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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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La riforma dello Statuto

Tempi di vita e di lavoro

Come sarÀ l’imprenditore del futuro

Come sarÀ l’imprenditore del futuro
di Bruno Bisogni


Valori e mission degli under 40.
Intervista con il Presidente dei G.I.
Unione Industriali di Napoli,
Antimo Caputo

Hanno appena concluso un corso di comunicazione per perfezionare il modo di parlare in pubblico e già si preparano a iniziarne un altro finalizzato alla migliore valorizzazione delle risorse umane. Per il Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali di Napoli, presieduto da Antimo Caputo, la formazione continua è un must che va applicato a partire dai capofila aziendali. Ma lo studio non è mirato soltanto all'aggiornamento, all'adeguamento del bagaglio tecnico-professionale. Per il Presidente Caputo, è anche un modo per agevolare la piena aderenza ai principi che informano il suo programma. Di qui le iniziative formative, gli incontri a casa di qualche consigliere del direttivo per discutere di temi come lo stile partecipativo, la professionalità, la competenza.

Lei fa dello spirito di gruppo, della compattezza del team, uno dei presupposti per la qualità e l'efficacia delle azioni che intendete portare avanti. La formazione aiuta a "fare squadra"?
Sicuramente. Valori come lealtà e trasparenza sono innati, ma la consapevolezza di quali siano le modalità più idonee a portare avanti con coerenza un progetto si acquista anche con il dibattito, il confronto e, perché no?, la "scuola". L'identità di gruppo, sotto questo profilo, è al tempo stesso, un valore e un obiettivo che va faticosamente perseguito nel lavoro quotidiano. Un faro che vogliamo rendere visibile in tutta chiarezza anche all'esterno, presentandoci con una card in cui siano ben delineate mission e vision del Gruppo.

Oltre a formarvi, date lezioni. Parte la quinta edizione di Studiare l'Impresa, l'Impresa di Studiare.
É un modello di orientamento al lavoro unico nel suo genere in Italia. Dodici classi del quarto anno delle medie superiori si gemellano con altrettante imprese, studiando uno specifico profilo professionale richiesto dal mercato di lavoro di riferimento per il settore merceologico in cui opera l'azienda. Noi Giovani interveniamo nel secondo anno del Progetto, con un ciclo di lezioni sulla cultura d'impresa e altre tematiche d'interesse per chi si prepara ad affrontare università o mondo del lavoro, destinato agli stessi ragazzi, ormai frequentanti le quinte classi. Il tutto viene descritto quotidianamente nelle edizioni nazionali de "Il Mattino".

Tra i valori, come tradizione dei Giovani, un posto di primo piano è occupato dalla solidarietà.
Certo. La recente Festa di Natale è stata un'ulteriore occasione per ricordarci concretamente di coloro che soffrono. L'incasso che i Gruppi Giovani Imprenditori e Giovani Costruttori delle territoriali campane hanno raccolto con la vendita dei biglietti della serata svoltasi al Miles di via San Pasquale a Chiaia, a Napoli, è stato devoluto in beneficenza all'Associazione di volontariato per bambini cardiopatici "Un Cuore per Amico" rappresentata dal professor Carlo Vosa. All'iniziativa di beneficenza hanno concorso anche numerose associazioni e imprese.

Nel suo programma non mancano linee guida e indicazione di traguardi concreti, dalle missioni all'estero per promuovere e consolidare l'internazionalizzazione delle imprese, a partire da quelle dirette da giovani, alle visite aziendali per meglio conoscere il territorio e la base produttiva. Pure, al fondo, l'obiettivo prioritario sembra quello di modernizzare figura e caratteristiche dell'imprenditore.
Non dobbiamo fare rivoluzioni, ma siamo convinti che, in un mondo che cambia rapidamente, i giovani abbiano il dovere di crescere "in fretta", quanto meno rispetto ai cliché cui siamo abituati in Italia e ancor più nel Sud. Dobbiamo incidere come Giovani Imprenditori e come Gruppo. Il che implica innanzitutto far seguire i fatti alle parole, applicare con rigore i programmi che ci siamo prefissati. É questo che ci rende credibili sia agli occhi dei senior che della società civile e delle istituzioni.

Niente rivoluzioni, ma trasformazioni profonde. Lei ha indicato una strada tutt'altro che pacifica per l'impresa meridionale, l'implementazione di modelli manageriali del tipo statunitense.
Ma contemperata da quanto di buono riusciamo ad esprimere in termini di prodotti tipici, ad alta qualità, scevri da quelle standardizzazioni e omologazioni che rischiano di snaturare l'identità di un territorio. In altri termini, ben vengano i passaggi di testimone tra padri e figli. Anzi, in molti casi, la trasmissione di un know how quasi artigianale in famiglia risulta il modo più semplice ed efficace per salvaguardare un patrimonio aziendale senza trascurare opportune innovazioni. Aggiungo, tuttavia, che è molto meglio dotarsi di un buon manager che affidare l'azienda a chi magari ha altre vocazioni. Per il resto, sono il primo a sostenere che c'è una via napoletana del fare impresa. Che in comparti di grande prestigio e tradizione, dall'abbigliamento all'oreficeria fino all'agro-alimentare, la diffusione di modelli industriali di organizzazione aziendale, unita a puntuali campagne di marketing e a una sapiente promozione dei prodotti, può consentire di ampliare notevolmente mercati in passato troppo circoscritti al territorio.

In epoca di globalizzazione, l'internazionalizzazione è quasi sempre il presupposto dello sviluppo. Un cavallo di battaglia anche per il suo programma. Come intende declinarlo?
Cercheremo attraverso le missioni di gemellarci con realtà estere d'oltralpe e d'oltreoceano, di attivare proficui scambi di conoscenze e incontri tra delegazioni che si rendano reciprocamente visita. Il tutto sempre in una logica pragmatica, volta ad abbinare la crescita delle relazioni internazionali con un adeguato approccio a nuovi mercati. Utilizzeremo peraltro anche canali meno dispendiosi, resi agevoli dall'evoluzione tecnologica, come le videoconferenze.

L'Europa è un altro punto fermo nell'agenda del Gruppo Giovani.
Intendiamo attivare un dialogo costante con il Gruppo Giovani Imprenditori Europeo. Nella consapevolezza che una metropoli come Napoli deve essere al centro di relazioni e dibattiti condotti su scala europea, non può guardare a Bruxelles come farebbe una sede periferica. Questo vale per tutti i livelli, a maggior ragione per un Gruppo dinamico e propositivo come il nostro.

La prima importante iniziativa della sua gestione è stata il completamento di un'indagine sui distretti industriali, realizzata in collaborazione con il Centro Studi dell'Unione. É un tema prioritario per i Giovani?
Come potrebbe non esserlo? I distretti sono il punto d'attacco sul quale abbiamo sviluppato un dibattito sulla necessità di una più attenta politica industriale per Napoli e la Campania. La ricerca ha permesso di evidenziare ad esempio l'improrogabilità di una revisione dei criteri di definizione dei distretti, l'opportunità di dotarsi di un organismo per il monitoraggio delle aree campane, in modo da poter rivedere per tempo assetti e strategie individuate in epoca diversa.

L'interesse allo sviluppo si sposa con l'attenzione alla problematica della competitività delle imprese campane.
Sotto questo profilo intendiamo gestire la delega alla competitività assegnataci dalla Presidente del Gruppo regionale, Carmen Verderosa, con estremo scrupolo, fornendo un apporto sostanziale all'analisi di difficoltà, vincoli, prospettive e opportunità delle nostre aziende e dell'intero sistema campano.

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