GLI IMPRENDITORI FANNO
SQUADRA DUE I TESTIMONIAL: MARKOVSKI E MARINO
COME
COMPETERE SUL MERCATO GLOBALE
PUNTARE SU INNOVAZIONE E RICERCA
IL SUCCESSO È FRUTTO
DEL LAVORO DI TANTI
IL LUPO DI KIPLING: LA FORZA È NEL BRANCO
PER VINCERE
UNA “PARTITA” IMPORTANTE
I SEGRETI DELLO SPORT IN AZIENDA
CALCIO
E INDUSTRIA NUOVO BUSINESS
PER LA CRESCITA DELL’IMPRENDITORIA
GLI IMPRENDITORI FANNO
SQUADRA DUE I TESTIMONIAL: MARKOVSKI E MARINO
Il progetto formativo “Combinazione d’Impresa” e le
attività in programma
di
Silvio Sarno
Consigliere incaricato Centro Studi Unione Industriali
Avellino
silviosarno@irpiniacalcestruzzi.it
La "Combinazione d'Impresa" è una modalità di
crescita imprenditoriale che ha come base la creazione e lo sviluppo
di legami esterni, cioè di collaborazione con altri soggetti economici
e imprenditoriali. L'aggregazione fra industriali rappresenta una modalità di "sinergica
competizione" che crea sistema per l'impresa e conferisce alle economie
del territorio un vantaggio competitivo specifico. Il tema della "combinazione
d'impresa" è emerso durante le periodiche riunioni di un gruppo
di lavoro dell'Unione degli Industriali costituito da imprenditori giovani,
di seconda generazione con diretta responsabilità aziendale, del
quale io ho il piacere di essere il coordinatore. Noi imprenditori del
gruppo coscienti del nostro ruolo di attori e propulsori dello sviluppo
della Provincia, sensibili al tema della collaborazione come tecnica di
crescita personale e del territorio, abbiamo dato impulso progettuale alla
struttura dell'Unione degli Industriali e in particolare al team di Ricerche & Studi
(società di
servizi dell'Unione), per la definizione di un progetto che rispondesse
al nostro fabbisogno di conoscenza e di analisi. Il Progetto elaborato
nella sua interezza dall'Unione Industriali è finalizzato a sostenere
la cultura imprenditoriale e ad aprire prospettive in termini di strategie
di crescita delle imprese. Si struttura in 4 diverse azioni: formativa,
informativa, check-up, analisi e piani di fattibilità.
Per il momento è stato attivato solo il primo dei 4 step, quello
relativo all'attività formativa che seguirà un percorso di
costruzione culturale del concetto e delle potenzialità della "Combinazione
d'Impresa". L'agire di ogni singola azienda risponde ad esigenze interne,
ma la sua crescita dipende sempre più dai contesti territoriali e
dalle interazioni dei soggetti economici. È proprio su quest'ultimo
concetto che si è sviluppato il primo seminario dal titolo "La
Combinazione d'Impresa e il gioco di squadra: come si forma una squadra,
come gioca una squadra", tenutosi presso la sede dell'Unione nel Dicembre
scorso.
Nel programmare il primo seminario il project manager di Ricerche & Studi
ha immaginato di assimilare il team di imprenditori partecipanti ad una
squadra di sport collettivo: un gruppo di soggetti che agisce insieme per
raggiungere un obiettivo comune, sia esso fare goal o impresa. Trovo che
anche la scelta dei "formatori" sia stata particolarmente indovinata;
la nostra squadra di imprenditori è stata organizzata da Pier Paolo
Marino (Direttore Generale dell'Udinese calcio), e allenata da Zare Markovski
(Tecnico dell'Air pallacanestro), con l'intervento da moderatore di Generoso
Picone, giornalista professionista, capo dell'ufficio politico de "Il
Mattino" di Napoli che ha dato stimolo alla discussione fra imprenditori
e tecnici sportivi, agendo da trait d'union tra la tecnica d'impresa e quella
dello sport. L'incontro dello scorso Dicembre è stato solo il primo
di un modulo di 5 incontri seminariali già definiti, che si svolgeranno
a Febbraio e Marzo e toccheranno i vari aspetti del tema, dalla Combinazione
d’Impresa come linea strategica, all'aspetto macroeconomico della
stessa, per poi approfondire la tematica nell'ambito della riforma del diritto
societario e finire con la trattazione degli aspetti psicologici relativi
alla gestione del gruppo. È un progetto ambizioso e ne siamo orgogliosi,
sia perché sta dando la possibilità agli imprenditori coinvolti
di conoscersi meglio dal punto di vista di soggetti economici, sia perché sono
convinto che nel medio lungo termine avrà risvolti positivi per il
contesto economico sociale del territorio. Mi viene naturale far riferimento
al concetto del "glocalismo" teorizzato da Philip Kotler già un
decennio fa: "Think global, act local". Pur non scadendo nella
banalità di frasi come "l'unione fa la forza", non si può non
considerare che l'asse della competizione si è spostato su scala
globale coinvolgendo non più soggetti singoli ma territori. Oggi
un'impresa è vincente se tale è il contesto ambientale, economico
e sociale entro il quale opera.
