I NODI DELL’ECONOMIA
SALERNITANA
IMPEGNO SINERGICO PER LO SVILUPPO
L’andamento registrato nel 2003 e le
scelte programmatiche
a cura della Redazione Costozero
Augusto
Strianese
Presidente C.C.I.A.A. di Salerno
Vicepresidente Unioncamere delegato all'internazionalizzazione
segreteria.presidenza@sa.camcom.it
Una prima analisi dell'andamento economico della provincia di Salerno
nell'anno appena finito fornisce, ancora una volta, dati contraddittori,
tipici delle economie di transizione, come la nostra, che sta tardivamente
scoprendo la sua naturale vocazione turistica e agroalimentare. Si
chiude un altro consuntivo annuale registrando l'antico deficit di infrastrutture
e la situazione di grande disagio di aziende investite da crisi settoriali,
come quella dell'automobile, nate e cresciute altrove. Permangono
i problemi legati al calo dei consumi, avvertiti in primo luogo dalle
imprese commerciali. Si presentano egualmente inalterate le difficoltà connesse
al finanziamento delle imprese, a causa anche del trasferimento dei
centri decisionali dei principali istituti di credito e del conseguente
cambio della dirigenza, che ha letteralmente travolto un sistema
collaudato di relazioni e di conoscenza del tessuto produttivo locale.
Ci lasciamo definitivamente alle spalle un 2003 in cui una sorta
di congiunzione astrale ha fatto registrare una insolita sinergia fra
le istituzioni, ritrovatesi ad affrontare insieme le prospettive aperte
dalle nuove politiche di utilizzazione dei fondi strutturali comunitari,
ma anche problemi antichi (come l'aeroporto) su cui si erano impantanate
le procedure del passato.
La volontà di superare uno storico ritardo di sviluppo ha dato
vita a documenti condivisi, a una partecipazione comune a progetti e
iniziative di largo respiro, a partenariati ampi e di alto livello istituzionale
e a occasioni di confronto con le categorie economiche, anche oltre
le rappresentanze istituzionali nella Camera di Commercio, investita
da una forte voglia di cambiamento, innescata dalla legge di riforma.
Nel mondo produttivo è cresciuta la domanda di servizi (il sistema
locale di erogazione di servizi reali alle imprese, riconducibile al
sistema camerale, è entrato nella logica della integrazione e
del coordinamento, anche se molta strada resta ancora da fare per adeguarlo
alle attese delle imprese e del tessuto produttivo) e sono diventati
elementi strategici ricerca, innovazione, formazione e internazionalizzazione.
Anche operando in una logica di sistema, però, è risultato
difficilissimo fronteggiare i vincoli di sempre che vanno dalla lontananza
dei mercati all'accesso al credito. Da questo scenario hanno origine
le scelte programmatiche dell'ente camerale e la connessa previsione
di attività per il 2004, un anno di transizione, che potrebbe
essere quello della significativa svolta.
È possibile, infatti, in un contesto libero da "rematori
contro", che i nodi infrastrutturali cronici possano essere affrontati
e avviati a soluzione a partire dal lavoro finora portato avanti dalle
istituzioni. Per l'aeroporto, proprio il forte e convinto impegno istituzionale
ha sbloccato un immobilismo annoso portando la situazione sulla dirittura
di arrivo.
Analogo impegno è necessario per l'interporto, il cui progetto è stato
avviato ai tempi in cui il sottoscritto presiedeva l’Associazione
degli Industriali della Provincia di Salerno, e che ancora oggi è fermo
al palo. Una portualità turistica degna della città e
della magnifica costa da Positano a Sapri, assieme a una decente viabilità e
ai servizi entroterra, sono le altre condizioni infrastrutturali che
bisogna affrontare con determinazione.
Un'azione che deve impegnare tutti ancora di più, come - ne sono
certo - verrà ribadito anche in occasione degli Stati Generali
dell'economia salernitana, opportunamente convocati dal Presidente di
Assindustria Andrea Prete.
