo sviluppo potrà rendere più efficace l’intervento pubblico nel suo complesso


Il Tavolo-Tunisia della Cooperazione decentrata italiana si appresta ora a costituire il Catalogo nazionale delle imprese e dei territori italiani, che, strutturato per settori, raccoglierà le eccellenze che rappresentano il patrimonio di capacità, competenze, qualità e competitività dei sistemi locali italiani, con le quali la controparte tunisina potrà collaborare per realizzare gli obiettivi di sviluppo considerati prioritari dai due Paesi


Michele Stefano Formenti
Ministero degli Esteri Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo
Ufficio Cooperazione Decentrata

La mondializzazione dell’economia offre grandi opportunità ai sistemi di sviluppo locale che investono sulla qualificazione e sulla differenziazione produttiva, mirando a valorizzare le loro specificità attraverso l’internazionalizzazione. Questa, secondo gli osservatori, sembra essere anche la percezione delle imprese italiane che hanno scelto di affrontare la crisi e di essere competitive puntando su innovazione tecnologica, diversificazione e flessibilità produttiva, sulla valorizzazione dei fattori di sviluppo endogeni del territorio e sulla programmazione pubblica locale (piuttosto che sull’aspettativa di interventi pubblici compensativi), su internazionalizzazione, complementarità e sistema (piuttosto che su delocalizzazione e convenienze di costi e prezzi).
Secondo il Rapporto Unioncamere 2009 per la VII Giornata dell’Economia, l’Italia registra il tasso di crescita più contenuto tra i principali paesi industrializzati e una media inferiore a quella dei Paesi UE (-4,4% del PIL a fronte del -4,0% nell’area Euro). Gli effetti della crisi proseguiranno fino a metà 2010 e nel 2009 resteranno deboli le componenti della domanda estera (-10,5% l’export) e interna (-2,0% le spese per consumi e -12,8% per investimenti).
Sebbene il 59,4% delle PMI industriali si aspetti una flessione degli ordini dall’estero nel 2009, confermando la tendenza dell’anno precedente, va osservato che nello stesso 2008 la quota di mercato italiana è aumentata nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente (9,1%) e i flussi di export verso i Paesi OPEC sono cresciuti del 12,3%. Nello stesso periodo, il PIL di importanti paesi extraeuropei, come il Brasile, la Russia, l’India, la Cina, i Paesi Arabi cresce di diversi punti percentuali (per questi ultimi + 2,5 nel 2009 e + 3,5 nel 2010).
Da questo quadro emerge chiaramente un orientamento delle imprese favorevole all’esportazione, dato che riguarda il 61% delle PMI manifatturiere con più di 20 dipendenti. Il 26% del campione di riferimento ritiene che l’export vada sostenuto attraverso maggiori flussi di credito e un migliore accompagnamento delle missioni commerciali.
Dal Rapporto emergono, inoltre, altre interessanti considerazioni sulle strategie competitive delle imprese italiane dinanzi alla crisi, basate su ampliamento del mix di offerta, sviluppo del contenuto innovativo e flessibilità produttiva (41,8% delle imprese). Questo dato riguarda soprattutto le imprese con fatturato estero.
Oltre a puntare su tali fattori e a richiedere, quindi, servizi appropriati, le imprese sono più orientate a scommettere sul sostegno del contesto territoriale e sul supporto programmatico delle pubbliche amministrazioni, come già ricordato dal Rapporto Unioncamere 2008, dove si legge che tra le imprese «si è diffuso un incipiente pessimismo in relazione agli effetti “automatici” dei processi di integrazione economica (in primis l’adesione all’euro) sui sistemi locali meno competitivi. Al contrario, riemerge l’attenzione al rapporto tra crescita e Istituzioni e al ruolo possibile per l’azione pubblica, sia centrale che locale».
Se queste sono le caratteristiche culturali della “domanda” implicita rivolta dalle imprese alla Pubblica Amministrazione, il Governo centrale e i Governi locali (Regioni, Province e Comuni) dovranno rispondere con specifiche politiche di cooperazione verso i Paesi terzi finalizzate a favorire l’internazionalizzazione dei sistemi territoriali italiani: imprese e loro concentrazioni locali, distretti industriali, intermediari tecnici, scientifici, finanziari e la rete dei servizi all’impresa, aziende pubbliche e dei servizi pubblici, centri di ricerca e università, l’insieme originale di relazioni e scambi sociali, economici, commerciali e cognitivi, che “fanno la differenza” ed entrano, assieme ad altri fattori storico-culturali e geografici e ai saperi tecnologico e scientifici, nella catena del valore.
L’Italia ha una consolidata ricchezza di “sistemi socio-economici locali”, più di molti altri paesi industrializzati, e i Governi locali hanno maturato, nonostante luci e ombre, significative esperienze di governance territoriale: dai Patti territoriali, che hanno conosciuto un forte coinvolgimento di Province e Comuni, alla progettazione integrata territoriale promossa dall’Unione Europea e incentrata sulla programmazione regionale.
L’internazionalizzazione dello sviluppo socio-economico locale, dovrà declinarsi, pertanto, come partnership (cooperazione internazionale tra partner istituzionali, a livello di governo centrale e di governi locali dei paesi coinvolti, e tra partner territoriali dei due paesi), e assumere quindi la forma del partenariato territoriale con l’obiettivo di integrare i fattori complementari di sviluppo locale, per affrontare insieme le sfide globali, condividere i rischi, le opportunità e gli utili, sostenere la crescita reciproca e promuovere l’equa ripartizione sociale dei vantaggi conseguiti, in termini di occupazione, cultura, servizi e diritti secondo l’approccio proprio della cooperazione allo sviluppo.
La cooperazione decentrata, intesa come specifica policy dei Governi locali, può svolgere un ruolo decisivo nella promozione del co-sviluppo dell’Italia e dei paesi partner, a condizione che adotti una logica di sistema tra Amministrazioni centrali dello Stato, Regioni, Province, Comuni e attori del territorio. I Governi locali, infatti, potranno mettere a frutto, nel partenariato territoriale con i paesi terzi, l’esperienza maturata nella programmazione negoziata, nella progettazione integrata del territorio, nella governance dei sistemi locali.

