8 milioni di euro per le nuove cooperative e i loro
consorzi
Azienda calcio:
management vincente?
Confidi, Basilea 2
impone l’aggregazione
Azienda calcio:
management vincente?
“Public company” e “stock option”
per rilanciare la sfida al calcio-business!
Per risollevare le sorti dell’azienda calcio italiana, le
società dovranno rinnovare i propri modelli gestionali
Antonio SANGES
Le società di calcio italiane evidenziano da anni la
propria incapacità nel determinare e mantenere condizioni di equilibrio
economico-finanziario. Tale atipica situazione ha, come logica conseguenza, la
determinazione dei bilanci aziendali in perdita. A questo punto sorge spontaneo
chiedersi se "l'azienda calcio possiede un management vincente" e quali
possano essere le nuove strategie societarie, in grado di far vincere ai clubs
la sfida al "calcio-business".
Azienda calcio al 30 giugno 05
Alla data del 30 giugno 2005 (fonte Il Sole 24 Ore), l'azienda calcio ha quantificato
bilanci societari in perdita per le seguenti società: Inter (-118,7 milioni
di euro), Milan (-35,7 milioni di euro), Parma (-10,3 milioni di euro), Palermo
(-7,9 milioni di euro), Udinese (-4,7 milioni di euro) e Juventus (-3,0 milioni
di euro).
I bilanci risultavano essere in utile per: Lecce (+10,2 milioni di euro), Livorno
(+9.926 euro) e Messina (+89.233 euro).
È da osservare, con particolare attenzione, l'ultimo bilancio d'esercizio
chiuso dall'Inter, che, al 30 giugno 2005, ha fatto registrare una perdita d'esercizio
pari a 118 milioni di euro, valore che si discosta di molto dai conti economici
di Milan e Juventus.
La notizia ancor più preoccupante è che l'azienda calcio italiana
nel corso di un anno, vale a dire dal 30 giugno 2004 al 30 giugno 2005, oltre
alle ingenti perdite di esercizio, ammontanti complessivamente intorno a 508
milioni di euro, si è trovata a dover fronteggiare anche un ulteriore
debito contratto nei confronti dell'Erario per un importo pari a 630 milioni
di euro. Allo stato, uno dei pochi casi di management "capace" è rappresentato
dalla Juventus. Il club torinese, infatti, dal 30 giugno 2004 al 30 giugno 2005 è riuscito
nell'impresa di ridurre la perdita d'esercizio da 18,5 milioni di euro a 3 milioni
di euro, senza intaccare minimamente né programmi societari, nè traguardi
sportivi, ma, soprattutto prescindendo dai finanziamenti dei propri azionisti.
Sulla base di risultati di gestione negativi, per tentare di risollevare il destino
dell'azienda calcio, le strategie societarie potrebbero fare ricorso a due nuovi
strumenti: le "public company" e le "stock option".
Azienda calcio e "public company"
Con il termine "public company", si definisce una società gestita
attraverso un azionariato popolare, vale a dire distribuendo il capitale sociale
nelle mani di molteplici persone definite piccoli azionisti.
Dall'adozione di un progetto di questo tipo, potrebbe scaturire un problema tutt'altro
che irrilevante: quello della mancanza di "programmazione" societaria,
che, quasi sempre, finisce col tradursi in problematiche aziendali tanto in sede
di definizione degli obiettivi, quanto in sede di pianificazione strategica.
Che senso avrebbe, quindi, concedere agli azionisti di minoranza (ad es. a 30
mila tifosi), la possibilità di partecipare ai C.d.A. della "public
company", se poi, la scelta delle strategie e tutte le altre decisioni societarie
restano in capo ai pochi azionisti di maggioranza?
Dove nasce l'idea di trasformare un club calcistico in una "public company"?
I primi casi sono stati registrati n Spagna, dove, già da diversi anni,
Real Madrid e Barcellona sono gestiti attraverso il modello dell'azionariato
popolare, con discreti risultati sia dal punto di vista sportivo che da quello
aziendale. Ma in Italia, allo stato, tale nuovo modello aziendale, non risolverebbe
i problemi societari dell'azienda calcio.
Azienda calcio e "stock option"
Per risollevare le sorti dell'azienda calcio "made in Italy", un'altra
strada percorribile potrebbe essere rappresentata dalle "stock option".
Codesto istituto consiste nel distribuire al personale aziendale, dei veri e
propri diritti di opzione da esercitare sull'acquisto di azioni già emesse,
o di nuova sottoscrizione appartenenti alla propria società, o ad altre,
facenti capo ad essa. L'inserimento delle "stock option" consentirebbe,
una volta per tutte, a tutti i club calcistici di voltare pagina, dando vita
ad un rapporto diretto tra performance aziendali e sportive.
Gli atleti, da meri dipendenti, si ritroverebbero a dover ricoprire un ulteriore
ruolo, quello di azionisti della società. Una gestione aziendale accorta,
abbinata ad un numero crescente di successi sportivi, contribuirebbe a garantire
positive rivalutazioni delle quote in possesso dei singoli atleti-azionisti,
con un conseguente incremento del valore aziendale dei club calcistici.
Attraverso le "stock option", inoltre, si potrebbe fronteggiare anche
uno dei maggiori problemi che attanagliano l'azienda calcio moderna: i rinnovi
contrattuali degli atleti in scadenza.
Le considerazioni fin qui evidenziate, accantonano per il momento, l'attivazione
da parte dell'azienda calcio di nuove strategie quali le "public company" e "stock
option".
Azienda calcio e nuovo management
Per vincere la sfida al calcio-business, le società dovranno realizzare
tutta una serie di iniziative finalizzate al rinnovamento dei modelli gestionali,
soprattutto alla luce delle nuove opportunità offerte dal mercato di riferimento.
Non tutti i club, comunque, sembrano manifestare una propensione all'innovazione
adeguata alla rapidità delle trasformazioni in atto.
Allo stato, quindi, la maturità di un sodalizio sportivo si può misurare
in base ai seguenti parametri:
- attuazione di una programmazione per obiettivi;
- innovazione di prodotto e ricerca di nuovi mercati;
- creazioni di reti di alleanze e/o cooperazione con altri soggetti.
Il nuovo modello organizzativo implica la "specializzazione" dei ruoli
e la "delega" dei compiti,
in sintesi, l'azienda calcio moderna necessita di un management "vincente",
in grado di identificare nuove aree di mercato e nuove fonti di introito. Nei
prossimi anni, il futuro del calcio italiano, dovrà accentuare il processo
di professionalizzazione dei vari aspetti societari, coniugando le esigenze di
bilancio con quelle della squadra e della tifoseria!
Dottore Commercialista
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