La Camera di Commercio, ormai del tutto in linea con lo spirito della
legge di riforma, ha adottato una linea di indirizzo strategico rivolta
a far crescere una forte soggettività politico-istituzionale
al servizio del sistema delle imprese, in collaborazione con le associazioni
delle categorie produttive e di rappresentanza degli interessi economici,
che sono i referenti naturali dell'azione camerale con le imprese. La
collaborazione investe direttamente gli altri soggetti del sistema,
attraverso la promozione e la realizzazione della rete con i vari organismi
camerali, sia a livello provinciale, sia sul piano regionale, nazionale
e internazionale.
In armonia con tale linea strategica portante, anche il programma
di attività per il 2004, persegue una politica di sviluppo di
sistema e quindi trasversale ai singoli settori economici. Non vi è dubbio
che l’opzione unanime voluta dalle rappresentanze delle categorie
tenda a promuovere la crescita dei settori trainanti del "Sistema
Salerno".
In questo quadro, la specificità dimensionale delle imprese deve
rappresentare un riferimento costante al fine di generare una sempre
più diffusa convinzione che le produzioni di qualità,
proprie delle piccole imprese, sono, del resto, quelle che hanno maggiori
possibilità di successo nel mercato globale.
La individuazione dei principali filoni dell'intervento camerale,
contenuta nel programma pluriennale giunto al terzo anno, corrisponde
alle conclusioni di un'analisi di base, con le conferme scaturite dal
continuo monitoraggio dello scenario e vede in primo piano i capitoli
della finanza alle imprese, dell'informazione economica, delle infrastrutture,
dell'internazionalizzazione, dell'occupazione, della regolazione e dello
sviluppo del mercato e tutela del consumatore.
L'agroalimentare, l'artigianato, il commercio, le piccole e medie
imprese sono i referenti dell'azione camerale, attraverso il rinnovato
ruolo delle rispettive associazioni. Senza tralasciare forze sociali
e, più in generale, i consumatori/utenti, il cui coinvolgimento
allarga la competenza operativa della Camera di Commercio, giustificando
e rendendo imprescindibile la sinergia istituzionale che ci auguriamo
possa caratterizzare anche il prossimo anno.
Nella classifica della ricchezza
prodotta dalle province italiane, diffusa recentemente, la provincia
di Salerno guadagna due posizioni rispetto al 2001, ma è ancora all’82° posto. Per consolarsi,
allora, occorre guardare all'incremento (+5,2%) superiore sia alla media
regionale (+3,2%), sia a quella nazionale (+2,6%). La buona performance è da
attribuire in gran parte al settore dei servizi, che contribuisce per
il 75% alla produzione della ricchezza provinciale e che nel 2002 (gli
ultimi dati ufficiali relativi al Prodotto Interno Lordo si riferiscono
proprio a tale anno) ha segnato il più alto incremento del reddito
prodotto nell'ultimo quinquennio, pari al 6,4%. Oltre alla crescita del
PIL, si registra quella del numero delle imprese: le aziende attive a
fine settembre sono diventate oltre 93.000, con una variazione di +1,7%
rispetto all'anno precedente (crescono di più alberghi e ristoranti,
servizi finanziari, assicurativi, alle imprese). Anche l'export del settore
portante della nostra economia, l'agroalimentare, ha fatto registrare
nello stesso lasso di tempo un +2,4% che, assieme ai prodotti del legno
e ad altri di tipo manifatturiero, ha contribuito a contenere, dopo un
primo semestre brillante, il calo complessivo (attestatosi sul 2%, contro
il 14% regionale). Cala la cassa integrazione guadagni (-15%) e il numero
totale di ore autorizzate (-26,3%); mantiene l'occupazione (+0,6%); aumenta,
malgrado la congiuntura internazionale, il movimento turistico (arrivi
+0,8% e presenze +1,3%); buono l'andamento dell'industria delle costruzioni. |