OBR CAMPANIA E FORMAZIONE CONTINUA
IL RUOLO DEGLI ORGANISMI BILATERALI
Forum con i rappresentanti del rilevante Ente
paritetico
di Vito Salerno
La Campania ha bisogno di competenze. Ecco perché deve crescere
l'impegno che le aziende riservano alla formazione dei dipendenti. Nel
corso del 2003 si è conclusa la fase transitoria di avvio dei
Fondi paritetici interprofessionali, i nuovi organismi nati con l'obiettivo
di promuovere la formazione continua di operai, impiegati, dirigenti
per una larga parte di aziende italiane. Nel 2004 una quota rilevante
delle risorse derivanti dal contributo dello 0,30% sarà trasferita
periodicamente dall'Inps ai Fondi interprofessionali. Queste si andranno
ad aggiungere ai centonovanta milioni di euro già stanziati nella
fase transitoria attraverso due decreti del Ministero del Welfare. Fondimpresa è il
fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua dei lavoratori
costituito da Confindustria in uno alle Organizzazioni Sindacali. L'Obr,
organismo bilaterale per la formazione in Campania, diventerà la
struttura regionale di Fondimpresa. I nuovi vertici dell'organismo sono
il Presidente Alfredo Loso, delegato di Confindustria Campania, e il
Vicepresidente Pasquale Iorio, designato dei sindacati confederali Cgil,
Cisl e Uil, che succedono rispettivamente a Fulvio Bartolo e Costantino
Formica. Con tutti e quattro abbiamo realizzato un forum sul tema della
formazione nella nostra regione, che vi presentiamo in questo numero.
Cosa sono e quando sono nati gli Obr?
Alfredo Loso: L'obiettivo principale dell'Obr è promuovere in Campania
il miglioramento dei sistemi di formazione, orientamento e riqualificazione
professionale. Il valore aggiunto del nostro organismo è costituito
dalla condivisione di interessi e dalla capacità di guardare insieme,
nel rispetto delle parti, a obiettivi comuni.
Costantino Formica: L'impulso alla loro creazione avvenne a livello nazionale.
Nel 1993, le politiche di concertazione molto sentite allora dalle parti
sociali portarono alla definizione del primo straordinario accordo sulla
politica dei redditi, resosi necessario per contrastare l'inflazione crescente.
Accanto ai problemi del reddito vi era la questione della qualificazione
e della competitività delle risorse e venne stipulato un accordo
che però ha stentato a consolidarsi. È, infatti, solo dal
1996 che si afferma il concetto di pariteticità, presupposto indispensabile
per la costituzione degli organismi bilaterali. Questi dovevano occuparsi
delle questioni legate alla crisi del mercato del lavoro determinata dall'incapacità di
far incontrare la domanda con l'offerta.
La formazione era considerata uno strumento importante per orientare
sia la domanda che l'offerta e per favorirne l'incontro, ma anche per migliorare
la competitività sia delle imprese sia dei lavoratori, attraverso
la garanzia dell'aggiornamento continuo delle competenze.
Venne in definitiva affermato che la crescita dell'impresa non può fondarsi
soltanto su di un'accorta politica di mercato e finanziaria, ma si basa
soprattutto sulla valenza delle risorse umane interne.
Alfredo Loso e Fulvio Bartolo
Qual è il ruolo e il valore della formazione
professionale, e in particolare del concetto di formazione continua,
per le aziende e i sindacati?
Costantino Formica: La formazione è legata in primo luogo all'aggiornamento
delle risorse e delle competenze, al fine di sostenere le innovazioni di
processo e di prodotto che le imprese devono realizzare per essere competitive
nel mercato globale. Altro aspetto è l'addestramento iniziale o in
ingresso dei lavoratori, per consentire loro di attuare nel migliore dei
modi le mansioni attribuite. Tuttavia l'adeguatezza nello svolgimento della
prestazione lavorativa è legata ai rapidi cambiamenti tecnologici
che impongono un analogo processo costante di formazione delle risorse
umane.
Cosa sono i fondi interprofessionali per la formazione continua dei lavoratori?
