ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli - n° 1 Gennaio/Febbraio 2004
 



S.O.S. IMPRESE - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

LA VICENDA PARMALAT
OSSERVAZIONI IN AGRODOLCE

LAVORO E PREVIDENZA
NELLA FINANZIARIA 2004 NUOVE MISURE

SOCIETA' DI TRASFORMAZIONE URBANA
UNO STRUMENTO SOTTOUTILIZZATO

LA VICENDA PARMALAT
OSSERVAZIONI IN AGRODOLCE
Passato, presente e futuro del nostro Paese in gioconella Enron parmigiana

di Gennaro Stellato
Avvocato civilista

studiostellato@tiscalinet.it

Potrà sembrare strano, dopo un anno molto intenso speso ad affrontare ed approfondire tematiche importanti relative alla vita dell'impresa, soffermarsi su un argomento apparentemente più superficiale. In realtà il problema evidenziato, peraltro sempre esistito nella nostra società, tende sempre più ad assumere rilevanza soprattutto se inserito nel contesto generale e quello ancor più rilevante dell'economia globalizzata.
Non bisogna certamente scomodare i ricordi scolastici relativi ai "Promessi Sposi" per evidenziare, ricordando "l'azzeccagarbugli" quanto il linguaggio giuridico in senso stretto sia sempre stato visto in modo ostile o, almeno, volutamente oscuro.
Rappresenta in un certo senso una sorta di patrimonio della nostra civiltà questa forma di bizantinismo giuridico che, unita alla nostra indubbia fantasia, ha sempre costituito e, sia pure in misura minore, costituisce ancora un elemento caratterizzante la vita di tutti i giorni. Certamente vi è stata una forte evoluzione-involuzione del linguaggio legato a tutta una serie di fattori anche esterni che hanno finito per condizionare anche gli aspetti linguistici della nostra vita.
Nel campo strettamente giuridico il cambiamento appare molto marcato. Innanzitutto, va detto senza mezzi termini, il livello culturale, inteso nel senso classico, è calato vertiginosamente. Ciò è addebitabile ad una profonda crisi del sistema scolastico che non ha saputo contemperare un tipo di insegnamento tradizionale con le mutate realtà della nuova società. Ma è altrettanto indubbio che i fenomeni legati a tutto il contesto sociale corrono a velocità supersonica e non è oggettivamente facile riuscire a seguirne l'evoluzione.
Resta il fatto che gli atti giuridici sono, nella maggior parte dei casi, ridotti all'essenziale. Si guarda e si approfondisce l'aspetto fattuale e non la sua configurazione giuridica. Si tende ad infarcire l'elaborato di citazioni di sentenze e dottrina per mascherare forse la carenza di originalità di idee proprie. La prosa è composta di periodi brevi, secchi evitando addirittura l'uso dei verbi. Il congiuntivo è sempre più raro e la tendenza è prevalentemente quella di dare a chi legge e decide un substrato alla propria tesi senza preoccuparsi minimamente di distruggere quella avversaria.
Manca cioè una dialettica vera e propria. Certamente il linguaggio troppo ridondante, infarcito di citazioni latine e di autocompiacimento appare oggi, sotto molti aspetti, quasi ridicolo ma quel modo di esprimersi presupponeva a monte una sorta di cultura anche generale che non poteva non dare all'atto una valenza superiore. Il dato di fatto è che si è passati forse da un estremo all'altro anche perché se, da un lato, si tende a scrivere poco e in modo essenziale, ciò è dovuto anche al fatto che chi legge tende a non accettare elaborati lunghi che comportino valutazioni approfondite da sviluppare. Risulta molto più facile scegliere e sposare una tesi senza una qualsiasi forma di critica nei confronti dell'altra. Per quanto attiene il mondo imprenditoriale occorre affermare che, in tale settore vi è stata da molti anni una sostanziale anticipazione di una forma di linguaggio essenziale e pragmatica. Tale tendenza si è accentuata con l'uso sempre più frequente, dei moderni sistemi di comunicazione: chi invia e-mail, sms e parla attraverso il telefono cellulare deve necessariamente ridurre all'osso la forma di espressione. Ovviamente, nell'ottica della globalizzazione, il predetto indirizzo si accentua sempre di più proprio per evitare questioni interpretative. Il problema sorge quando i due mondi si incontrano per la soluzione di una vertenza o per esaminare una situazione particolare. Far sedere allo stesso tavolo il giurista e l'imprenditore è oggi certamente più difficile di ieri soprattutto in considerazione del fatto che l'evoluzione della legislazione crea sempre di più una serie di percorsi ad ostacoli la cui logica di percorrenza è difficile da individuare.
