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  Dicembre 2012

Articoli - n° 1 Gennaio/Febbraio 2004
 



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OBR CAMPANIA E FORMAZIONE CONTINUA
IL RUOLO DEGLI ORGANISMI BILATERALI
Forum con i rappresentanti del rilevante Ente paritetico

di Vito Salerno


La Campania ha bisogno di competenze. Ecco perché deve crescere l'impegno che le aziende riservano alla formazione dei dipendenti. Nel corso del 2003 si è conclusa la fase transitoria di avvio dei Fondi paritetici interprofessionali, i nuovi organismi nati con l'obiettivo di promuovere la formazione continua di operai, impiegati, dirigenti per una larga parte di aziende italiane. Nel 2004 una quota rilevante delle risorse derivanti dal contributo dello 0,30% sarà trasferita periodicamente dall'Inps ai Fondi interprofessionali. Queste si andranno ad aggiungere ai centonovanta milioni di euro già stanziati nella fase transitoria attraverso due decreti del Ministero del Welfare. Fondimpresa è il fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua dei lavoratori costituito da Confindustria in uno alle Organizzazioni Sindacali. L'Obr, organismo bilaterale per la formazione in Campania, diventerà la struttura regionale di Fondimpresa. I nuovi vertici dell'organismo sono il Presidente Alfredo Loso, delegato di Confindustria Campania, e il Vicepresidente Pasquale Iorio, designato dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, che succedono rispettivamente a Fulvio Bartolo e Costantino Formica. Con tutti e quattro abbiamo realizzato un forum sul tema della formazione nella nostra regione, che vi presentiamo in questo numero.

Cosa sono e quando sono nati gli Obr?
Alfredo Loso: L'obiettivo principale dell'Obr è promuovere in Campania il miglioramento dei sistemi di formazione, orientamento e riqualificazione professionale. Il valore aggiunto del nostro organismo è costituito dalla condivisione di interessi e dalla capacità di guardare insieme, nel rispetto delle parti, a obiettivi comuni.
Costantino Formica: L'impulso alla loro creazione avvenne a livello nazionale. Nel 1993, le politiche di concertazione molto sentite allora dalle parti sociali portarono alla definizione del primo straordinario accordo sulla politica dei redditi, resosi necessario per contrastare l'inflazione crescente. Accanto ai problemi del reddito vi era la questione della qualificazione e della competitività delle risorse e venne stipulato un accordo che però ha stentato a consolidarsi. È, infatti, solo dal 1996 che si afferma il concetto di pariteticità, presupposto indispensabile per la costituzione degli organismi bilaterali. Questi dovevano occuparsi delle questioni legate alla crisi del mercato del lavoro determinata dall'incapacità di far incontrare la domanda con l'offerta.
La formazione era considerata uno strumento importante per orientare sia la domanda che l'offerta e per favorirne l'incontro, ma anche per migliorare la competitività sia delle imprese sia dei lavoratori, attraverso la garanzia dell'aggiornamento continuo delle competenze.
Venne in definitiva affermato che la crescita dell'impresa non può fondarsi soltanto su di un'accorta politica di mercato e finanziaria, ma si basa soprattutto sulla valenza delle risorse umane interne.


Alfredo Loso e Fulvio Bartolo

Qual è il ruolo e il valore della formazione professionale, e in particolare del concetto di formazione continua, per le aziende e i sindacati?
Costantino Formica: La formazione è legata in primo luogo all'aggiornamento delle risorse e delle competenze, al fine di sostenere le innovazioni di processo e di prodotto che le imprese devono realizzare per essere competitive nel mercato globale. Altro aspetto è l'addestramento iniziale o in ingresso dei lavoratori, per consentire loro di attuare nel migliore dei modi le mansioni attribuite. Tuttavia l'adeguatezza nello svolgimento della prestazione lavorativa è legata ai rapidi cambiamenti tecnologici che impongono un analogo processo costante di formazione delle risorse umane.