Alfredo Loso: Essi sono la logica prosecuzione della strategia bilaterale,
fondata sul valore aggiunto della condivisione delle competenze delle
associazioni datoriali e del sindacato, per impostare e dare vita a un
progetto comune di crescita del territorio, nel senso di miglioramento
sia della competitività delle aziende che del benessere dei lavoratori.
Dal 1978 le imprese versano all'Inps lo 0,30% del monte salari dei lavoratori.
Questa quota ha rappresentato per anni una cifra considerevole alla quale
il Ministero del Lavoro ha attinto per sostenere degli interventi solo
in parte collegati all'obiettivo della formazione. Il problema è,
invece, dare risposta ai bisogni rilevati sul territorio. È su
questo che ci confrontiamo per realizzare lo sviluppo, poichè è sul
territorio che sono presenti le imprese e i lavoratori, intesi come risorse
capaci di soddisfare le richieste dell'azienda con competenze adeguate.
L'istituzione dei fondi interprofessionali intende dare risposta a questa
esigenza e apre un processo di vera e propria evoluzione culturale degli
apparati locali e formativi. La formazione è infatti una leva importante
per la crescita complessiva del sistema territoriale. È necessario
fornire assistenza alle aziende nel momento in cui queste devono interpretare
i propri bisogni organizzativi, nei quali rientrano le esigenze di formazione.
Essere in grado, cioè, di analizzare i processi interni delle imprese,
le situazioni critiche, definendo le risposte risolutive da affidare alle
agenzie formative e agli Enti specializzati. Il progetto, il percorso formativo,
dovrà essere poi valutato e supportato da Fondimpresa che ne diagnosticherà la
legittimità.
Costantino Formica e Pasquale Iorio
Quali le opportunità e le sfide legate al processo
di delega dalla legge nazionale 236/92 per la formazione continua al
decentramento regionale (in Campania con la gestione della misura 3.9)?
Fulvio Bartolo: Con la legge 236 si è determinato l'avvio del finanziamento
attraverso bandi regionali per la formazione continua in tutte le imprese.
La prima fase applicativa della legge è stata caratterizzata a livello
regionale da una forma di finanziamento a pioggia di progetti mai conclusi.
Circa 10 milioni di euro non sono stati spesi e stiamo, quindi, operando
un recupero di questi fondi residui degli ultimi anni. Nella seconda
fase, in seguito a un lungo periodo di concertazione tra le parti sociali,
si è costruita
una ipotesi di procedura di finanziamento in cui sono stati favoriti
i raggruppamenti di imprese, i progetti intersettoriali, territoriali o
di filiera. Questa scelta tiene conto delle ridottissime dimensioni, in
termini di forza lavoro impiegata, delle aziende campane. La polverizzazione
delle attività formative
determina, infatti, notevoli costi e al fine di realizzare economie di
scala è opportuno
che le imprese condividano la formazione per alcuni processi comuni.
I progetti sono poi stati monitorati e valutati dall'Obr. Fondimpresa continuerà a
lavorare su questa strada evitando di sostenere una miriade di progetti
sparsi sul territorio, mirando all'accorpamento degli stessi. L'aspetto
negativo della 236 cui Fondimpresa deve porre rimedio è la lunga
tempistica, inaccettabile per le aziende che devono costantemente aggiornare
le competenze delle risorse umane per rimanere competitive su un mercato
in continua evoluzione. La legge 236 ha viaggiato con un anno di ritardo,
perché solo dopo dodici mesi dalla presentazione dei progetti è stata
determinata la graduatoria delle attività ammesse e finanziabili,
delle ammesse e per ora non finanziabili e dei progetti respinti. Fondimpresa
però non potrà assolutamente funzionare così ma dovrà,
da una parte, rispettare il tempo predefinito di quarantacinque giorni
per far conoscere l'esito dei progetti presentati e, dall'altra, realizzare
un'operazione di accorpamento dei progetti.
Costantino Formica: Una delle sfide per noi fondamentali, infatti, sarà quella
della qualità. L'imprenditore pretende un valore aggiunto rispetto
al servizio da sempre offerto dalla Regione. Innanzitutto snellire i
tempi di risposta rispetto al passato ma anche sapere come sono gestite
queste risorse e quali i costi generali. Non si può essere spreconi;
bisogna gestire al meglio e in modo trasparente le risorse.
