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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
MAGGIO 2008
 


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IL CUCCHIAINO

di Raffaella Venerando

OSTERIA GINO E LA GIRAFFA l’arte giocosa di mangiar bene

Via Chiesa Conservatorio, 18 Avellino - Tel. 0825.37636
Chiuso domenica e lunedì sera

“Gino e la giraffa” non è il titolo giocoso di una filastrocca per bambini, ma il nome di un’osteria in pieno centro storico ad Avellino, vicinissima al palazzo della Provincia.
Un nome che è un pretesto, un espediente insolito per raccontarsi e far rivivere l’atmosfera popolana e pittoresca di quei vicoli un tempo pieni di locande, in cui si parlava e beveva di affari con gioia scanzonata.
Appena entrati a casa di Gino (l’oste che, in realtà, si chiama Carmine Della Bruna) a darvi il benvenuto ci sarà Stefano, pronto a dispensare suggerimenti con cortesia e tanto garbo.
L’ambiente, raccolto, ha un vago senso retrò, ma curato e gradevole. Le prime pagine di molti quotidiani dal mondo fanno bella mostra alle pareti di una sala del locale (la più intima) dove potrete gustare una cucina di casa, semplice, saporita, con in bonus l’inconfondibile rivisitazione, corretta, della tradizione.
Tovagliato e posateria strizzano l’occhio a mode moderne, ma senza stridenti contrasti con tutto il resto che appare nell’insieme pacato, signorile e caldo come i colori delle pareti e la buona musica in sottofondo.
 I toni sono quelli della sera, del riposo, del bicchiere che fa buon sangue. I sapori ovviamente non sono da meno, autentici, con abbinamenti indovinati che non sconvolgono.
Buono è la parola che viene spontanea ad ogni assaggio.
Il menù è contenuto ma offre una raffinata girandola di sapori della tradizione. Noi abbiamo scelto un antipasto ricco fatto di carpaccio di manzo, panzarotto con ricotta, sformato di patate e bietole, salsiccetta di cinghiale e polpetta di carne su minestra nera. Nessun eccesso contemporaneo ricercato con frenesia, solo piatti tipici senza fronzoli e senza orpelli preparati con attenzione da Cinzia, sorella dell’oste.
Adeguata la lista dei vini, con bianchi e rossi da tutta Italia, nella quale - in onore del grande patrimonio enologico irpino- abbiamo prediletto un aglianico speciale, Il Principio di Terredora del 2005.
Tra i primi abbiamo scelto delle orecchiette allo scarpariello gustosissime e dei ravioli al tartufo nero di Bagnoli irpino dal profumo spettacolare.
Per secondo ci siamo deliziati con una tagliata di maiale al sale grosso e rosmarino, incredibilmente tenera.
Per finire, tra le varie proposte dolci di produzione della casa, abbiamo optato per un tortino al cioccolato fondente, goloso ma delicato. Una cena qui è come un viaggio della gola in un interno di famiglia. Questo è l’osteria “Gino e la giraffa”, un posto alla mano ma di qualità, capace di custodire ed eternare la faccia dell’Irpinia generosa che lavora con passione ed estrema serietà.

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