Dai distretti verso le reti d’impresa
di Raffaella Venerando
A colloquio con Aldo Bonomi, Vice Presidente Confindustria per le Politiche Territoriali e i Distretti Industriali
Il nuovo orientamento di politica industriale è quello di riconoscere le reti di impresa come forme
di libera aggregazione tra soggetti privati su cui veicolare gli interventi diretti al mondo delle aziende
«Molto importante è anche l’attività dell’European Cluster Policy Group, il gruppo di esperti di alto livello istituito
dalla Commissione europea, a cui partecipa il mio collega
Andrea Moltrasio - Vice Presidente di Confindustria per l’Europa - con l’obiettivo di delineare le strategie e le politiche che l’UE dovrà attuare nei prossimi anni per promuovere la competitività dei cluster europei sul mercato mondiale»
intervista:
Aldo Bonomi, Vice Presidente Confindustria per le Politiche Territoriali e i Distretti Industriali
In questo periodo di crisi, l’economia reale e il manifatturiero sono tornati di grande attualità. Quali sono le nuove strategie delle piccole imprese per fare massa critica e agganciare la ripresa?
In Paesi come l’Italia, a forte vocazione industriale e caratterizzati da una grande presenza di imprese di piccole e medie dimensioni, una delle soluzioni individuate è quella di promuovere la cooperazione tra le imprese attraverso le “fusioni” per spingere la crescita dimensionale e attraverso le “aggregazioni” che consentono alle imprese di mantenere una propria individualità ma nel contempo le spingono a collaborare su progetti comuni.
La capacità di stare insieme e fare massa critica rappresenta infatti un plus per le imprese e attenua gli svantaggi delle ridotte dimensioni aziendali perché crea valore attraverso la conoscenza, stimola le economie di scala, accelera i processi di sviluppo e allena alla flessibilità e al confronto, aiuta ad anticipare le tendenze, i mutamenti e le esigenze della società e, soprattutto, consente di cogliere più facilmente le nuove opportunità offerte dal mercato.
L’Italia è famosa nel mondo per la sua organizzazione in distretti ma molti osservatori richiamano l’attenzione sulla necessità di reti lunghe e di nuovi modelli di collaborazione tra imprese. Qual è il suo punto di vista in merito?
Il sistema produttivo italiano ha una particolare conformazione. Nel secolo scorso le imprese si sono concentrate in particolari ambiti territoriali.
Questa concentrazione territoriale ha dato origine a quelli che in Italia vengono individuati come i “distretti produttivi”.
Questi fenomeni territoriali nascono sostanzialmente dalla necessità di sopperire ad alcune carenze del nostro Paese in particolare in termini di servizi e di infrastrutture.
Tuttavia se prima il fulcro centrale era il territorio, ora la necessità di intercettare le nuove tecnologie, di sviluppare la ricerca e l’apertura verso mercati internazionali rende il distretto un elemento troppo chiuso in cui trovare tutte le risorse necessarie per competere. Da qui nasce dunque l’esigenza di un modello che invece utilizza lo strumento della rete.
Questa nuova forma di aggregazione consente di superare l’ingerenza del mondo politico nelle strategie aziendali come spesso avviene nei distretti italiani e, contemporaneamente, di sostenere più efficacemente i processi di internazionalizzazione e di innovazione industriale.
Il nuovo orientamento di politica industriale condiviso da Confindustria è quello di riconoscere i distretti come uno dei fattori attraverso i quali indirizzare le politiche da sviluppare a livello territoriale per creare un contesto favorevole all’attività produttiva e le “reti d’impresa” quali forme di libera aggregazione tra soggetti privati sulle quali veicolare gli interventi diretti alle imprese. Questa nuova impostazione ha già trovato una prima attuazione nei recenti provvedimenti “anticrisi” varati dal Governo nei quali è stata introdotta la definizione di “contratto di rete”.
Quale ruolo possono giocare le banche a supporto delle imprese in rete?
Il sistema bancario potrebbe giocare un ruolo importante in questa fase di crisi a supporto delle reti fornendo una maggiore vicinanza alle imprese stesse (potenziando le strutture tecniche che valutano i progetti di investimento per tener conto delle peculiarità dei progetti che si sviluppano nelle filiere) e studiando meccanismi di rating specifico per le aggregazioni di imprese. In questo senso, quale Presidente di APQI sto portando avanti lo studio di un modello per la valutazione delle performance in ambito sia distrettuale che di rete d’impresa.
L’Unione Europea può contribuire alla competitività delle reti d’impresa?
Certamente sì, poiché l’imprenditorialità e le piccole e medie imprese rappresentano anche per l’UE la principale fonte di crescita ed occupazione. É attraverso lo sviluppo delle imprese e la loro capacità di fornire risposte innovative che l’Europa potrà superare la crisi e rilanciare l’economia. L’Europa dovrà quindi favorire la creazione di un contesto regolamentare sano e trasparente, che stimoli la capacità imprenditoriale proprio come previsto nello Small Business Act (adottato a livello comunitario lo scorso dicembre).
Molto importante è anche l’attività dell’European Cluster Policy Group, il gruppo di esperti di alto livello istituito dalla Commissione europea, a cui partecipa il mio Collega Andrea Moltrasio - Vice Presidente di Confindustria per l’Europa - con l’obiettivo di delineare le strategie e le politiche che l’Unione Europea dovrà attuare nei prossimi anni per promuovere la competitività dei cluster europei sul mercato mondiale. Il “contratto di rete” di cui ho parlato in precedenza è coerente con questo disegno europeo e dovrà quindi essere adeguatamente promosso a livello comunitario.
Nella sua veste di Vice Presidente di Confindustria per i Distretti e per le Politiche Territoriali, quali iniziative sta promuovendo a favore delle reti?
Come Confindustria abbiamo attivato una fase di ascolto presso gli imprenditori che operano nei distretti per comprenderne le necessità e per promuovere il salto culturale verso la costituzione di “reti d’impresa”.
Sulla base delle indicazioni emerse stiamo attivando alcuni progetti specifici tra cui: la sperimentazione sul campo del “contratto di rete”; l’innovazione tecnologica ed efficienza energetica nei distretti; piattaforme ICT per le aggregazioni di imprese; un modello di valutazione delle performance nelle Reti d’Imprese e nei Distretti al fine di definire un rating di filiera; Management Lab con la Luiss sulle competenze manageriali di rete e, infine, lo sviluppo del programma nazionale Industria 2015. |