Da un lato, l'imprenditore tende ad una visione estremamente semplice cercando di imporre una strategia in tale ottica, dall'altro lato, il giurista è costretto a ricordare i limiti che il predetto comportamento incontra.
Da tale incontro-scontro nasce spesso una sorta di dialettica dalla quale sortisce un risultato vagamente irreale dove le rispettive priorità vengono spesso salvate attraverso una sorta di compromesso linguistico sostanziale dove tutti restano soddisfatti e, nello stesso tempo, delusi. Questa tendenza risulta in maniera inequivocabile negli atti giuridici classici con sbocco giudiziario; la differenza si annulla, invece, nell'ambito contrattualistico dove le rispettive esigenze riescono a contemperarsi in maniera positiva e dove la dialettica con la controparte è finalizzata all'incontro e non allo scontro. Resta comunque il fatto che il problema dell'uso di un linguaggio comune è di estrema attualità e, in prospettiva, di difficile soluzione. Basta vedere, infatti, in quale modo parlino oggi i giovani, futuri giuristi o imprenditori non ha importanza, per rendersi conto che i confini di questo mondo si allungano sempre di più.
La tendenza è quella, tipicamente di scuola anglosassone, di semplificare, ridurre ma non bisogna dimenticare che tale ottica porta spesso all'errore in quanto la rapidità non si sposa sempre con la necessità dell'approfondimento del tema.
Credo che nessuno rimpianga il linguaggio paludato, pieno di aforismi, citazioni che ha contraddistinto la nostra civiltà giuridica per decenni e ciò risulta evidente quando si leggono sentenze che per pagine e pagine affrontano in modo eccessivo tematiche che in sostanza oggi sono considerate risibili. E ciò per il gusto esclusivo di una forma di compiacimento culturale.
La cultura, in tutte le sue accezioni, dovrebbe essere finalizzata ad una sorta di costruzione di un nuovo linguaggio che, da un lato, dovrebbe guardare alla naturale evoluzione delle forme di comunicazione della società e, dall'altro, conservare e tutelare quel patrimonio giuridico che, comunque, è alla base di tutti i sistemi. Il mondo imprenditoriale, sotto questo profilo, dovrebbe farsi carico di accettare delle regole valide per tutti dove possano tranquillamente trovare spazio quelle tematiche giuridiche che, comunque, non possono essere ignorate.
Ne risulterebbero avvantaggiati tutti i rapporti di natura economica e giuridica e, probabilmente si riuscirebbero ad evitare quelle conflittualità spesso puramente strumentali che caratterizzano oggi la società. In tale prospettiva potrebbero guadagnarci tutti perché attraverso la certezza del linguaggio si ottiene anche una chiarezza dei rapporti complessivi: in tal modo il lavoro potrebbe essere per tutti più proficuo.
In caso contrario si accentuerebbe una sorta di tendenza oggi strisciante che, al contrario, per evitare potenziali problematiche di tipo giudiziario, è portata ad inserire ed infarcire atti, contratti o ogni documento avente valenza economica di tutta una serie di dichiarazioni mignon, di aggiunte, di reiterazioni di concetti per i quali basterebbe il semplice richiamo alla normativa vigente. In sostanza il divario fra linguaggio giuridico ed imprenditoriale o commerciale è molto più ridotto di quanto si creda.
Basterebbe poco per percorrere insieme la stessa strada. Indubbiamente un rilevante contributo dovrebbe darlo il Legislatore eliminando tutta quella normativa superata ed obsoleta che troppo spesso, in chiave interpretativa, allontana i due mondi.

Download PDF
scarica il files
gennaio/febbraio - 3.124 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it