Cosa sono i fondi interprofessionali per la formazione continua dei lavoratori?
Alfredo Loso: Essi sono la logica prosecuzione della strategia bilaterale, fondata sul valore aggiunto della condivisione delle competenze delle associazioni datoriali e del sindacato, per impostare e dare vita a un progetto comune di crescita del territorio, nel senso di miglioramento sia della competitività delle aziende che del benessere dei lavoratori. Dal 1978 le imprese versano all'Inps lo 0,30% del monte salari dei lavoratori. Questa quota ha rappresentato per anni una cifra considerevole alla quale il Ministero del Lavoro ha attinto per sostenere degli interventi solo in parte collegati all'obiettivo della formazione. Il problema è, invece, dare risposta ai bisogni rilevati sul territorio. È su questo che ci confrontiamo per realizzare lo sviluppo, poichè è sul territorio che sono presenti le imprese e i lavoratori, intesi come risorse capaci di soddisfare le richieste dell'azienda con competenze adeguate. L'istituzione dei fondi interprofessionali intende dare risposta a questa esigenza e apre un processo di vera e propria evoluzione culturale degli apparati locali e formativi. La formazione è infatti una leva importante per la crescita complessiva del sistema territoriale. È necessario fornire assistenza alle aziende nel momento in cui queste devono interpretare i propri bisogni organizzativi, nei quali rientrano le esigenze di formazione.
Essere in grado, cioè, di analizzare i processi interni delle imprese, le situazioni critiche, definendo le risposte risolutive da affidare alle agenzie formative e agli Enti specializzati. Il progetto, il percorso formativo, dovrà essere poi valutato e supportato da Fondimpresa che ne diagnosticherà la legittimità.


Costantino Formica e Pasquale Iorio

Quali le opportunità e le sfide legate al processo di delega dalla legge nazionale 236/92 per la formazione continua al decentramento regionale (in Campania con la gestione della misura 3.9)?
Fulvio Bartolo: Con la legge 236 si è determinato l'avvio del finanziamento attraverso bandi regionali per la formazione continua in tutte le imprese. La prima fase applicativa della legge è stata caratterizzata a livello regionale da una forma di finanziamento a pioggia di progetti mai conclusi. Circa 10 milioni di euro non sono stati spesi e stiamo, quindi, operando un recupero di questi fondi residui degli ultimi anni. Nella seconda fase, in seguito a un lungo periodo di concertazione tra le parti sociali, si è costruita una ipotesi di procedura di finanziamento in cui sono stati favoriti i raggruppamenti di imprese, i progetti intersettoriali, territoriali o di filiera. Questa scelta tiene conto delle ridottissime dimensioni, in termini di forza lavoro impiegata, delle aziende campane. La polverizzazione delle attività formative determina, infatti, notevoli costi e al fine di realizzare economie di scala è opportuno che le imprese condividano la formazione per alcuni processi comuni. I progetti sono poi stati monitorati e valutati dall'Obr. Fondimpresa continuerà a lavorare su questa strada evitando di sostenere una miriade di progetti sparsi sul territorio, mirando all'accorpamento degli stessi. L'aspetto negativo della 236 cui Fondimpresa deve porre rimedio è la lunga tempistica, inaccettabile per le aziende che devono costantemente aggiornare le competenze delle risorse umane per rimanere competitive su un mercato in continua evoluzione. La legge 236 ha viaggiato con un anno di ritardo, perché solo dopo dodici mesi dalla presentazione dei progetti è stata determinata la graduatoria delle attività ammesse e finanziabili, delle ammesse e per ora non finanziabili e dei progetti respinti. Fondimpresa però non potrà assolutamente funzionare così ma dovrà, da una parte, rispettare il tempo predefinito di quarantacinque giorni per far conoscere l'esito dei progetti presentati e, dall'altra, realizzare un'operazione di accorpamento dei progetti.
Costantino Formica: Una delle sfide per noi fondamentali, infatti, sarà quella della qualità. L'imprenditore pretende un valore aggiunto rispetto al servizio da sempre offerto dalla Regione. Innanzitutto snellire i tempi di risposta rispetto al passato ma anche sapere come sono gestite queste risorse e quali i costi generali. Non si può essere spreconi; bisogna gestire al meglio e in modo trasparente le risorse.

