eni s.p.a.
PiÙ fonti,
piÙ autonomia
di Raffaella VENERANDO
Per Paolo Scaroni, Amministratore Delegato dell’ENI S.p.A., con la decisione di puntare sui rigassificatori, il Governo si sta muovendo nella giusta direzione
Dottor Scaroni, un suo giudizio sul "Pacchetto Bersani".
Del ministro Bersani condivido sia la preoccupazione sia i rimedi annunciati rispetto al prossimo inverno e alla scarsità di gas. Sono misure necessarie per far fronte, nel breve termine, all'emergenza gas e all'eccessiva dipendenza dall'estero. Quanto al monitoraggio sul prezzo della benzina, che il ministro ha promesso come deterrente ai prezzi alti, mi sembra giusto: da noi non arriverà nessuna cattiva sorpresa.
Emergenza gas in Italia. Quali le scelte obbligatorie per il Governo?
Oggi in Italia si scaldano con il gas 2 case su 3, va a gas metà dell'industria e, caso unico al mondo, è prodotta con il gas il 60% dell'energia elettrica. Purtroppo l'Italia, che produce poco più del 10% del gas che consuma, si trova costretta a dipendere dalle importazioni estere. Due soli Paesi, la Russia e l'Algeria, forniscono all'Italia circa il 70% del suo fabbisogno di gas. Il nostro Paese deve trovare altre soluzioni rispetto ai classici gasdotti: i rigassificatori, ad esempio, ci consentirebbero di allargare l'orizzonte dei fornitori e di abbassare di conseguenza il prezzo del gas. Credo che con la decisione di puntare sui rigassificatori il Governo si stia muovendo nella giusta direzione.
Quali, secondo lei, le strade percorribili per colmare il deficit energetico del nostro Paese e far sì che per l'industria italiana il costo dell'energia pesi quanto quello dei competitors europei.
Costruire i rigassificatori è la chiave per raggiungere una maggiore autonomia del nostro Paese e avviare una vera liberalizzazione del mercato. Solo diversificando le fonti è possibile abbassare i prezzi. Ritengo altrettanto importante ribadire il concetto che non è attraverso l'indebolimento di Eni che l'Italia possa pagare meno il gas che consuma. Non capisco il ragionamento secondo cui moltiplicare il numero dei compratori di gas, che viene da pochissime fonti, faccia scendere i prezzi. Questi semmai salirebbero perché i piccoli compratori non hanno forza contrattuale sufficiente. Oggi il mercato è in mano a chi vende e non a chi compra.
Il ritorno al nucleare è un percorso praticabile?
Produrre il 60% della nostra energia elettrica da gas è una cosa che facciamo solo noi nel mondo. Ciò rende il nostro Paese più vulnerabile di quei Paesi che utilizzano più carbone e anche il nucleare. Ma qui in Italia vedo la strada del nucleare difficilmente percorribile.
Il petrolio è "a fine corsa". Quanto c'è di vero nelle dichiarazioni d'allarme di Jeremy Leggett?
In tempi come quelli che stiamo vivendo, dobbiamo rassicurare il mondo in merito al fatto che il petrolio e il gas saranno disponibili in futuro. Certo, non è più facile come una volta estrarre il petrolio perché le riserve più “facili” sono state ampiamente sfruttate. Lo sviluppo delle nuove tecnologie e i sostanziali investimenti che stanno confluendo nelle nuove frontiere dell'esplorazione e della produzione degli idrocarburi ci consentono però di rimanere piuttosto ottimisti sul futuro del petrolio. Va anche aggiunto che le recenti scoperte di nuovi giacimenti - come è avvenuto ad esempio per il giacimento gigante di Kashagan nel mar Caspio di cui Eni è operatore - portano a pensare che, entro il 2010, la capacità di produzione petrolifera globale supererà i 100 milioni di barili al giorno, circa 15 milioni di barili in più al giorno rispetto ad oggi.
|