ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli - n° 1 Gennaio/Febbraio 2004
 



CONFINDUSTRIA - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

LAVORO E ISTRUZIONE
L’OFFERTA RISPONDE ALLA DOMANDA?
La competitività si costruisce azzerando la distanza tra i due mondi

di Raffaella Venerando

In una realtà in continua evoluzione trovare la strada giusta per realizzare il proprio percorso di vita è quanto mai complicato. La condizione giovanile e i problemi legati all'inserimento nel mondo del lavoro sono stati il leit-motiv del nostro incontro con Matteo Colaninno Vicepresidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria.

Matteo Colaninno
Vicepresidente Gruppo G.I. Confindustria
matteo.colaninno@omniaholding.it



L'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro si realizza in modo troppo lento. Quali a suo avviso le strategie operative per superare quest'impasse?
Il problema da affrontare resta la necessità di comprendere e dominare le dinamiche del mercato. La soluzione per venir fuori da questa situazione critica, paradossalmente, può apparire molto banale. Si tratta, infatti, di riuscire a far sì che i due attori direttamente coinvolti, sistema imprenditoriale e mondo dell'istruzione, si impegnino a fondo per trovare il punto di equilibrio tra domanda e offerta. La Riforma Moratti mi sembra seguire e incentivare le possibilità di questo incontro. Da una parte la Scuola e l'Università, avvalendosi delle inestimabili risorse che possono derivare dalla ricerca, devono essere più vicine e sensibili alle esigenze delle aziende, dall'altra gli imprenditori hanno bisogno di divenire maggiormente consapevoli che l'offerta di "cervelli" disponibile oggi in Italia non solo è di grande pregio e qualità, ma anche perfettamente in grado di competere con le valenze che arrivano dai grandi campus universitari americani.
Senza un rapporto di confronto concreto e reale tra sistema della formazione e domanda di lavoro,
non sarà mai possibile recuperare il deficit di
competitività che sconta da anni il nostro Paese.

La formazione è un tema dominante per Confindustria. Quali sono attualmente i progetti promossi in questo campo?
Il tema dell'education è ormai da dieci anni al centro dell'attenzione di Viale dell’Astronomia. L'impegno in questo settore si registra sia a livello nazionale, sia regionale che territoriale, da parte dei Giovani Imprenditori di Confindustria. L'elemento cruciale su cui continuare a puntare è la compartecipazione tra impresa, associazioni industriali e scuola. Se questi tre soggetti riescono a dare vita a un dialogo costruttivo, credo che i riscontri di segno positivo non tarderanno ad arrivare. Deve crescere una nuova visione del lavoro che non è più solamente costituita da "prestatori d'opera", ma anche da persone che offrono le proprie capacità innovative, portando così con sé un alto valore aggiunto. Questa la chiave di lettura giusta del processo che Confindustria ha cominciato con iniziative significative quali Orientagiovani e 30 Ore, con l'obiettivo di produrre risultati concreti sia per l'imprenditoria che per il mondo della scuola. Continuare a percorrere insieme un tratto di strada rappresenta un vero e proprio fattore critico di successo per le parti coinvolte. Infatti, la sensibilità che emerge, da appuntamenti come Orientagiovani, verso il mondo della formazione è di certo utile e non riveste solo un significato di natura economica ma anche forte valenza civile e sociale.

Alla domanda crescente del mondo imprenditoriale di profili professionali qualificati, come risponde l'Università?
La mia conoscenza diretta degli Atenei è limitata solo ad alcuni di questi. Tuttavia, ritengo che il mondo accademico, per offrire persone che rispondano agli skills che l'impresa oggi richiede, debba necessariamente andare incontro alle necessità e al modo di vedere dell'azienda stessa.
Di fondamentale importanza è il delegare una specifica professionalità ai rapporti con le aziende. Molte Università, infatti, si sono organizzate in tale direzione. Offrire lo studente giusto alla impresa giusta è la meta cui tendere e, insieme, il percorso da intraprendere. L'azienda è in ascolto e la scuola deve farsi sentire. Vitale è l'importanza di dare valenza formativa al periodo che, attraverso stage e tirocini, il giovane deve trascorrere in azienda, avvicinando i tempi di conoscenza tra mondi troppo a lungo distanti.

Notevoli disagi però vengono ancora palesati per quanto concerne i fondi da destinare alla ricerca.
È una questione che va affrontata e risolta. Non è possibile, infatti, pensare di innescare leve e processi senza avere i fondi necessari a disposizione, per cui è evidente che la rappresentanza dell'Università, come pure quella dell'impresa, deve ottenere sensibili miglioramenti nel reperimento delle risorse indispensabili per crescere e offrire percorsi formativi più competitivi.

La sua storia di "impresa vissuta" è senz'altro un modello vincente. Ritiene che per un giovane, in particolare al Sud, sarebbe possibile oggi ambire agli stessi risultati?
Io ho avuto la fortuna di partecipare in prima persona, attivamente e concretamente, al successo dell'azienda di famiglia, in quanto le trasformazioni imprenditoriali più rilevanti sono avvenute in un passato che definirei piuttosto recente. Il 1996 è stato l'anno in cui ho cominciato la mia esperienza professionale, ma è stato anche l'inizio del periodo in cui è partita la fase di cambiamento più importante delle nostre attività imprenditoriali. Credo che anche oggi sia possibile, per i giovani, costruirsi un proprio successo. Mi spinge a ritenerlo possibile l'esperienza diretta di mio padre che, pur non essendo figlio d'arte, grazie alla progettualità delle sue idee imprenditoriali ha potuto realizzarle e realizzarsi. È indubbio che per riuscire in una qualsivoglia iniziativa occorra un cocktail di elementi difficilmente riscontrabili. È un fatto quasi straordinario la combinazione di situazioni che si allineano tra loro come dei pianeti, creando le cosiddette congiunture favorevoli. Il primo e imprescindibile ingrediente, in ogni caso, deve essere la passione, la stessa che mi ha fatto seguire le orme paterne. Un giovane che non sente pulsioni forti per fare l'imprenditore non deve avventurarsi in questa professione che non è né semplice, né sempre ricca di soddisfazioni. Tanti sono i momenti critici e le rinunce cui far fronte. L'equazione imprenditore uguale ricchezza e benessere lascia il tempo che trova. Talvolta si vive in un contesto collaterale agiato, ma è una professione che consiglierei solo a chi scopre di avere per essa una reale vocazione, al punto tale di farne il proprio futuro.
Sono convinto che nel Meridione possano svilupparsi numerose opportunità imprenditoriali. Il Sud, infatti, può approfittare della strategia dell'ultimo arrivato, nel senso che soprattutto nelle infrastrutture immateriali esistono poli di eccellenza da poter esportare. Il Mezzogiorno può diventare locomotiva rispetto al Nord nelle nuove tecnologie. Napoli, Catania, Lecce sono esempi straordinari di come il Sud non debba più essere considerato come la parte del Paese che consuma le risorse generate altrove. Non è solo una questione morale o etica. Ribilanciare il Nord rispetto al Sud è un'opportunità economica, che si concretizza se questi distretti sulle nuove tecnologie da eccellenze diventano esempi diffusi su di un tessuto territoriale più ampio. Potrebbe rivelarsi un'occasione di crescita imprenditoriale la possibilità di attrarre i cervelli oggi in fuga dall'Italia per assottigliare il divario ancora esistente tra una parte e l'altra del Paese. è su questo che i giovani possono e devono contare.

Download PDF
scarica il files
gennaio/febbraio - 3.124 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it