Quali sono gli obiettivi generali e specifici che Fondimpresa intende conseguire in termini quantitativi e qualitativi?
Alfredo Loso: Fondimpresa avrà realizzato un traguardo importante nel momento in cui l'azienda sentirà il bisogno di accedere alla formazione in modo continuo al di là del fatto che questa venga finanziata. Questo atteggiamento non è proprio della cultura del nostro attuale sistema imprenditoriale. Gli obiettivi politici di fondo sui quali si misurerà la sfida dei fondi interprofessionali gestiti dalle parti sociali sono: costruire un sistema di formazione continua in Italia all'altezza delle aspettative che, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, risulta ancora assestata al penultimo posto in Europa per il numero di imprese che realizzano attività formative; uscire dalle vecchie logiche di finanziamento dei progetti, promuovendo una pratica contrattuale capace di costruire piani formativi, aziendali, settoriali, territoriali e individuali per rafforzare le competenze dei lavoratori occupati, utilizzando gradualmente lo 0,30% del monte salari che le imprese versano all'INPS, in base alla legge 845/78. Le responsabilità dell'Obr sono l'informazione e la pubblicità per la promozione delle opportunità offerte dai Fondi, l'assistenza tecnica ai soggetti responsabili dei progetti formativi, l'analisi della domanda e dei fabbisogni, la valutazione e selezione dei progetti. All'interno di Fondimpresa nazionale vi sono due livelli di intervento, rappresentati dai comitati tecnici scientifici sulla formazione professionale e la sicurezza. I due comitati di indirizzo creano le linee guida d'azione sulle quali impostare dei macro ragionamenti. La sicurezza, invece, è un argomento estremamente dinamico e delicato per le imprese e i lavoratori da presidiare con grande attenzione.
Fulvio Bartolo: Essa rappresenterà una delle tematiche all'interno dei piani formativi nella quale ci sarà una modularità. Diverse sezioni da sviluppare attraverso, ad esempio, la formazione a distanza. Altre materie a contenuto trasversale da affrontare con il medesimo sistema saranno quelle legate alle procedure di qualità, alle lingue straniere, all'utilizzo delle strumentazioni informatiche.

