Mediterraneo,
un mare di opportunitÀ
Calano pil e occupati,
sale l’export
«DirÒ a Roma
che qui il sistema produttivo non puÒ essere abbandonato
a se stesso»
Eventi per un anno,
la svolta
degli imprenditori
per rilanciare il settore
«DirÒ a Roma
che qui il sistema produttivo non puÒ essere abbandonato
a se stesso»
Il presidente della Commissione Attività produttive del Senato, Cesare Cursi, incontra
gli imprenditori casertani
e assicura: «Interverrò,
qui ci sono idee chiare
e proposte concrete»
di Antonio Arricale
«Il sistema produttivo casertano è articolato, presente in tutti i settori, anche innovativi, e va sostenuto. Vanno ricercate tutte le possibili risorse finanziarie e le vie innovative per far sì che si possa superare questa fase: qui ci sono idee chiare e proposte concrete». Il quadro del sistema produttivo è stato disegnato nel corso di un incontro nella sede di Confindustria, il 27 aprile scorso, con il senatore Cesare Cursi, presidente della Commissione Attività Produttive del Senato. E Cursi ha garantito il proprio impegno a sensibilizzare il Parlamento sulle problematiche con cui la classe imprenditoriale casertana da tempo sta facendo i conti. A fare gli onori di casa ci ha pensato il presidente Antonio Della Gatta: «É da anni che assistiamo a un depauperamento del tessuto industriale - ha detto - ora i progetti di investimento che interessano l'area dell'ex 3M possono rappresentare finalmente la svolta».
![](images/ca06.jpg)
Da sinistra il senatore Cesare Cursi, il presidente Antonio Della Gatta e il direttore Lucio Lombardi
Dunque, l'attenzione degli industriali casertani è stata inevitabilmente focalizzata anche sull'accordo di programma per la reindustrializzazione dei siti in crisi sottoscritta con Governo e Regione il primo aprile 2008 (a fare il punto della situazione, in proposito, è stato il presidente del consorzio Socratis, Cosimo Del Vecchio) e sui nodi che affliggono il sistema produttivo casertano: dalle infrastrutture ai servizi; dall'emergenza sicurezza alla burocrazia. E senza sottacere, peraltro, anche il dato estremamente significativo dell'esigibilità dei crediti vantati dalle aziende, in particolare, quelle dell’edilizia nei confronti della P.A. (si stimano crediti per 60-70 miliardi).
Con riferimento alla situazione congiunturale, invece, ed in particolare al comparto automotive, vanno senz’altro segnalate le richieste avanzate dal presidente della sezione Metalmeccanica, Francesco Schettino, che ha individuato nella decontribuzione del costo del lavoro e nella fiscalità di vantaggio, all’interno di un contesto di maggiore sicurezza del territorio (si veda scheda a parte) una delle possibili leve per affrontare e superare la grave crisi economica in atto.
Ma il confronto con il presidente della Commissione Attività produttive del Senato, va pure sottolineato, è stato davvero a tutto campo. É stato, infatti, affrontato il nodo turismo e in particolare la lacuna, sottolineata dall'imprenditrice Rosa Boccardi, dell'assenza di una legge regionale in materia. Cui sono seguiti altri interventi di grande realismo e concretezza, argomentati con cognizione di causa da Bruno Cortese (presidente della sezione Alimentare), Stefano Daniele (Chimica). Augusto Tedeschi e Enzo Coronato (Edilizia), Giorgio Fiore (Metalmeccanica) e, a mo’ di sintesi delle diverse relazioni di settore, dal vice presidente Luciano Morelli. Il quale ha sottolineato con forza «la vocazione industriale di questa provincia, strada principale e insostituibile per fare davvero sviluppo e creare occupazione e reddito». E tuttavia lo stato di salute dell’economia di Terra di Lavoro che ne è emerso potrebbe, alla fine, essere sintetizzato così: non si tratta di un raffreddore, ma nemmeno di una polmonite. Una malattia seria, da non sottovalutare, ma da cui si può sicuramente guarire.