Quali sono gli obiettivi generali e specifici che Fondimpresa intende
conseguire in termini quantitativi e qualitativi?
Alfredo Loso:
Fondimpresa avrà realizzato un traguardo importante
nel momento in cui l'azienda sentirà il bisogno di accedere alla
formazione in modo continuo al di là del fatto che questa venga finanziata.
Questo atteggiamento non è proprio della cultura del nostro attuale
sistema imprenditoriale. Gli obiettivi politici di fondo sui quali si
misurerà la
sfida dei fondi interprofessionali gestiti dalle parti sociali sono:
costruire un sistema di formazione continua in Italia all'altezza delle
aspettative che, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, risulta ancora
assestata al penultimo posto in Europa per il numero di imprese che realizzano
attività formative;
uscire dalle vecchie logiche di finanziamento dei progetti, promuovendo
una pratica contrattuale capace di costruire piani formativi, aziendali,
settoriali, territoriali e individuali per rafforzare le competenze dei
lavoratori occupati, utilizzando gradualmente lo 0,30% del monte salari
che le imprese versano all'INPS, in base alla legge 845/78. Le responsabilità dell'Obr
sono l'informazione e la pubblicità per la promozione delle opportunità offerte
dai Fondi, l'assistenza tecnica ai soggetti responsabili dei progetti
formativi, l'analisi della domanda e dei fabbisogni, la valutazione e selezione
dei progetti. All'interno di Fondimpresa nazionale vi sono due livelli di
intervento, rappresentati dai comitati tecnici scientifici sulla formazione
professionale e la sicurezza. I due comitati di indirizzo creano le linee
guida d'azione sulle quali impostare dei macro ragionamenti. La sicurezza,
invece, è un
argomento estremamente dinamico e delicato per le imprese e i lavoratori
da presidiare con grande attenzione.
Fulvio Bartolo: Essa rappresenterà una delle tematiche all'interno
dei piani formativi nella quale ci sarà una modularità. Diverse
sezioni da sviluppare attraverso, ad esempio, la formazione a distanza.
Altre materie a contenuto trasversale da affrontare con il medesimo sistema
saranno quelle legate alle procedure di qualità, alle lingue straniere,
all'utilizzo delle strumentazioni informatiche.
Quali sono le risorse finanziarie a disposizione?
Fulvio Bartolo: Le risorse sono direttamente collegate alle imprese e
al numero di lavoratori iscritti. Inoltre, c'è un livello di solidarietà che
ammonta a circa il 7% del finanziamento nazionale.
Costantino Formica: Questo è un meccanismo di perequazione, una sorta
di federalismo solidale di Fondimpresa. Visto che l'ambiente imprenditoriale
del Mezzogiorno è più debole in quanto a intensità produttiva
di quello del Nord, il Sud rischierebbe di ottenere meno risorse proprio
perchè i fondi sono legati al numero di lavoratori. Il 7% è una
quota importante e consistente per ridurre questo divario tra Nord e Sud.
Pasquale Iorio: I dati aggiornati a livello nazionale consentono di dare
un'idea dell'entità del processo, che le parti sociali si troveranno
a gestire per quanto riguarda i fondi paritetici. A dicembre 2003 è emerso
questo dato complessivo: registriamo l'adesione di 3.855.650 lavoratori
coinvolti, rispetto ai 400.000 dell'ultima legge 236. Hanno aderito ai diversi
fondi 284.000 imprese. In particolare per Fondimpresa, 1.780.000 lavoratori
per 35.000 aziende. In generale il 40% dei lavoratori di tutti i settori
produttivi e il 21% delle aziende saranno interessati dagli interventi di
fondi paritetici. Tutto ciò rappresenta un indubbio positivo risultato
ottenuto con una campagna di informazione che non ha avuto un forte impatto
all'esterno anche nelle articolazioni territoriali regionali.
Questi importanti risultati sono stati ottenuti senza un grande sforzo
comunicativo. D'ora in poi, però, che ruolo avrà la comunicazione
per la promozione delle diverse attività dell'Obr Campania?
