Parla il nuovo sindaco:
«Sogno una cittÀ normale»
Al Cira di Capua
si viaggia nel futuro
Nasce GeneraImpresa,
piano multi-rischio per le pmi
Leasing, proposte innovative
su misura per le imprese
ISTITUZIONI
Parla il nuovo sindaco:
«Sogno una cittÀ normale»
Antonio ARRICALE
L’outsider Nicodemo Petteruti non è nuovo all’esperienza amministrativa: «Avrò grande attenzione per il mondo delle imprese, motore dello sviluppo»
Alle ultime elezioni amministrative s'è presentato come terzo incomodo, alla testa di una lista civica, spuntandola, alla fine, a sorpresa sui candidati dei due grandi e opposti schieramenti. Sessantasei anni, ingegnere, sposato e padre di tre figli, per quanto outsider Nicodemo Petteruti non è estraneo alla politica, né all'amministrazione dell'ente locale. In passato, infatti, è già stato assessore ai Lavori pubblici al Comune capoluogo e assessore all'Urbanistica al Comune di Maddaloni, oltre che coordinatore delle campagne elettorali del parlamentare Sandro De Franciscis, attuale presidente della Provincia, e di Ubaldo Greco, segretario provinciale dei Ds. Originario di Roccamonfina, il nuovo sindaco di Caserta conserva, al fondo, i tratti della sua terra: un vulcano apparentemente tranquillo dotato di una grande forza interna, sebbene non ostentata. Ne sanno qualcosa, per dire, i rappresentanti dei due maggiori partiti del centro sinistra, cui - nonostante le ripetute minacce di crisi - per ora ha concesso poco o nulla (al momento di andare in macchina alla sua giunta mancano, infatti, ancora gli assessori di Ds e Margherita). Ma lui non si scompone.
Sindaco, lei è un tecnico, educato alla razionalità della progettazione e alla necessità della realizzazione, possibilmente in tempi stretti: non si sente un tantino a disagio di fronte a certa fumosità della politica che ancora resiste nelle parole e negli atteggiamenti dei protagonisti?
É proprio questo che intendo fare: portare con me in questa esperienza politica la razionalità e, soprattutto, la praticità dell' ingegnere e la professionalità maturata in quaranta anni di attività. É ciò che ho messo a disposizione dal primo giorno e sono certo che la politica, pur con le sue liturgie, asseconderà questo modello, per il bene della città.
A proposito, qual è il suo sogno di città ideale e quale futuro immagina per Caserta?
Immagino una Caserta normale. É un concetto che potrebbe apparire banale ma la nostra città, in questi ultimi anni, è stata ben lontana da quei canoni di normalità e vivibilità propri di un capoluogo di provincia. La città ideale è quella strutturata in modo funzionale grazie ad un Piano urbanistico che risponda alle esigenze dei cittadini, dove i trasporti pubblici siano degni di tal nome; con un sindaco attento alle fasce più deboli della popolazione, per troppo tempo trascurate; una città capace di svilupparsi cogliendo le opportunità che arrivano dalla Regione, dal Governo centrale e dall'Europa, grazie a scelte condivise e concertate tra imprenditori, commercianti e forze sociali.
In concreto, come pensa di poter cambiare la città?
L'ho detto e ripetuto in campagna elettorale: passo dopo passo, giorno dopo giorno. Non è possibile cambiare tutto e subito, soprattutto considerando che il bilancio comunale è sull'orlo del dissesto. Occorre una politica finanziaria attenta e seria che punti all'eliminazione delle spese effimere e ad una programmazione economica basata sull'ottimizzazione delle enormi risorse e potenzialità del nostro territorio.
La Reggia, San Leucio, Caserta Vecchia sono complessi monumentali che il mondo, probabilmente, ci invidia ma che noi - per incuria, approssimazione, sottovalutazione, negligenza - non riusciamo ancora a mettere a sistema. Cosa occorre realisticamente fare, secondo lei?
Il turismo è, appunto, una delle risorse che non siamo riusciti mai a sfruttare fino in fondo. Mettere in rete i monumenti che tutto il mondo ci invidia potrebbe, però, anche non bastare. Accanto a ciò, occorre inserire Caserta in un circuito turistico più ampio che coinvolga innanzitutto la sua provincia e naturalmente tutta la regione. E qui torniamo alla carenza di trasporti e di infrastrutture che non permettono al turista di muoversi con facilità tra le bellezze di Terra di Lavoro. Provo ad immedesimarmi in un forestiero che, dopo aver visitato Reggia, San Leucio e Caserta Vecchia, voglia ammirare quella maestosa opera di ingegneria che sono i Ponti della Valle dell'Acquedotto Carolino a Valle di Maddaloni e, infine, decida di trasferirsi a Santa Maria Capua Vetere per apprezzare il nostro piccolo Colosseo, l'Anfiteatro Campano. Purtroppo, credo che il nostro amico sarebbe costretto a rinunciare al suo programma. Un esempio che mostra, come nelle condizioni attuali, sia davvero difficile riuscire a trattenere un turista nella nostra città.
Come si può realisticamente parlare di turismo con i cumuli di immondizia ad ogni angolo delle strade?