Quali sono le risorse finanziarie a disposizione?
Fulvio Bartolo: Le risorse sono direttamente collegate alle imprese e al numero di lavoratori iscritti. Inoltre, c'è un livello di solidarietà che ammonta a circa il 7% del finanziamento nazionale.
Costantino Formica: Questo è un meccanismo di perequazione, una sorta di federalismo solidale di Fondimpresa. Visto che l'ambiente imprenditoriale del Mezzogiorno è più debole in quanto a intensità produttiva di quello del Nord, il Sud rischierebbe di ottenere meno risorse proprio perchè i fondi sono legati al numero di lavoratori. Il 7% è una quota importante e consistente per ridurre questo divario tra Nord e Sud.
Pasquale Iorio: I dati aggiornati a livello nazionale consentono di dare un'idea dell'entità del processo, che le parti sociali si troveranno a gestire per quanto riguarda i fondi paritetici. A dicembre 2003 è emerso questo dato complessivo: registriamo l'adesione di 3.855.650 lavoratori coinvolti, rispetto ai 400.000 dell'ultima legge 236. Hanno aderito ai diversi fondi 284.000 imprese. In particolare per Fondimpresa, 1.780.000 lavoratori per 35.000 aziende. In generale il 40% dei lavoratori di tutti i settori produttivi e il 21% delle aziende saranno interessati dagli interventi di fondi paritetici. Tutto ciò rappresenta un indubbio positivo risultato ottenuto con una campagna di informazione che non ha avuto un forte impatto all'esterno anche nelle articolazioni territoriali regionali.
Questi importanti risultati sono stati ottenuti senza un grande sforzo comunicativo. D'ora in poi, però, che ruolo avrà la comunicazione per la promozione delle diverse attività dell'Obr Campania?
Pasquale Iorio: Innanzitutto adegueremo gli strumenti di comunicazione partendo dal rilancio del sito www.obrcampania.it. Esso rappresenterà la banca dati di riferimento e di documentazione sui fondi paritetici e un luogo di confronto e dialogo. è indispensabile svolgere una comunicazione mirata, documentata, facendo in modo che il sito diventi uno strumento di servizio. Verrà, inoltre, programmata e avviata un campagna di informazione e di comunicazione per favorire il confronto con le istituzioni regionali e provinciali, con le strutture associative sia datoriali che del sindacato, con la Conferenza dei Rettori, la Direzione scolastica regionale e con il mondo delle agenzie formative. Sul terreno dell'informazione e della comunicazione, il coinvolgimento delle aziende e dei lavoratori determina un salto di qualità anche rispetto alla partecipazione alle attività formative. Ciò è necessario tenendo conto dell'enorme mole di investimenti da realizzare che presuppongono una solida capacità di relazione e di confronto con il sistema istituzionale, con il mondo scolastico, le Università, le agenzie formative. Inoltre, attraverso la collaborazione con la rivista Costozero, intendiamo rivolgerci in maniera continua agli imprenditori campani. Ancora, solleciteremo i media per offrire documentazioni approfondite e contenuti di qualità.
Fulvio Bartolo: L'Obr Campania ha ricevuto apprezzamenti a livello nazionale per la capacità progettuale dimostrata. La bilateralità è un valore aggiunto se si riesce a pervenire alla definizione di obiettivi comuni partendo da posizione e interessi diversi. E la risorsa umana è l'obiettivo principale sia delle imprese che dei rappresentanti dei lavoratori. Risultati eccezionali sono stati raggiunti con una debole campagna pubblicitaria ma solo attraverso la comunicazione interpersonale e il passaparola. È arrivato però il momento di diffondere i dati positivi alla totalità delle imprese interessate dal fenomeno affinché il 30 giugno, data in cui queste dovranno rinnovare ogni anno l'adesione ai fondi, si possano registrare sempre aumenti nel numero di soggetti coinvolti.

Quali saranno i criteri e le modalità per la gestione delle risorse finanziarie, oltre che le procedure per la presentazione, valutazione e finanziamento dei piani formativi?
Costantino Formica: Fino a oggi la Regione ha applicato criteri concorsuali, più o meno discutibili, ma che tutto sommato hanno retto per diverso tempo. Con Fondimpresa, la difficoltà è garantire invece il meccanismo oggettivo dell'automaticità nella valutazione. Inoltre, dovremo assicurare la effettiva realizzazione dei progetti presentati. Una parte importante delle risorse è destinata a progetti territoriali innovativi soprattutto miranti all'integrazione intersettoriale per favorire in definitiva un'affermazione di cultura di distretto. Uno dei problemi della piccola impresa meridionale è proprio quello del suo isolamento. Il nostro compito sarà di stimolare una progettualità adeguata alle reali esigenze del territorio.
Pasquale Iorio: Il primo requisito di ammissibilità di ogni piano formativo è la contrattazione aziendale. L'imprenditore, in base ai fabbisogni formativi, avanza cioè una proposta alla rappresentanza sindacale. All'interno dell'Obr, poi, è presente una tecnostruttura di competenze per una prima valutazione di ammissibilità.
Stando alle ultime analisi dei fabbisogni formativi, quali sono i profili professionali che hanno maggiore incidenza sulla vita aziendale, quelli più richiesti e le figure per le quali si incontrano difficoltà di reperimento?
Fulvio Bartolo: L'analisi consiste in un'indagine telematica realizzata presso le aziende del campione individuato. Le domande si riferivano sia alla possibilità che le singole figure venissero in futuro ancora richieste, sia alla difficoltà di reperimento sul mercato del lavoro delle professionalità, sia all'incidenza della risorsa nell'attività dell'impresa. L'attenzione dell'Obr si concentra logicamente su quelle figure professionali di cui si prevede una domanda crescente e che contemporaneamente sono di difficile reperimento sul mercato. È su questa categoria di professionalità dunque che si dovranno costruire i progetti formativi.
Alfredo Loso: L'analisi dei fabbisogni rappresenta insomma uno strumento professionale molto importante che consente a chi fa programmazione sul territorio come la Regione e la Provincia di disporre dello scenario di riferimento. È indispensabile individuare i bisogni del territorio. In altre parole non si può partire dall'offerta ma dalla domanda.
Costantino Formica: Una sfida difficile è stata la certificazione delle competenze.
Stiamo completando la nostra indagine dei fabbisogni mettendo a punto una metodologia per la certificazione delle competenze attraverso la definizione di standard formativi che consentano di confrontare le qualifiche tra un territorio e l'altro. Bisogna far sì che due enti formativi, attraverso il rispetto degli standard indicati, costruiscano competenze professionali tra loro interscambiabili e spendibili sul mercato del lavoro a livello nazionale ed europeo. La certificazione delle competenze acquisite dai lavoratori deve essere compito delle parti sociali sulla base della formulazione di progetti concordati, approvati, gestiti, monitorati dagli enti bilaterali.
Qualche esempio sui differenti livelli di incidenza, fabbisogno e difficoltà di reperimento di alcuni profili professionali.
Fulvio Bartolo: In Campania le aziende dell’informatica hanno forte difficoltà a reperire progettisti di architetture di sistemi informativi; l’85% delle aziende prevede che crescerà la presenza di queste figure al loro interno: abbiamo così rilevato una tensione del mercato del lavoro e la necessità di rispondere con inteventi formativi a un fabbisogno di professionalità. Il fabbisogno di figure amministrative e commerciali risulta in questo settore, invece, stazionario.

