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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
MAGGIO 2008
 


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PROGETTO CSR
Marketing sociale e filantropia strategica per le imprese

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“Gran Menzioni” a tre vini di Villa Raiano
Successo per l’azienda di Sabino Basso

L’Irpinia dei docg conquista il Vinitaly

La grande sfida di Exporienta

Exporienta, il successo continua

Il Distretto di Solofra
verso il marchio di eco-compatibilitÀ

di Filomena Labruna

L’Irpinia dei docg conquista il Vinitaly

Per il presidente di Confindustria Avellino Silvio Sarno
sono state premiate la serietà, l’impegno e la capacità degli imprenditori irpini


Per il presidente di Confindustria Avellino, Silvio Sarno, con il Vinitaly «sono state premiate la serietà, l’impegno e la capacità degli imprenditori del settore agro-alimentare e vitivinicolo irpino».
Sugli scudi i marchi Villa Raiano, Feudi di San Gregorio, Mastroberardino, Terredora, Donna Chiara, Terranera e “A Casa”.
Grande la soddisfazione degli imprenditori irpini che hanno brindato al successo dell’edizione 2008 del salone internazionale del vino. «É stata un’esperienza molto positiva»: così Piero Mastroberardino, titolare della storica cantina di Atripalda e presidente nazionale Federvini commenta l’edizione 2008 del Vinitaly di Verona. «Ottima è stata l’offerta degli operatori professionali - continua Mastroberardino -. La manifestazione si conferma come evento di grande livello in termini di business». Il miglioramento del mix dei visitatori è stata una delle caratteristiche che, secondo Mastroberardino, ha garantito l’enorme afflusso che ha contraddistinto questa edizione. Un elemento che ha reso ancora più importante la vetrina veronese. «Abbiamo avuto - continua Piero Mastroberardino - una grande visibilità per i nostri vini, un’intera sala della fiera è stata dedicata a una degustazione verticale del Radici Taurasi». Interessante anche la presentazione del “130”, la riserva Mastroberardino che celebra i centotrenta anni di esportazione dell’azienda. Poi la scena è passata ai cru bianchi: Radici Fiano di Avellino e Novaserra Greco di Tufo. Grande successo per i prodotti di punta, con la presentazione dell’Historia 2003 e dell’anteprima 2004. «Ma si può ancora migliorare - spiega Piero Mastroberardino - ottimizzando, ad esempio, il layout della movimentazione dei parcheggi, della viabilità, del traffico attraverso una maggiore sinergia con le amministrazioni locali». Un palcoscenico non certo nuovo quello veronese per i Feudi di San Gregorio. «Il Vinitaly - spiega Marco Gallone, amministratore delegato - è la manifestazione del vino più importante d’Italia e, forse, del mondo». Il rappresentante dei Feudi si sofferma sull’architettura fieristica aziendale: «Al centro del nostro stand - spiega - abbiamo posizionato quattro teche con la stratigrafia dei terreni dai quali nascono i nostri vitigni autoctoni: Falanghina, Fiano, Greco e Aglianico. Tutto ciò - continua Gallone - a testimonianza di quel grande patrimonio che Feudi di San Gregorio possiede. Un patrimonio unico ed inimitabile: la terra». Quest’anno l’azienda di Sorbo Serpico ha poi celebrato una novità assoluta al Vinitaly: un biotipo di Aglianico finora mai vinificato. «Questo nuovo vino - aggiunge l’amministratore delegato dei Feudi - inaugura un ampio progetto di studio avviato con alcune università italiane su quello che può essere sicuramente considerato il più grande vitigno del Sud: l’Aglianico». Tra le altre novità, due vini kasher, Maryam e Rosh, una nuova linea di grappe ottenute da vinacce proprie e un olio dalla più tipica oliva irpina: la Ravece. Positivo l’andamento della fiera anche per Terredora di Montefusco. «Nonostante le polemiche esplose - spiega Lucio Mastroberardino, socio e responsabile estero dell’azienda - sui prodotti campani, l’immagine dei rifiuti che campeggia dovunque, i nostri timori si sono rivelati infondati e siamo molto soddisfatti dell’esito della manifestazione». «Il nostro stand - continua Lucio Mastroberardino - ha registrato un buon numero di visite. Tutta la linea è stata accolta favorevolmente e i contatti sono stati numerosi».
 Il Vinitaly ha rappresentato anche l’occasione per conoscere nuovi potenziali clienti. «Il successo della fiera - continua Lucio Mastroberardino - è il frutto di un lavoro aziendale che ci vede impegnati tutto l’anno».
Battesimo a Verona per “Donna Chiara”. É stata la prima volta al Vinitaly per Umberto Petitto, imprenditore irpino alla guida di Novofil, che da circa un anno e mezzo ha deciso di applicare la strategia d’impresa ad una passione di famiglia: il vino. É nata così, arroccata su un maestoso colle di Montefalcione, Donna Chiara, che ha fatto il suo ingresso al Vinitaly con uno stand dedicato, riscontrando un grande successo per i suoi vini: Preludio Aglianico Doc, Taurasi, Fiano, Greco di Tufo e Falanghina.
«La manifestazione - spiega Petitto - è andata molto bene: affollatissima, con operatori provenienti da ogni parte del mondo. Ha rappresentato un importante momento di affermazione del vino italiano, di quello campano e irpino in particolare». «Noi siamo scesi in campo - conclude - per dare lustro a un’uva particolarissima che visitatori americani e giapponesi hanno particolarmente apprezzato». Importante affermazione anche per Terranera di Grottolella. Uno dei soci, Aniello Quaranta, evidenzia, però, un calo rispetto agli anni precedenti. «Tra i contatti avuti - sottolinea Quaranta - solo alcuni si sono rivelati interessanti, trattandosi di importatori stranieri. Per il resto, abbiamo registrato una diminuzione di attenzione stimabile intorno al sessanta per cento». Aniello Quaranta auspica per le prossime edizioni una migliore sistemazione logistica. Grande lustro anche per i vini di “A casa”, azienda inaugurata recentemente in Irpinia, guidata dall’ex presidente di Confindustria Campania e già titolare dell’omonima azienda operante nel settore legno sita a Calitri (Av), Tommaso Iavarone. «Anche per noi è stata la prima volta al Vinitaly - racconta Iavarone-. L’evento è la massima manifestazione del settore in Italia e tra le prime a livello europeo. Non potevamo mancare». «L’affluenza è stata notevole - spiega– ed eccellente è stata l’accoglienza riservata ai nostri vini che hanno rappresentato una novità: i bianchi classici, Fiano, Greco di Tufo, Coda di Volpe e Falanghina. In preparazione ci sono i rossi». Ma il momento della verità verrà solo successivamente con le risposte del mercato. «Da questo punto di vista - conclude Iavarone - aspettiamo i riscontri. Solo allora potremo valutare il valore aggiunto della rassegna per la nostra azienda».

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