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  Dicembre 2012

Articoli
n° 6 Luglio 2004
 




     INSERTO ASSEMBLEA DEI SOCI GENERALE 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANDREA PRETE
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FAM TRIP GERMANIA E CONTROLLI SUGLI AGRITURISMI
LE INIZIATIVE DEL GRUPPO TURISMO

"MOBILE COMPUTING"
CALCOLO E INFORMAZIONI OVUNQUE

“MOBILE COMPUTING”
CALCOLO E INFORMAZIONI OVUNQUE
I dispositivi wireless personali cambiano il nostro modo di vivere


Eugenio Zimeo e Giuseppe Di Santo
RCOST - Research Centre on Software Technology - Università degli Studi del Sannio
zimeo@unisannio.it - giuseppe.disanto@unisannio.it

I dispositivi wireless personali, quali i PDAs, i telefoni cellulari e gli smart phone stanno sempre più dominando lo scenario socio-economico di tutti i paesi industrializzati. A nostro avviso, nell'immediato futuro, la loro diffusione sarà ancora di più agevolata dall'introduzione di tecnologie di comunicazione flessibili ed economiche, quali Bluetooth. La disponibilità di Bluetooth sulla maggioranza di dispositivi wireless personali presenti in commercio renderà possibile soddisfare meglio il desiderio di connettività di molti utenti. Infatti, in aggiunta ai comuni canali di comunicazione, quali GSM, GPRS e UMTS, Bluetooth consentirà la comunicazione locale (10 m) tra dispositivi pari e con i server. Inoltre, grazie alla disponibilità di antenne a lungo raggio di copertura e alla possibilità di creare le cosiddette scatternet (una sorta di Internet di piccole reti Bluetooth dette piconet), i dispositivi dotati del canale Bluetooth potranno comunicare anche in spazi più ampi. Ne consegue che nei prossimi anni i dispositivi mobili con supporto alla comunicazione via Bluetooth saranno impiegati in nuovi e stimolanti scenari:
- utilizzando il proprio dispositivo mobile wireless sarà possibile ricevere flussi voce provenienti dalle reti di telefonia fissa; in questo modo, il dispositivo mobile personale potrà essere impiegato come terminale cordless per la telefonia fissa in un modo molto più flessibile rispetto agli attuali cordless;
- il proprio dispositivo personale potrà essere utilmente impiegato come terminale per la visualizzazione di presentazioni e filmati nei musei;
- nei grandi open space sarà possibile impiegare i dispositivi mobili per l'intrattenimento; la presenza di scatternet in spazi estesi, quali gli aeroporti e le stazioni ferroviarie, renderà accessibili server locali per la fruizione di contenuti informativi e giochi.
A fronte della loro ormai ampia diffusione, i dispostivi wireless personali non sono ancora dotati di framework e metodologie che supportino gli sviluppatori di codice nella scrittura delle applicazioni. Infatti, se da una parte, l'ingegneria del software, negli ultimi due decenni, ha focalizzato l'attenzione sulla modellazione, l'analisi, la simulazione e l'implementazione assistita di sistemi software di dimensioni sempre maggiori, la natura eterogenea, altamente distribuita e mobile dei dispostivi wireless personali ha introdotto nuovi problemi che impattano sull'intero ciclo di vita del software. Questo nuovo insieme di problemi è oggi caratterizzato in letteratura come "programming in the small and many" in contrapposizione alla "programming in the large" che ha caratterizzato l'evoluzione della programmazione e della ingegneria del software negli ultimi decenni. Infatti, i problemi chiave dello sviluppo del software per dispositivi personali wireless sono correlati alle limitazioni (small) della potenza di elaborazione, della capacità di memorizzazione, della visualizzazione della grafica, della connettività e alla loro eterogeneità e pervasività (many). La capacità limitata di potenza di elaborazione e di memorizzazione influenza negativamente la possibilità di effettuare elaborazioni complesse e di lavorare su ampi insiemi di dati. In particolare, queste limitazioni impediscono ai dispositivi mobili l'accesso alle tecnologie