La collaborazione tra Governo centrale e Governi locali nell’ambito della cooperazione internazionale allo sviluppo - il Sistema Italia della Cooperazione internazionale -potrà rendere più efficace l’intervento pubblico nel suo complesso, anche allo scopo di creare migliori condizioni per mobilitare le risorse interne, captare quelle comunitarie e attrarre quelle internazionali a favore dello sviluppo reciproco e sostenibile con i paesi terzi.
Particolare attenzione dovrà infine essere dedicata al coinvolgimento del settore privato italiano e degli altri attori del territorio nelle strategie di partenariato territoriale e co-sviluppo del Sistema Italia con i Paesi della Riva Sud del Mediterraneo, anche per coerenza con le politiche europee di associazione e di vicinato (ENPI). Alla cooperazione con la Tunisia, che è uno dei paesi chiave della riva sud del Mediterraneo, Regioni e Province italiane hanno infatti dedicato un Tavolo di lavoro, costituito a Roma con l’assistenza tecnica del Ministero degli Esteri.
Il Tavolo-Tunisia delle Regioni e delle Province italiane ha come obiettivo di promuovere il partenariato territoriale italo-tunisino attraverso il coinvolgimento attivo di tutti gli attori pubblici e privati che rappresentano le eccellenze dei territori italiani, sul piano produttivo, dei servizi, della ricerca, della formazione e della cultura e si propone anche di sollecitare la controparte tunisina a privilegiare e a mettere in campo la dimensione territoriale dello sviluppo, allo scopo di favorire la costituzione di relazioni stabili di filiera economica, commerciale, cognitiva, culturale, tra i due paesi.
Il punto di partenza di questo processo è rappresentato dai Programmi della Cooperazione italiana in Tunisia, finanziati dal Ministero degli Esteri. L’Italia ha infatti accordato alla Tunisia un credito d’aiuto di 36,5 milioni di euro, attualmente operativo, a cui si aggiungerà un’ulteriore linea di credito di 73 milioni di Euro a favore delle PMI tunisine dell’industria, dei servizi, dell’agricoltura e della pesca, utilizzabile per acquisire presso fornitori italiani attrezzature nuove e servizi connessi di origine italiana, attraverso un meccanismo B2B. Altri 40 milioni di euro saranno destinati a finanziare analoghi rapporti di fornitura, ma attraverso procedure di gara.
La Cooperazione Italiana, in applicazione degli accordi sottoscritti con il Governo tunisino in occasione della Grande Commissione mista dell’ottobre 2007, sta finalizzando un programma di Assistenza tecnica multisettoriale, finanziato con 35 milioni di euro, che prevede il coinvolgimento dei Governi locali e dei sistemi territoriali italiani per trasferire know-how nei campi della governance del territorio, valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, formazione, socio-sanitario, innovazione tecnologica e promozione d’impresa.
Gli attori del territorio potranno partecipare rispondendo a specifici appels à proposition.
Come sua prima iniziativa, il Tavolo-Tunisia della Cooperazione decentrata ha realizzato - presso Regioni e Province italiane, con il coordinamento del Ministero degli Affari Esteri e in collaborazione con ASSAFRICA & MEDITERRANEO-Confindustria e con FIPA-Tunisia l’Agenzia per lo sviluppo degli Investimenti esteri - un Workshop Tour per informare le Associazioni italiane di categoria e le altre agenzie del territorio sui programmi del Ministero degli Esteri in Tunisia e sulle opportunità offerte da questo Paese agli attori dei territori italiani. Il Tour, iniziato a Napoli il 26 maggio, ha poi toccato Torino, Cosenza, Cagliari, La Spezia, Ancona, Palermo e si è concluso il 19 giugno a Bari.
Il Tavolo-Tunisia della Cooperazione decentrata italiana si appresta ora a costituire il Catalogo nazionale delle imprese e dei territori italiani, che, strutturato per settori, raccoglierà le eccellenze che rappresentano il patrimonio di capacità, competenze, qualità e competitività dei sistemi locali italiani, con le quali la controparte tunisina potrà collaborare per realizzare gli obiettivi di sviluppo considerati prioritari dai due Paesi.
Si tratta sia degli obiettivi inscritti nella Strategia-paese della Cooperazione Italiana (le Linee di Credito per l’internazionalizzazione delle PMI tunisine e il Programma di Assistenza tecnica nei settori della promozione del settore privato, della formazione delle risorse umane, della valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale e del sostegno al settore socio-sanitario) sia della “Strategia Industriale Orizzonte 2016” del Governo tunisino (strutturata su assi strategici quali il settore tessile e abbigliamento, agro-alimentare, elettromeccanica e ICT), per sostenere la quale la Tunisia richiede investimenti e know-how.
Il Catalogo contribuirà a implementare i programmi della Cooperazione Italiana in Tunisia, servirà a stringere relazioni stabili tra sistemi territoriali italiani e poli di sviluppo tunisini e tra le rispettive realtà economiche, per superare la logica del B2B e sollecitare un più denso processo di integrazione del tessuto economico territoriale dei due paesi, e potrà diventare un dispositivo essenziale per la partecipazione italiana a sostegno del piano strategico di sviluppo industriale della Tunisia, porta d’accesso a un mercato di 800 milioni di consumatori nel quadrante africano e medio orientale.
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