8 milioni di euro per le nuove cooperative e i loro
consorzi
Azienda calcio:
management vincente?
Confidi, Basilea 2
impone l’aggregazione
Confidi, Basilea 2
impone l’aggregazione
La realtà economica richiede
un necessario salto dimensionale
Rosario CAPUTO
Le evoluzioni del sistema bancario e le nuove normative di
Basilea 2 sulla garanzia mutualistica impongono ai Confidi scelte rapidi e un
ripensamento del loro ruolo con modifiche radicali sia organizzative che operative.
Nell'ambito della delega ricevuta dalla Federconfidi, in qualità di Vice
Presidente ho promosso un incontro tra tutti i Confidi meridionali per avviare
un primo confronto tendente a favorire i processi di concentrazione e forme di
collaborazione tra i Confidi industriali per rendere più autorevole e
credibile il sistema della garanzia.
L'incontro, tenutosi a Caserta il 16 febbraio scorso, ha registrato la partecipazione
di tredici province e sei regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia
e Sicilia), oltre che del Direttore della Federconfidi, Francesca Brunori, e
ha avuto il merito di generare un primo confronto sulle singole esperienze territoriali
e sulle possibili evoluzioni. Il processo di aggregazione è imposto ormai
dalla realtà economica che richiede, in tutti i campi, un salto dimensionale
necessario come testimoniano le esperienze maturate in altre realtà italiane.
Ad esempio in Piemonte il processo di aggregazione è molto spinto e Unionfidi
Piemonte ha incorporato i Confidi di Alessandria, Cuneo e Novara per complessive
7 mila 296 aziende socie; in Lombardia, dove i due Confidi presenti associano
rispettivamente 4 mila 871 aziende e 4 mila 600 imprese, e, in genere, nelle
regioni del Centro-Nord. Con riferimento, invece, alla realtà del Mezzogiorno
la media delle aziende associate ai consorzi di garanzia è di circa 300
unità.
I numeri sono anche più significativi se si fa riferimento
alla disponibilità dei fondi rischi e agli affidamenti garantiti da ciascun
Confidi. Infatti, i primi otto Confidi a livello nazionale registrano una patrimonializzazione
media di 31,6 milioni e una massa di affidamenti di ben 542,6 milioni di euro.
L'analoga media dei restanti Confidi è su posizioni molto più modeste
(rispettivamente 6,1 e 35,6 milioni). Aggregarsi per crescere, dunque, è un
imperativo categorico per la stessa sopravvivenza dei Confidi. Infatti, gli affidamenti
garantiti dai primi otto Confidi aggregati hanno registrato un trend di crescita,
nell'ultimo triennio, pari al 74% rispetto ad una crescita media del 6% del resto
del sistema.Sono state gettate, in conclusione, le basi per ragionare in termini
di una prima aggregazione dei Confidi a livello delle singole regioni, per poi
mettere a sistema l'intera rete; abbiamo redatto un programma di lavoro condiviso
che prevede tre step: 1) la mappatura dettagliata dei Confidi del Mezzogiorno;
2) l'analisi dei dati emersi; 3) infine, l'appuntamento, nei primi di giugno,
a Taormina con il presidente di Federconfidi Francesco Bellotti per l'avvio del
nuovo corso. Nel frattempo, il cammino proseguirà con incontri regionali
per promuovere nuove e più intense relazioni per arrivare ad aggregazioni
quanto più ampie possibili. Ovviamente da parte di tutti i presenti è emersa
la necessità di un coinvolgimento più ampio di tutti i soggetti
operanti nel Mezzogiorno per valutare meglio le strategie da attuare e soprattutto
una nuova funzione della Federazione per accompagnare i Confidi in questo impegnativo
e delicato processo di crescita del sistema.
Vice Presidente Federconfidi
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