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  Dicembre 2012

Articoli - n° 1 Gennaio/Febbraio 2004
 



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I NODI DELL’ECONOMIA SALERNITANA
IMPEGNO SINERGICO PER LO SVILUPPO

L’andamento registrato nel 2003 e le scelte programmatiche

a cura della Redazione Costozero


Augusto Strianese
Presidente C.C.I.A.A. di Salerno
Vicepresidente Unioncamere delegato all'internazionalizzazione
segreteria.presidenza@sa.camcom.it

Una prima analisi dell'andamento economico della provincia di Salerno nell'anno appena finito fornisce, ancora una volta, dati contraddittori, tipici delle economie di transizione, come la nostra, che sta tardivamente scoprendo la sua naturale vocazione turistica e agroalimentare. Si chiude un altro consuntivo annuale registrando l'antico deficit di infrastrutture e la situazione di grande disagio di aziende investite da crisi settoriali, come quella dell'automobile, nate e cresciute altrove. Permangono i problemi legati al calo dei consumi, avvertiti in primo luogo dalle imprese commerciali. Si presentano egualmente inalterate le difficoltà connesse al finanziamento delle imprese, a causa anche del trasferimento dei centri decisionali dei principali istituti di credito e del conseguente cambio della dirigenza, che ha letteralmente travolto un sistema collaudato di relazioni e di conoscenza del tessuto produttivo locale.
Ci lasciamo definitivamente alle spalle un 2003 in cui una sorta di congiunzione astrale ha fatto registrare una insolita sinergia fra le istituzioni, ritrovatesi ad affrontare insieme le prospettive aperte dalle nuove politiche di utilizzazione dei fondi strutturali comunitari, ma anche problemi antichi (come l'aeroporto) su cui si erano impantanate le procedure del passato.
La volontà di superare uno storico ritardo di sviluppo ha dato vita a documenti condivisi, a una partecipazione comune a progetti e iniziative di largo respiro, a partenariati ampi e di alto livello istituzionale e a occasioni di confronto con le categorie economiche, anche oltre le rappresentanze istituzionali nella Camera di Commercio, investita da una forte voglia di cambiamento, innescata dalla legge di riforma. Nel mondo produttivo è cresciuta la domanda di servizi (il sistema locale di erogazione di servizi reali alle imprese, riconducibile al sistema camerale, è entrato nella logica della integrazione e del coordinamento, anche se molta strada resta ancora da fare per adeguarlo alle attese delle imprese e del tessuto produttivo) e sono diventati elementi strategici ricerca, innovazione, formazione e internazionalizzazione. Anche operando in una logica di sistema, però, è risultato difficilissimo fronteggiare i vincoli di sempre che vanno dalla lontananza dei mercati all'accesso al credito. Da questo scenario hanno origine le scelte programmatiche dell'ente camerale e la connessa previsione di attività per il 2004, un anno di transizione, che potrebbe essere quello della significativa svolta.
È possibile, infatti, in un contesto libero da "rematori contro", che i nodi infrastrutturali cronici possano essere affrontati e avviati a soluzione a partire dal lavoro finora portato avanti dalle istituzioni. Per l'aeroporto, proprio il forte e convinto impegno istituzionale ha sbloccato un immobilismo annoso portando la situazione sulla dirittura di arrivo.
Analogo impegno è necessario per l'interporto, il cui progetto è stato avviato ai tempi in cui il sottoscritto presiedeva l’Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno, e che ancora oggi è fermo al palo. Una portualità turistica degna della città e della magnifica costa da Positano a Sapri, assieme a una decente viabilità e ai servizi entroterra, sono le altre condizioni infrastrutturali che bisogna affrontare con determinazione.
Un'azione che deve impegnare tutti ancora di più, come - ne sono certo - verrà ribadito anche in occasione degli Stati Generali dell'economia salernitana, opportunamente convocati dal Presidente di Assindustria Andrea Prete.
La Camera di Commercio, ormai del tutto in linea con lo spirito della legge di riforma, ha adottato una linea di indirizzo strategico rivolta a far crescere una forte soggettività politico-istituzionale al servizio del sistema delle imprese, in collaborazione con le associazioni delle categorie produttive e di rappresentanza degli interessi economici, che sono i referenti naturali dell'azione camerale con le imprese. La collaborazione investe direttamente gli altri soggetti del sistema, attraverso la promozione e la realizzazione della rete con i vari organismi camerali, sia a livello provinciale, sia sul piano regionale, nazionale e internazionale.
In armonia con tale linea strategica portante, anche il programma di attività per il 2004, persegue una politica di sviluppo di sistema e quindi trasversale ai singoli settori economici. Non vi è dubbio che l’opzione unanime voluta dalle rappresentanze delle categorie tenda a promuovere la crescita dei settori trainanti del "Sistema Salerno".
In questo quadro, la specificità dimensionale delle imprese deve rappresentare un riferimento costante al fine di generare una sempre più diffusa convinzione che le produzioni di qualità, proprie delle piccole imprese, sono, del resto, quelle che hanno maggiori possibilità di successo nel mercato globale.
La individuazione dei principali filoni dell'intervento camerale, contenuta nel programma pluriennale giunto al terzo anno, corrisponde alle conclusioni di un'analisi di base, con le conferme scaturite dal continuo monitoraggio dello scenario e vede in primo piano i capitoli della finanza alle imprese, dell'informazione economica, delle infrastrutture, dell'internazionalizzazione, dell'occupazione, della regolazione e dello sviluppo del mercato e tutela del consumatore.
L'agroalimentare, l'artigianato, il commercio, le piccole e medie imprese sono i referenti dell'azione camerale, attraverso il rinnovato ruolo delle rispettive associazioni. Senza tralasciare forze sociali e, più in generale, i consumatori/utenti, il cui coinvolgimento allarga la competenza operativa della Camera di Commercio, giustificando e rendendo imprescindibile la sinergia istituzionale che ci auguriamo possa caratterizzare anche il prossimo anno.


Nella classifica della ricchezza prodotta dalle province italiane, diffusa recentemente, la provincia di Salerno guadagna due posizioni rispetto al 2001, ma è ancora all’82° posto. Per consolarsi, allora, occorre guardare all'incremento (+5,2%) superiore sia alla media regionale (+3,2%), sia a quella nazionale (+2,6%). La buona performance è da attribuire in gran parte al settore dei servizi, che contribuisce per il 75% alla produzione della ricchezza provinciale e che nel 2002 (gli ultimi dati ufficiali relativi al Prodotto Interno Lordo si riferiscono proprio a tale anno) ha segnato il più alto incremento del reddito prodotto nell'ultimo quinquennio, pari al 6,4%. Oltre alla crescita del PIL, si registra quella del numero delle imprese: le aziende attive a fine settembre sono diventate oltre 93.000, con una variazione di +1,7% rispetto all'anno precedente (crescono di più alberghi e ristoranti, servizi finanziari, assicurativi, alle imprese). Anche l'export del settore portante della nostra economia, l'agroalimentare, ha fatto registrare nello stesso lasso di tempo un +2,4% che, assieme ai prodotti del legno e ad altri di tipo manifatturiero, ha contribuito a contenere, dopo un primo semestre brillante, il calo complessivo (attestatosi sul 2%, contro il 14% regionale). Cala la cassa integrazione guadagni (-15%) e il numero totale di ore autorizzate (-26,3%); mantiene l'occupazione (+0,6%); aumenta, malgrado la congiuntura internazionale, il movimento turistico (arrivi +0,8% e presenze +1,3%); buono l'andamento dell'industria delle costruzioni.
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