Pasquale Iorio: Innanzitutto adegueremo gli strumenti di comunicazione
partendo dal rilancio del sito www.obrcampania.it. Esso rappresenterà la
banca dati di riferimento e di documentazione sui fondi paritetici e un
luogo di confronto e dialogo. è indispensabile svolgere una comunicazione
mirata, documentata, facendo in modo che il sito diventi uno strumento di
servizio. Verrà, inoltre, programmata e avviata un campagna di informazione
e di comunicazione per favorire il confronto con le istituzioni regionali
e provinciali, con le strutture associative sia datoriali che del sindacato,
con la Conferenza dei Rettori, la Direzione scolastica regionale e con il
mondo delle agenzie formative. Sul terreno dell'informazione e della comunicazione,
il coinvolgimento delle aziende e dei lavoratori determina un salto di qualità anche
rispetto alla partecipazione alle attività formative. Ciò è necessario
tenendo conto dell'enorme mole di investimenti da realizzare che presuppongono
una solida capacità di relazione e di confronto con il sistema istituzionale,
con il mondo scolastico, le Università, le agenzie formative. Inoltre,
attraverso la collaborazione con la rivista Costozero, intendiamo rivolgerci
in maniera continua agli imprenditori campani. Ancora, solleciteremo i media
per offrire documentazioni approfondite e contenuti di qualità.
Fulvio Bartolo: L'Obr Campania ha ricevuto apprezzamenti a livello nazionale
per la capacità progettuale dimostrata. La bilateralità è un
valore aggiunto se si riesce a pervenire alla definizione di obiettivi comuni
partendo da posizione e interessi diversi. E la risorsa umana è l'obiettivo
principale sia delle imprese che dei rappresentanti dei lavoratori. Risultati
eccezionali sono stati raggiunti con una debole campagna pubblicitaria ma
solo attraverso la comunicazione interpersonale e il passaparola. È arrivato
però il momento di diffondere i dati positivi alla totalità delle
imprese interessate dal fenomeno affinché il 30 giugno, data in cui
queste dovranno rinnovare ogni anno l'adesione ai fondi, si possano registrare
sempre aumenti nel numero di soggetti coinvolti.
Quali saranno i criteri e le modalità per la
gestione delle risorse finanziarie, oltre che le procedure per la presentazione,
valutazione e finanziamento dei piani formativi?
Costantino Formica: Fino a oggi la Regione ha applicato criteri concorsuali,
più o meno discutibili, ma che tutto sommato hanno retto per diverso
tempo. Con Fondimpresa, la difficoltà è garantire invece il
meccanismo oggettivo dell'automaticità nella valutazione. Inoltre,
dovremo assicurare la effettiva realizzazione dei progetti presentati. Una
parte importante delle risorse è destinata a progetti territoriali
innovativi soprattutto miranti all'integrazione intersettoriale per favorire
in definitiva un'affermazione di cultura di distretto. Uno dei problemi
della piccola impresa meridionale è proprio quello del suo isolamento.
Il nostro compito sarà di stimolare una progettualità adeguata
alle reali esigenze del territorio.
Pasquale Iorio: Il primo requisito di ammissibilità di ogni piano
formativo è la contrattazione aziendale. L'imprenditore, in base
ai fabbisogni formativi, avanza cioè una proposta alla rappresentanza
sindacale. All'interno dell'Obr, poi, è presente una tecnostruttura
di competenze per una prima valutazione di ammissibilità.
Stando alle ultime analisi dei fabbisogni formativi, quali sono i profili
professionali che hanno maggiore incidenza sulla vita aziendale, quelli
più richiesti e le figure per le quali si incontrano difficoltà di
reperimento?
Fulvio Bartolo: L'analisi consiste in un'indagine telematica realizzata
presso le aziende del campione individuato. Le domande si riferivano sia
alla possibilità che le singole figure venissero in futuro ancora
richieste, sia alla difficoltà di reperimento sul mercato del lavoro
delle professionalità, sia all'incidenza della risorsa nell'attività dell'impresa.
L'attenzione dell'Obr si concentra logicamente su quelle figure professionali
di cui si prevede una domanda crescente e che contemporaneamente sono di
difficile reperimento sul mercato. È su questa categoria di professionalità dunque
che si dovranno costruire i progetti formativi.