In che modo razionalizzare e regolamentare l'utilizzo di uno strumento sempre più diffuso come lo stage?
Fulvio Bartolo: Perché lo stage non diventi una visita guidata all'interno dell'azienda è necessario definire il numero massimo di stagisti in relazione alla struttura dell'impresa interessata. Poiché il numero medio di dipendenti delle aziende della Campania, secondo i dati delle Camere di Commercio della nostra regione, è di 9,8 persone, siamo convinti che il rapporto possa essere di uno stagista per ogni dieci dipendenti, perché l'esperienza possa essere realmente formativa.

Che tipo di rapporto si è instaurato ad oggi con la Regione Campania?
Pasquale Iorio: Alla Regione Campania, da anni, stiamo ponendo il problema di realizzare un sistema nel quale il criterio di certificazione e di valutazione delle competenze e degli standard diventi il punto di riferimento per l'elaborazione dell'offerta formativa, della sua efficacia e della sua effettiva produttività. Dal confronto istituzionale, caratterizzato anche da momenti piuttosto critici, adesso bisogna pervenire a definire le necessarie integrazioni per evitare sovrapposizioni inutili, puntando invece a una logica di rete tra i livelli istituzionali.
Fulvio Bartolo: Per un lungo periodo iniziale abbiamo registrato un fermo rifiuto dell'assessorato della Buffardi a riconoscere il ruolo e il concetto della bilateralità. A questo mancato riconoscimento della funzione e del ruolo dell'Obr è seguita un'apertura di credito con alcuni segnali di intenzione di confronto. L'unica funzione attribuita dalla Regione è stata quella di osservatorio sull'apprendistato. È assolutamente necessario invece un tavolo tecnico per il coordinamento delle complesse e molteplici attività.
Alfredo Loso: Questi segnali che riceviamo dal dialogo con la Regione Campania rafforzano le prospettive di una migliore interazione tra istituzioni ed enti bilaterali. Questi ultimi sono portatori delle istanze e dei fabbisogni professionali dei rispettivi settori, agiscono sullo stesso ambito della formazione e sul medesimo territorio regionale, hanno interlocutori comuni. Tutto questo mi porta sostenere che ciascuno debba impegnarsi a trovare forme di collaborazione e coordinamento adeguate alle sfide dello sviluppo regionale per affermare di più e meglio la pratica della bilateralità.

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