di Antonello Tolve, Critico d’arte
Imparare al museo
L’artista, l’opera, il pubblico - dialoghi d’artista e laboratori didattici
Complesso Monumentale di Santa Sofia, Salerno
Promuovendo un’attività didattica in grado di offrire strumenti utili a comprendere i processi dell’arte contemporanea, Stefania Zuliani lancia l’idea di un progetto innovativo per le istituzioni scolastiche della provincia di Salerno e della regione Campania in cui, il panorama educativo appunto, diventa luogo centrale del dibattito internazionale dedicato all’oggi del museo, alle sue responsabilità nei confronti dell’artista, dell’opera, del pubblico.
È grazie alla Fondazione Filiberto Menna, al contributo del Comune di Salerno, alla preziosa collaborazione del Castello di Rivoli (Museo d’Arte Contemporanea), al patrocinio del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Salerno e alla sensibile partecipazione del SED - Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che Zuliani ha creato un macroevento, dilazionato in quattro appuntamenti, che si mostra esclusivo, e decisamente innovativo. Da un primo incontro con Perino&Vele, dedicato alla scultura, ad un secondo con Monica Biancardi il cui tessuto riflessivo è quello del vocabolario fotografico, per giungere, poi, a Mariangela Levita, e dunque al linguaggio della pittura e concludersi, infine, con Filippo Centenari che utilizza un sistema multivoco; il piano di lavoro messo in campo con Imparare al Museo ha attraversato vari codici artistici, riflettendo sulle nuove strategie dell’arte e della critica per snocciolare, di volta in volta, i luoghi privilegiati dall’artista e sottolineare il percorso tecnico che sta alla base del suo lavoro. Ed è ancora una volta il discorso tecnico delle arti a farsi centro del dibattito artistico della contemporaneità. Accogliendo artisti d’eccezione Imparare al Museo si offre come l’occasione di un’esperienza educativa e formativa decisamente fresca e sicura che coinvolge differenti fasce di età: dagli studenti universitari ai bambini delle scuole elementari (protagonisti, assieme ai loro insegnanti, dei laboratori dedicati all’opera dell’artista in questione).
Con Imparare al Museo Stefania Zuliani marca un aspetto del museo in quanto sfera dialogica ed educativa. Difatti in questa ottica l’approccio al museo si fa macchina perfetta per insegnare tecniche e metodi di lettura delle opere contemporanee: «è a questo che servono i musei» suggerisce Bettelheim: «ad incantare soprattutto i bambini, a dare loro la possibilità di provare meraviglia, un’esperienza di cui hanno un disperato bisogno, oggi che la vita quotidiana è stata spogliata da tutti i miracoli che epoche più religiose sapevano invece cogliere dovunque e in ogni cosa».
Lavorando con l’artista e con un cast di esperti nel settore, le due stagioni di Imparare al Museo, utilizzando strategie ludico-creative e ludico-educative naturalmente, hanno aperto alcuni sentieri di lettura dell’arte contemporanea fornendo ai bambini delle varie scuole elementari non solo un percorso di conoscenza attraverso il quale i ragazzi appunto sono stati equipaggiati di alcuni strumenti necessari a comprendere gli oggetti esposti nei musei, ma anche alcuni procedimenti tecnici attraverso i quali poter entrare nell’opera e lavorare a ritroso per trovare il nucleo del procedimento, l’origine della creazione. Se, come suggerisceBenedetto Vertecchi, «la didattica museale acquista consistenza» soltanto quando «si pone in una relazione funzionale con l’insieme delle opportunità di apprendimento delle quali gli allievi fruiscono», l’esperienza salernitana progettata da Stefania Zuliani, invitando l’artista a trascorrere del tempo in loco e a “formare”, tra l’altro, gli studenti universitari, apre uno scenario educativo unico nel centro-sud d’Italia: unicizzato dall’ambiente dialogico, dal corpo a corpo con l’arte, dalla curiosità tecnica, dalla magia che trasmette l’opera, dall’ospitalità e dalla socialità, dal sentimento speciale della creazione, dalla parabola della nuova identità collettiva. |