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UniversitÀ e territorio:
un felice matrimonio d’interesse
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UniversitÀ e territorio:
un felice matrimonio d’interesse
Percorsi formativi d’eccellenza: Confindustria Caserta
promuove l’incontro tra la Luiss e gli studenti dei licei di Terra di Lavoro
di Alessandro Petti
Direttore Relazioni con le Istituzioni
e con le Associazioni - Luiss Guido Carli
Venerdì 9 ottobre ho avuto il piacere di presentare nella sede di Confindustria Caserta l'offerta formativa Luiss per le lauree triennali agli studenti dei licei della provincia.
Provengo proprio dal sistema Confindustria, nel quale con vari ruoli sono stato per quasi 20 anni, ed ho potuto anche a Caserta riscontrare la grande, continuativa attenzione che tutte le Confindustrie locali prestano ai temi della Scuola e dell'Università: non solo, come in questa occasione, per aver ospitato il mio Ateneo - che proprio da Confindustria è promosso - ma per la strategia generale di education esposta dal presidente Cicala nella sua introduzione all'incontro con gli studenti: una strategia che vede nella formazione di eccellenza dei giovani del Sud, orientata all'internazionalizzazione e alla cultura d'impresa, una delle principali risorse per lo sviluppo del Mezzogiorno e quindi del Paese.
Perché, infatti, è così importante frequentare una eccellente università, ovunque si decida di farla, anche se questa scelta inevitabilmente può comportare maggiori costi? Perché è soprattutto in una buona preparazione, basata sulla conoscenza, le competenze, il merito, lo spirito critico e la responsabilità, cioè sui valori che sono diffusi da ogni eccellente università, che risiedono le qualità che possono consentire ai giovani di arricchire la propria formazione, se stessi, il proprio territorio e il proprio futuro.
Scorrendo in treno, prima dell'incontro, i dati sul “benessere collettivo” in Italia, appena pubblicati (ottobre 2007) dal Centro Studi Confindustria, sono rimasto molto colpito dal fatto che una realtà come quella di Caserta, ricca di imprese di successo in diversi settori e quindi di imprenditori di primo piano, si collochi, per sviluppo economico-sociale, tra le ultime dieci province italiane, con un indice sintetico di sviluppo di 61,6 (Italia=100). Ma più in generale, guardando al Mezzogiorno, il Centro Studi di Confindustria registra un fenomeno ancora più preoccupante: il “sorpasso” da parte dell'Est Europa, in diversi casi, del nostro Mezzogiorno. Insomma è come se l' Est Europa stesse diventando il Nord del nostro Sud! Con un divario, inoltre, sempre più profondo tra il produttivo nord italiano e le regioni meridionali. Leggendo i dati del CSC risulta infatti che tra l'ultima provincia in classifica (ViboValentia) e la prima (Milano) lo squilibrio è così profondo (1 a 2,64!) da trovare pochi riscontri nella stessa Europa.
In questo quadro, che cosa può fare un'Università per il proprio territorio?
Essere un'Università di qualità non significa soltanto offrire un livello assicurato di qualità stessa nella preparazione, confrontabile con quello delle migliori università europee e conseguito, come nel nostro caso, attraverso un'attenta selezione degli studenti. Né significa soltanto didattica e ricerca eccellenti, rigore negli studi o l'appartenenza, come per Luiss, a una squadra prestigiosa (Confindustria) direttamente collegata al mondo produttivo. Essere un'Università di eccellenza significa essere portatori di un progetto e di un modello formativo che potrei così definire: flessibile, interdisciplinare, internazionale e multiculturale (arricchito cioè dalla presenza di studenti di altre regioni italiane ed europee), che ci posiziona in modo competitivo in tre specifiche discipline: economico-finanziaria, giuridica e politico-istituzionale. Significa, inoltre, essere capaci di operare come sistema locale ma in una dimensione internazionale, come laboratorio che insegna ad imparare e a saper fare, che forma al cambiamento e che fornisce allo studente - attraverso un percorso formativo unito ad un tirocinio mirato - la “cassetta degli attrezzi” per sincronizzarsi con il futuro.
Proprio a ciò è finalizzato il nuovo Campus della Luiss - appena inaugurato in un parco al centro di Roma - che posiziona il nostro Ateneo all'interno di un contesto dotato di spazi, tecnologie e servizi all'avanguardia e capace di attrarre i migliori studenti, i migliori docenti e i migliori ricercatori, quindi fortemente internazionalizzato.
La competizione tra paesi passa, infatti, sempre più dalle Università: cioè dagli “spazi” strutturati di eccellenza, innovazione e conoscenza, laddove essere Università di eccellenza significa saper attrarre e saper trattenere i migliori talenti. Intendo un'eccellenza intellettuale naturalmente, non di “censo”, basata cioè sulla capacità di anticipare i cambiamenti e pensare i bisogni di domani.
Ma essere Università di qualità comporta anche un'ultima particolare “expertise”: quella che attiene al rapporto tra territorio e università. Laddove il marketing territoriale di una università di eccellenza concerne innanzitutto l'analisi dei bisogni e della domanda di sviluppo di un territorio, per agganciarne sia le vocazioni locali, sia le potenzialità di attrazione. E, subito dopo, comporta una conseguente offerta formativa di profili professionali per quei bisogni.
Fondamentale è infatti fare un monitoraggio continuo dei bisogni delle imprese, delle istituzioni e delle professioni per confrontarli costantemente con il progetto formativo proposto e orientarli verso un modello che produca conoscenza applicata, applicata cioè alla formazione. Per poter fornire in sostanza al mercato la “mappa delle convenienze” ad utilizzare un sistema anziché un'altro.
Ciò che giustifica la retta pagata e che consente di posizionarsi dal solo prestigio alla convenienza.
Il contesto nel quale la Luiss Guido Carli ha scelto di operare è, in conclusione, quello di un'Università che si pone come punto di riferimento per il sistema delle imprese, delle istituzioni e delle professioni, con un modello formativo basato sulla conoscenza e orientato all'innovazione. |