ampiamente diffuse nel mondo aziendale. Una notevole restrizione dei dispositivi mobili è determinata sia dalla dimensione ridotta che dalla bassa risoluzione degli schermi grafici. Alcuni dispositivi, quali i pocket-PCs, presentano una risoluzione di 240 x 320 pixel, molti palmtop presentano una risoluzione di 160 x 160 pixel, mentre i telefoni cellulari una dimensione di schermo e una risoluzione ancora più bassa. Inoltre, la larghezza di banda ridotta e l'elevata latenza di molti canali disponibili limitano l'impiego di alcuni framework progettati per computer desktop. Comunque, la più grande restrizione sullo sviluppo del software per i dispositivi mobili deriva dalla loro eterogeneità, che rende difficile il porting di applicazioni tra ambiente desktop e mobile e tra mobile e mobile. Attualmente le applicazioni disponibili sui dispositivi mobili in commercio, soprattutto quelli più limitati come i telefoni cellulari, sono sviluppate e fornite dai produttori stessi. Anche utilizzando J2ME, una piattaforma Java appositamente progettata per supportare applicazioni su dispositivi di piccole dimensioni, spesso si è costretti a fornire servizi e applicazioni in modo differenziato rispetto all'hardware dell'utente, con conseguente aumento di costi di sviluppo e manutenzione e aggravio della complessità operativa. In aggiunta ai problemi già citati, la natura "power consuming" e "resource demanding" delle applicazioni desktop richiede che queste siano necessariamente decomposte in gruppi di componenti da distribuire tra device mobile e uno o più server. Quanto esposto evidenzia chiaramente la necessità di disporre di metodologie, supportate da framework o middleware, per lo sviluppo di applicazioni e servizi che siano realmente indipendenti dalle piattaforme hardware e che forniscano strumenti semplici ed efficaci per sviluppare applicazioni nel minor tempo possibile e manutenerle con costi ridotti. Studi recenti indicano che un approccio promettente è applicare i principi delle architetture software allo sviluppo di sistemi software basati su dispositivi con risorse limitate. Comunque, perché questi modelli diventino utili in ambito di sviluppo, dovrebbero supportare sia la fase di implementazione che di evoluzione del software e facilitare la convergenza tra i sistemi fissi e quelli mobili offrendo la possibilità di sviluppare applicazioni adattative. Queste ultime mostrano comportamenti differenziati al variare del dispositivo su cui sono eseguite, spaziando dall'adattatività dell'interfaccia utente fino alla distribuzione adattativa delle componenti della logica applicativa in funzione di parametri legati ai ritardi di comunicazione, alla potenza elaborativa o al consumo di energia. Interessante in questo contesto sarà la possibilità di migrare su richiesta sessioni di lavoro da un dispositivo mobile verso un altro mobile o fisso con il duplice obiettivo di recuperare il lavoro in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo e di cambiare a volo il terminale sulla base di requisiti prestazionali specifici di alcune applicazioni o contenuti. L'impatto che le problematiche proposte produrranno nel mondo dell'informatica dei prossimi anni dipende da diversi fattori. Se il trend tecnologico sarà quello di aumentare sempre più la larghezza di banda lasciando inalterate le altre caratteristiche dei dispositivi mobili, allora la ricerca in questo contesto sarà sempre più stimolante. Viceversa, qualora i dispositivi dovessero diventare più potenti, probabilmente le problematiche illustrate diventeranno meno interessanti per la ricerca, almeno per alcuni contesti applicativi. Sebbene, lo stato di avanzamento della tecnologia sembra dare ragione alla prima ipotesi, se dovesse prendere piede la seconda, comunque, non sarebbero da sottovalutare gli altri possibili domini applicativi della "programming in the small and many", primi fra tutti quelli della domotica e delle reti di sensori.


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