Alfredo Loso: L'analisi dei fabbisogni rappresenta insomma uno strumento
professionale molto importante che consente a chi fa programmazione sul
territorio come la Regione e la Provincia di disporre dello scenario di
riferimento. È indispensabile individuare i bisogni del territorio.
In altre parole non si può partire dall'offerta ma dalla domanda.
Costantino Formica: Una sfida difficile è stata la certificazione
delle competenze.
Stiamo completando la nostra indagine dei fabbisogni mettendo a punto
una metodologia per la certificazione delle competenze attraverso la definizione
di standard formativi che consentano di confrontare le qualifiche tra un
territorio e l'altro. Bisogna far sì che due enti formativi, attraverso
il rispetto degli standard indicati, costruiscano competenze professionali
tra loro interscambiabili e spendibili sul mercato del lavoro a livello
nazionale ed europeo. La certificazione delle competenze acquisite dai lavoratori
deve essere compito delle parti sociali sulla base della formulazione di
progetti concordati, approvati, gestiti, monitorati dagli enti bilaterali.
Qualche esempio sui differenti livelli di incidenza, fabbisogno e difficoltà di
reperimento di alcuni profili professionali.
Fulvio Bartolo: In Campania le aziende dell’informatica hanno forte
difficoltà a reperire progettisti di architetture di sistemi informativi;
l’85% delle aziende prevede che crescerà la presenza di queste
figure al loro interno: abbiamo così rilevato una tensione del mercato
del lavoro e la necessità di rispondere con inteventi formativi a
un fabbisogno di professionalità. Il fabbisogno di figure amministrative
e commerciali risulta in questo settore, invece, stazionario.
In che modo razionalizzare e regolamentare l'utilizzo
di uno strumento sempre più diffuso come lo stage?
Fulvio Bartolo: Perché lo stage non diventi una visita guidata all'interno
dell'azienda è necessario definire il numero massimo di stagisti
in relazione alla struttura dell'impresa interessata. Poiché il numero
medio di dipendenti delle aziende della Campania, secondo i dati delle Camere
di Commercio della nostra regione, è di 9,8 persone, siamo convinti
che il rapporto possa essere di uno stagista per ogni dieci dipendenti,
perché l'esperienza possa essere realmente formativa.
Che tipo di rapporto si è instaurato ad oggi
con la Regione Campania?
Pasquale Iorio: Alla Regione Campania, da anni, stiamo ponendo il problema
di realizzare un sistema nel quale il criterio di certificazione e di
valutazione delle competenze e degli standard diventi il punto di riferimento
per l'elaborazione dell'offerta formativa, della sua efficacia e della
sua effettiva produttività. Dal confronto istituzionale, caratterizzato
anche da momenti piuttosto critici, adesso bisogna pervenire a definire
le necessarie integrazioni per evitare sovrapposizioni inutili, puntando
invece a una logica di rete tra i livelli istituzionali.
Fulvio Bartolo: Per un lungo periodo iniziale abbiamo registrato un fermo
rifiuto dell'assessorato della Buffardi a riconoscere il ruolo e il concetto
della bilateralità. A questo mancato riconoscimento della funzione
e del ruolo dell'Obr è seguita un'apertura di credito con alcuni
segnali di intenzione di confronto. L'unica funzione attribuita dalla Regione è stata
quella di osservatorio sull'apprendistato. È assolutamente necessario
invece un tavolo tecnico per il coordinamento delle complesse e molteplici
attività.
Alfredo Loso: Questi segnali che riceviamo dal dialogo con la Regione
Campania rafforzano le prospettive di una migliore interazione tra istituzioni
ed enti bilaterali. Questi ultimi sono portatori delle istanze e dei fabbisogni
professionali dei rispettivi settori, agiscono sullo stesso ambito della
formazione e sul medesimo territorio regionale, hanno interlocutori comuni.
Tutto questo mi porta sostenere che ciascuno debba impegnarsi a trovare
forme di collaborazione e coordinamento adeguate alle sfide dello sviluppo
regionale per affermare di più e meglio la pratica della bilateralità. |