Qui tocchiamo un problema più ampio alla cui soluzione la Regione sta lavorando. Purtroppo, certo, non è bello lo spettacolo al quale assistiamo in alcuni periodi dell'anno con i sacchetti di rifiuti accumulati in strada per giorni. Ma per portare a regime un ciclo complesso come quello dei rifiuti c'è bisogno di tempo e sacrifici. Un'Amministrazione comunale può solo tentare di arginare l'emergenza come abbiamo fatto noi recentemente e offrire la massima disponibilità e collaborazione al Commissariato Straordinario.
Cosa salva della precedente amministrazione e cosa, invece, butterà via senza stare troppo a pensarci?
Salverò il salvabile, ma con un’attenzione particolare alla spesa. In città sono in corso progetti importanti con cantieri avviati. Occorrerà innanzitutto riuscire a completare quelle opere che rischiano di rimanere ferme per mancanza di soldi. Dico fermamente no invece a tutti quei progetti che vogliono distruggere Caserta, dallo scellerato piano di ristrutturazione e riconversione del Sant'Agostino alla cementificazione dell'area ex-Macrico, solo per fare degli esempi.
Gli industriali le hanno indicato quattro priorità che non ha esitato a sottoscrivere: sicurezza, semplificazione e efficacia amministrativa, sportello unico e concertazione. Pensa di poter mantenere la parola data e con quali tempi? Non crede di poter rimanere imbrigliato nelle maglie dei partiti della coalizione?
Nell'ambito della mia professione sono conosciuto come un uomo di parola e non sarà certo quest’esperienza politica ad intaccare la mia reputazione. Ripeto, però, che c'è bisogno di pazienza soprattutto per riorganizzare la macchina amministrativa, al momento lenta e poco funzionale. L'obiettivo è rendere il lavoro degli industriali quanto più fluido e veloce possibile, abbattendo i tempi di tutte le operazioni burocratiche necessarie per qualsiasi attività. Il Comune fornirà tutto il supporto che gli imprenditori, motore della città, chiederanno e valuterà con attenzione le proposte ed i consigli che l'Unione Industriali vorrà sottoporre al sindaco.
Industriali e Provincia:
un patto per lo sviluppo
Apprezzamento pieno per il metodo della concertazione, ma anche un'orgogliosa rivendicazione del ruolo determinante rivestito dall'industria all'interno del sistema economico di Terra di Lavoro. è questo il senso del messaggio che il leader degli industriali, Carlo Cicala, ha rivolto ai massimi rappresentanti della Provincia di Caserta, convenuti nella sede di Confindustria Caserta, per un confronto sul documento di linee strategiche per lo sviluppo di Terra di Lavoro elaborato dall'ente di Corso Trieste. E alla proposta di un "patto per rilanciare l'economia" rivolta dal presidente Sandro De Franciscis e ripresa dagli assessori alle Attività produttive, Francesco Capobianco, e al Bilancio, Adolfo Villani, Cicala dice senz'altro sì e rilancia: «Gli imprenditori non hanno intenzione di perdere l'opportunità offerta da questo rinnovato rapporto. In questi mesi Confindustria Caserta ha lavorato molto sui temi della ricerca e dell'innovazione ed è su questo patrimonio di esperienze che vogliamo costruire le basi per lo sviluppo del territorio».
La proposta del "patto" è stata così articolata dal presidente della Provincia: «Ritengo che la politica non possa realisticamente ipotizzare di incamminarsi da sola lungo un percorso che immagino foriero di sviluppo, senza il sostegno in particolare dell'industria. Il confronto avviato con tutte le forze sociali ed economiche della nostra provincia deve essere visto come una grande opportunità per ridisegnare il destino di questa terra. Abbiamo davanti un lungo periodo di lavoro non condizionato dagli impegni elettorali, occorre mettere ora insieme una condivisa visione di sviluppo del territorio». Il modello strategico elaborato dalla Provincia di Caserta è stato illustrato dallo staff di tecnici composto da Alfonso Cantelli, Paolo Natale e Stefano Carbonelli. Esso verte su una sorta di pentagono ai cui angoli sono poste le leve d'azione per creare le condizioni di sviluppo: Riqualificazione ambientale, Sicurezza, Infrastrutturazione del territorio, Innovazione, formazione e qualità, Internazionalizzazione. La mission "del pentagono dello sviluppo" è racchiusa nell'area centrale del grafico: Caserta e la Campania al centro della Piattaforma logistica sul Mediterraneo. E intorno ad essa, a raggiera, vengono individuate le priorità strategiche del documento: Servizi logistici avanzati, Tav, aeroporti e Portualità, Recupero urbano, Espansione del turismo, potenziamento della filiera Agroalimentare, Rilancio dei settori maturi, Sistemi industriali orientati all'innovazione al valore. Il confronto è stato approfondito grazie agli interventi di Lucio Lombardi (direttore Confindustria Caserta), Antonio Crispino (past president), Antonio Della Gatta (presidente sez. Costruttori), Antonella Luppoli (Confapi), Bruno Cortese (presidente sez. Alimentari), Francesco Marzano (presidente sez. Turismo), Giovanni Bo (Comitato P.I.) e Salvatore di Biasio (presidente Confapi Caserta).
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