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Uomini che hanno fatto la storia
Area della Baronia:
fotografia di uno
sviluppo costante
di Filomena Labruna
: intervista
Uomini che hanno fatto la storia
Don Antonello Lazzerini ha organizzato una serie di eventi a Montella
per promuovere il processo di canonizzazione di Giovanni Palatucci,
montellese illustre
Il francobollo commemorativo
Da uomo di economia ad uomo di fede. Da revisore contabile a cappellano territoriale della Questura di Ancona. Protagonista di questa storia è don Antonello Lazzerini che ha organizzato a Montella una serie di eventi per celebrare Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume nato nel 1909 nel comune irpino e oggi universalmente ricordato per il salvataggio di migliaia di cittadini ebrei nel corso della persecuzione nazista che gli costò la vita nel campo di sterminio di Dachau. A raccontare lo spirito dell’iniziativa fortemente voluta dall’Associazione Giovanni Palatucci di Roma, che attualmente promuove il processo di canonizzazione, è lo stesso don Antonello Lazzerini.
Il suo percorso di vita è senza dubbio originale, da uomo di economia a uomo di fede. Come è avvenuto questo passaggio?
Sono nato nella Milano della prima immigrazione, in un momento in cui la coscienza della condizione sociale era particolare. La mia era una famiglia di poliziotti. La vita mi ha portato a diventare revisore dei conti, un auditor. Poi, ad un certo punto del mio percorso, ho incontrato Don Luigi Giussani, uno dei più grandi educatori cristiani. É iniziata così la mia esperienza di fede. E sono diventato sacerdote, consapevole che l'esperienza cristiana abbia in sé le risorse per affrontare anche le questioni più delicate della vita e della società.
Come esprime oggi la sua impostazione manageriale?
Ho continuato da sacerdote a prestare attenzione al mondo economico, e mi sono dedicato in particolare ai ragazzi: così ho messo in atto tutta la mia capacità di costruzione economica per insegnare ai più giovani a crescere concretamente, seguendo percorsi di vita fattivi. Cerco di trasmettere questo messaggio, occorre coerenza ed impegno in tutto quello che si compie quotidianamente. Non si deve pensare che la legge di Dio oppure la fede tocchi solo alcuni aspetti della vita. Li pervade tutti.
Come è nata l’idea di organizzare questo evento a Montella?
L’idea nasce dal desiderio dell’associazione Giovanni Palatucci di Roma di rendere sempre più nota la personalità di questo grande uomo. In occasione della celebrazione del centenario, nel luogo in cui è nato, Montella, e dove è stato educato, il Convento di S. Francesco a Folloni, c’è stata anche l’emissione di un francobollo a lui dedicato. Si tratta di un momento rilevante per il processo di canonizzazione che ha bisogno del sostegno dei montellesi, degli irpini e degli italiani
.
A questo evento ha partecipato anche la classe imprenditoriale irpina?
Sì, c’è stato un contributo anche da imprese del territorio, come la Acca Software di Guido Cianciulli di Montella che si è presa l’incarico di diffondere sul proprio sito web il programma della manifestazione che è stata presentata presso la sede di via Palatucci della Questura di Avellino lo scorso 20 maggio. Importante anche l’impegno della Questura di Avellino, del Dipartimento della Polizia di Stato e del comune di Montella. |