La globalizzazione dell'economia genera una sempre maggiore competizione
tra territori, la capacità di governare ed entrare in questa è responsabilità centrale,
non solo della classe politica che ci amministra ma anche e soprattutto
di noi imprenditori. Siamo coscienti, infatti, che per continuare a crescere
e svilupparci nei mercati globali in continua evoluzione bisogna che crescano
nel territorio le necessarie competenze, che ci diano la capacità di
gestire la turbolenza dei mercati e fanno della nostra eterogeneità un
fattore di eccellenza. Insomma, il coordinamento, la collaborazione e la
programmazione comune non possono che favorire la generale crescita economico-sociale
del territorio. Non sono da sottovalutare, poi, le economie di scala esterne
che si generano dalle varie forme di collaborazione aziendale.
Il nostro tessuto è costituito essenzialmente da piccole e medie
imprese che attraverso la combinazione acquisiscono un maggiore spessore,
riuscendo a superare i vincoli dimensionali, pur mantenendo le qualità tipiche
di questo sistema produttivo: specializzazione, flessibilità e capacità di
adattamento ai mercati. La piccola impresa, in pratica, attraverso l'integrazione
operativa di molti processi può agire come la grande impresa, condividendo
le attività di Ricerca & Sviluppo, di marketing, i costi per
infrastrutture, senza perdere in flessibilità e magari approcciando
più facilmente i mercati internazionali.
Le attività previste dal progetto, sempre nell'ottica dello sviluppo
del territorio, favorendo la diffusione della cultura d'impresa ed in particolare
della cultura della combinazione potrebbero generare nella fase finale di "studio
di fattibilità di nuove iniziative", fenomeni di spin-off proattivo
di carattere strategico ovvero attività di crescita esterna di produzioni
e/o di servizi in diretta relazione con l'impresa d'origine. È evidente
che non si tratta di un gruppo chiuso ma solo di una fase sperimentale che
coinvolgerà in futuro una base molto più ampia. Il progetto è sicuramente
sperimentale per il nostro territorio, ma ha un punto di forza non trascurabile:
parte e si sviluppa in un contesto che, stimolato dall'azione associativa,
ha lo scopo e la volontà di configurare nuovi modelli organizzativi
per sistemi produttivi in crescita.
I contenuti e le finalità del progetto, nonché i presupposti
da cui nasce sono stati ritenuti meritevoli anche dalla locale Camera di
Commercio che ne ha riconosciuto l'importanza per il territorio sostenendone
la realizzazione. Mi preme sottolineare, infine, che i principi alla base
dell'associazionismo trovano fortissima espressione in questo progetto frutto
dell'attività sincrona fra struttura operativa e imprenditori, nell'Unione
Industriali braccio operativo di idee nate dal suo nucleo fondante, e nella
classe imprenditoriale che ha sposato l'idea della collaborazione e l'ha
fatta propria. Sono sicuramente propositivo e positivo per il futuro, abbiamo
costituito un gruppo che fa della crescita culturale e della responsabilità sociale
delle proprie strutture dei punti cardine, e siamo ovviamente aperti alla
collaborazione di quegli imprenditori che condividono i nostri principi,
credono nella collaborazione e sono pronti a portare idee nuove per lo sviluppo
locale.
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