Gli effetti di Industria 2015 sulla Finanziaria 2007
Auto? Per il fisco È un bersaglio mobile
L’illimitata responsabilitÀ del Collegio Sindacale
Auto? Per il fisco
È un bersaglio mobile
Antonio ANNUNZIATA
L’assedio del fisco all’automobile:
le sentenze puniscono l’Italia
ma la giustizia europea viene aggirata
Sono passati ormai decenni dai tempi della motorizzazione di massa, quando attraverso la "600" gli italiani scoprivano la libertà di movimento e realizzavano un sogno che fino ad allora era riservato a pochi eletti. E con il divenire un mezzo di uso comune l'auto è stata direttamente o anche indirettamente, attraverso i rincari del costo del carburante, uno degli strumenti preferiti dallo Stato per acquisire risorse. Questa morsa, da un po' di tempo a questa parte, sembrava essersi allentata ma ecco che la nuova e alquanto tormentata finanziaria riprende il suo attacco frontale e introduce nuovi obblighi a carico dei cittadini e delle imprese che utilizzano l'automobile.
Il bollo differenziato per le auto non Euro 4 e per quelle con potenza superiore a 100 kw
Dopo aver preso di mira i SUV, cioè gli sport utility vehicle, la scure del fisco ha cambiato traiettoria per colpire i veicoli con potenza superiore a 100 kw (circa 136 cavalli, secondo la vecchia misurazione della potenza) e quelli non in linea con i parametri europei "Euro 4". La manovra non sarà indolore per le tasche degli italiani; nella stessa relazione tecnica è previsto un maggior gettito di circa 538 milioni di euro, di cui 109 per le auto di maggiore potenza che, in relazione a masse elevate, non sempre sono quelle più inquinanti.
Il regime della detraibilità dell'IVA sulle autovetture secondo l'Unione Europea
La Comunità Europea consente agli stati membri di imporre temporaneamente, per ragioni congiunturali, dei limiti alla detrazione per alcune determinate tipologie di acquisti ma non ammette che tali limiti assumano il carattere della permanenza nell'ordinamento. Ed in Italia i limiti alla detrazione dell'IVA sulle autovetture perduravano "temporaneamente" dal 1980, per cui la Corte di Giustizia con sentenza ha imposto di rimuovere le disposizioni in contrasto con le direttive comunitarie e di concedere agli operatori economici italiani il rimborso dell'imposta non detratta negli anni precedenti. Ciò non senza riflessi sulle casse dello Stato e, come nota di colore, si segnala che nello scaricabarile tra opposte fazioni persino la responsabilità politica di una questione epocale come questa è stata addossata da una parte all'altra.
La reazione italiana: subito nuovi limiti alla deducibilità dei costi per l'acquisto di autoveicoli
La possibilità di ottenere il rimborso dell'IVA, che dovrebbe quindi risolversi in un vantaggio per gli operatori che hanno effettuato acquisti di autoveicoli, è stata però bilanciata, o forse è meglio dire vanificata, dalla correlativa introduzione di limiti alla deducibilità dal reddito dei costi sostenuti per l'acquisto di autoveicoli. La sostanziale identità tra i soggetti ai quali la Comunità Europea ha inteso restituire l'IVA non detratta e quelli che saranno chiamati a ripianare il buco creato dai rimborsi vanifica la sostanza del provvedimento, creando una condotta "elusiva" della giustizia europea. Si trasmette in questo modo il messaggio della inutilità della coltivazione di controversie in sede europea in quanto, seppur riuscendo dopo i vari gradi di giudizio ad ottenere piena soddisfazione, addirittura con la modifica della norma tributaria, non si ottiene alcun risultato utile in quanto ciò che viene restituito con la mano destra viene nuovamente ripreso con la sinistra. E questo, forse, è un aspetto che con molte probabilità tornerà all'attenzione della Corte di Giustizia.
L'introduzione del regime delle plusvalenze per gli esercenti arti e professioni
Qualche mese prima il collegato alla finanziaria aveva esteso ai lavoratori autonomi il regime delle plusvalenze e minusvalenze relative ai beni strumentali, applicabile naturalmente anche alle autovetture. Con la nuova norma, non solo il corrispettivo della vendita ma anche il risarcimento assicurativo per il furto di un'auto completamente ammortizzata costituirà materia imponibile per il fisco.
I riflessi sul mercato dell'auto
Nel passato si è avuto modo di vedere che il mercato italiano dell'auto è rimasto influenzato in maniera decisiva dalle scelte effettuate dal legislatore tributario, creando una modificazione dell'offerta nel segmento dei 20 cavalli fiscali.
Se gli orientamenti da ultimo seguiti dall'attuale Governo diverranno stabili, e in proposito c'è più di una perplessità, le case costruttrici proporranno per il solo mercato italiano molte versioni "undersized" di vetture di classe e cilindrate superiori con potenze limitate a 99 kilowatt.
C'è anche da chiedersi in che modo i recenti provvedimenti andranno ad influire sulle vendite dei modelli che di poco superano la soglia del superbollo. Di certo un mercato, che già di per sé era soggetto a variazioni in alcuni casi poco prevedibili, forse non aveva bisogno di interventi normativi che sicuramente andranno ad introdurre elementi di squilibrio, se non addirittura di contrazione, nelle vendite.
Spunti per una corretta politica fiscale
Un tale intervento penalizza le aziende che hanno investito per realizzare prodotti che, in un dato momento, non era prevedibile subissero penalizzazioni di natura tributaria. Ed è questo il punto. Dopo che le imprese hanno concentrato energie sul prodotto e sulla sua promozione creando, in alcuni casi, una nicchia di mercato che non c'era, il legislatore tributario mortifica gli sforzi introducendo elementi distorsivi del mercato. Una politica tributaria più attenta e rispettosa degli operatori economici dovrebbe indicare con anticipo quali sono gli obiettivi futuri tendenziali, consentendo di tener in debito conto anche eventuali aggravi di carattere tributario nella propria strategia produttiva e non subire, a cose fatte, la mano pesante del fisco ad incidere sui risultati economici finali. Se, quindi, lo Stato attraverso la politica fiscale intende disincentivare la vendita di auto con determinate caratteristiche di potenza dovrebbe con anticipo indicarlo ai produttori in maniera tale che questi possano valutare, nella strategia di prodotto, anche la variabile tributaria. Ma questo avverrebbe in un mondo ideale, oggi troppo lontano dalla realtà.
Consigliere Ordine Dottori Commercialisti di Salerno
a.annunziata@commercialistisalerno.it
|