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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
MAGGIO 2008
 


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PROGETTO CSR
Marketing sociale e filantropia strategica per le imprese

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BON TON

di Nicola SANTINI
Dalla Cina con stile

Nicola Santini è autore del libro Business+Etiquette.
Esperto di etichetta e bon ton per l'Italia e i Paesi del mondo, da anni tiene corsi in varie sedi di Confindustria e si occupa di consulenza per aziende ed enti.

Il grande valore del gruppo sull’individuo, il rispetto e l’obbedienza all’autorità, la riverenza nei confronti dei superiori e degli anziani e un certo tipo di diffidenza nell’approccio con gli stranieri, mista a curiosità per costumi ed abitudini legate principalmente al consumo, rappresentano da sempre i parametri più seguiti per le norme comportamentali di questo grande Paese. Ciononostante, grazie al grande boom economico degli ultimi anni, la voglia di apparire, mostrare il proprio nuovo status sociale e materiale, far conoscere il proprio successo agli altri, vestirsi firmati, parlare ore al telefonino, sono fenomeni in continua evoluzione che sicuramente andranno anche a modificare le più ferree regole dell’etichetta cinese che comunque si basa su principi ancora molto forti.

In Cina i ranghi sono molto importanti e il loro rispetto è quanto ci si attende anche dai visitatori stranieri.
Il cinese è un gran lavoratore: 48 ore è la media settimanale.
Dal comunismo in avanti le donne sono paritetiche in tutto sul lavoro ma nella vita privata la donna è a totale disposizione dell’uomo. Lo serve in tutto, non ha una vita sociale e non gira da sola per i locali.
Le griffe, indossate anche tutte insieme, sono sempre ben accette, considerate simbolo di affermazione sociale, anche se sul lavoro, dove ancora regnano le divise: un abito blu è quello che viene considerato più adeguato. L’equivalente tailleur scuro è la mise più indicata per le signore. Agli uomini è permesso togliersi la giacca anche nelle occasioni più formali, così come arrotolarsi i pantaloni fin quasi al ginocchio quando fa caldo. Le signore, non da meno, si fanno vento con la gonna anche per strada. Le calze trasparenti ci sono sempre e le scarpe chiuse sono preferibili. Dalle donne occidentali ci si aspetta la stessa osservanza delle regole.
le presentazioni
Tra le varie novità, i cinesi, di solito poco avvezzi al contatto fisico, hanno scoperto la stretta di mano, anche se la praticano solo con gli stranieri, tra uomini e solo durante le presentazioni.
Le persone si chiamano usando il cognome, sia gli uomini che le donne, che anche dopo il matrimonio continuano ad usare il cognome da nubile.
La presentazione più comune continua ad essere l’inchino ed è sempre la persona più giovane (indipendentemente dal genere) che viene presentata alla più anziana. La regola si inverte nelle autopresentazioni, dove è la persona più autorevole o più anziana a prendere l’iniziativa nei confronti della meno autorevole.
Le presentazioni non si fermano al cognome e nome al contrario del nostro Paese, ma sono veri e propri curriculum sociali, familiari e professionali: presentandoci ad un cinese ci potremmo sentir raccontare ruoli, gradi di parentela, titoli di studio e mansioni di ogni singola persona presente e dovremmo essere in grado di fare altrettanto, fornendo dettagli sulla famiglia: dal parentado alle bellezze della città di origine.
Il biglietto da visita, si dà e si riceve con due mani, arriva all’inizio della presentazione e va dato a chiunque si avvicini.
 Nell’interlocutore cinese, anche in fase di studio, si riscontra comunque una discreta gentilezza, a tratti familiare ed amichevole, a tratti formale e distaccata. È un atteggiamento comune, a lasciar intendere che anche quando si pensa di aver rotto il ghiaccio è comunque consigliabile mantenere una certa formalità: eccessi di confidenza non sono mai premiati, anzi.
Mai dire esplicitamente di no nelle trattative e, come in quasi tutti i paesi asiatici, ci si perde molto in convenevoli. Argomenti che stanno a cuore, punti focali di un affare si raggiungono attraverso accenni, evasività, giri di parole: lo straniero che mostra di avere fretta sarà altrettanto frettolosamente rimandato in patria a mani vuote.
Qualsiasi complimento va accettato con umiltà, dote che distingue i grandi.
la negoziazione
Prezzi, numeri, condizioni, scadenze vengono spesso descritte in modo approssimativo e cambiate in fase finale di negoziazione: lo straniero che si mostra impassibile e mantiene la calma, continuando a mantenere il tono della voce pacato, il volume controllato, la gestualità ridotta al minimo, è quello che si assicura fiducia e stima.
Allo stesso modo viene trattato l’entusiasmo: mai mostrarsi troppo felici e sorridenti, dimostreremmo incapacità di autocontrollo.
La gestualità distrae e innervosisce l’interlocutore cinese, non abituato a parlare con le mani. L’unico rimedio per lui per riprendere le fila del discorso è ricominciare daccapo.

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