Il senatore Cursi ha puntualmente preso nota, non senza sottolineare, al momento della risposta, ruolo e livello istituzionale: «Non mi sottraggo ad alcun impegno - ha detto - ma, ricordate, io qui non rappresento il governo bensì il parlamento. Però posso affermare che in quanto presidente della commissione Attività produttive del Senato, assieme ai suoi componenti, non ci risparmieremo per tradurre in atti concreti queste istanze e osservazioni che, se è vero che sono abbastanza comuni a grande parte dell'Italia, sono tuttavia espressione della volontà di una provincia importante dal punto di vista industriale che intende reagire ai colpi della crisi rimboccandosi le maniche». Nel tratteggiare, infatti, gli elementi più significativi della crisi che attanaglia il sistema economico locale il presidente degli industriali casertani aveva ricordato: «Abbiamo circa 200 aziende in stato di criticità, la cassa integrazione impera nelle aziende per le quali è prevista (i dipendenti in questo trattamento sono oltre 12mila), ma per il comparto alberghiero, per le piccole e medie industrie, per le aziende strozzate dalla impossibilità di esigere crediti, soprattutto dal settore pubblico, la situazione è devastante. Ci incoraggi, allora, presidente Cursi, ci dica che cosa c'è di nuovo, dove guardare, quali correttivi il governo sta preparando?». E Cursi: «La considerevole cifra dei cassintegrati da una parte esprime un dramma, dall'altra dimostra l'esistenza di un tessuto industriale forte, che cerca di risanarsi. Non c’è dubbio che la crisi finanziaria perdurante, anche se non estremamente drammatica, aggiunta a quella energetica da cui pure veniamo, alle lentezze sulla realizzazione del nucleare, al sud produce effetti più gravi. A tanto si aggiungono inadempienze della Regione Campania che ancora fanno sentire negatività impressionanti. Cosa si è fatto per il turismo? Nulla. E per la sanità? Qui il nulla comporterà il commissariamento». Ma ci sono spiragli per uscirne, ha assicurato Cursi: «Ci impegneremo per l'utilizzo degli stanziamenti Cipe per oltre sedici miliardi, per l’alta velocità sulla tratta Napoli-Bari-Lecce, che passa anche per Caserta, per il potenziamento delle linee di trasporto locali e il rinnovo dei mezzi ferroviari. Preparatemi delle schede sulle specifiche tematiche, mi impegno a organizzarvi incontri con i vari ministri per affrontare insieme e concretamente le questioni che sollevate».
Per uscire dalla crisi
decontribuzione del lavoro
e fiscalitÀ di vantaggio
Francesco Schettino
«Occorre che le istituzioni ricorrano a delle importanti misure di sostegno alle imprese locali per preservare il tessuto economico-produttivo del casertano». Francesco Schettino, presidente della sezione Metalmeccanica di Confindustria Caserta non ha dubbi sul come affrontare e uscire dalla crisi. «Occorrono misure che devono dare risposte immediate e che quindi devono rispondere a criteri di urgenza e di straordinarietà».
Quali?
«Una prima importante e concreta risposta alle difficoltà che le aziende in crisi stanno vivendo, potrebbe essere rappresentata da una accelerazione delle procedure per la formale comunicazione da parte dell’Inps dell’accettazione dell’istanza di trattamento dell’integrazione salariale. Le imprese del casertano che stanno ricorrendo alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, versano tutte in gravissima crisi finanziaria e di liquidità. Ebbene, o si agevolano le imprese riducendo in tempi brevissimi le procedure per il trattamento dell’integrazione salariale, in maniera che l’azienda, già in crisi finanziaria, non debba per anticipare cospicue somme ai lavoratori; oppure, si favoriscono protocolli d’intesa tra l’Inps e la Provincia, che potrebbe perciò anticipare le somme ai lavoratori».
Ed è possibile?
«Perché no, lo ha già fatto la Provincia di Perugia, che ha anticipato le somme ai lavoratori dell’azienda Antonio Merloni Cylinders & Tanks srl».
Poi?
«Un'altra importante iniziativa potrebbe essere un intervento straordinario in materia di decontribuzione del lavoro, non solo il lavoro straordinario, dunque, che pure è stata una ottima misura ma che va bene in una situazione di mercato normale. Questa misura, unitamente ad un intervento organico di fiscalità di vantaggio, avrebbe peraltro l’indubbio vantaggio di incentivare il rimpatrio di quelle attività che sono state delocalizzate in altri paesi, proprio in virtù di condizioni più favorevoli, ma dove, si è visto, c’è anche minore capacità professionale». |
|