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  Dicembre 2012

Articoli - n° 1 Gennaio/Febbraio 2004
 



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COSTRUIRE RISPETTANDO L’AMBIENTE
EDILIZIA ECOCOMPATIBILE IN OGNI COMPARTO

Sono l'innovazione e la formazione le strade che occorre imboccare

di Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it

Nel 2003 l'Associazione dei Costruttori Salernitani ha profuso un particolare impegno per la diffusione della conoscenza delle tecnologie innovative, attraverso programmi di informazione tra le aziende, ma soprattutto tramite percorsi formativi destinati sia agli addetti del settore che ai neolaureati, e attivati e gestiti dall'Ance Salerno e dall'Ente Scuola Edile. Quest'ultima ormai rappresenta un punto di riferimento insostituibile e qualificante anche per le realtà che operano al di fuori della nostra provincia. I risultati conseguiti con questo impegno hanno superato di gran lunga le nostre aspettative. Proprio la conoscenza e l'applicazione di tecnologie innovative nel comparto dell'edilizia possono garantire alle imprese, ma anche e soprattutto al territorio, prospettive di intervento e quindi di sviluppo che al momento, per problemi di impatto ambientale, per esigenze di tutela della particolarità dei siti o per altre motivazioni similari, rendono difficoltoso immaginare un qualsiasi tipo di lavoro. Abbiamo ad esempio tracciato nuovi percorsi addestrativi per addetti al restauro edilizio, accompagnando alle conoscenze e competenze specifiche usuali negli interventi di recupero e di manutenzione sul patrimonio storico-architettonico, e su quello edilizio in genere, una particolare attenzione alle procedure e agli strumenti che consentono la conservazione dei manufatti edilizi esistenti. Attraverso questi iter formativi, abbiamo dimostrato che si può intervenire anche laddove sussistono i vincoli più rigorosi: e lo si può fare non solo nel rispetto dei luoghi, ma anzi tutelandoli, salvaguardandoli e valorizzandoli.
Siamo partiti, non a caso, da un'attività di ricerca e innovazione per le aree protette, guardando in particolare al Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, che rappresenta oggi non solo un'area protetta, un'oasi naturale, ma anche un territorio che, in molti suoi borghi, in tanti suoi centri storici, in molti suoi siti di estrema rilevanza dal punto di vista architettonico, storico e monumentale, necessita di interventi di recupero, prima ancora che di valorizzazione. Abbiamo dimostrato, con iter di addestramento e percorsi illustrativi, che è possibile il recupero dei borghi abbandonati; che è possibile, senza stravolgimenti, la riattazione dei centri storici; che si può pianificare la realizzazione e l'adeguata infrastrutturazione di percorsi naturalistici, attraverso la manutenzione dell'esistente, puntando in particolare al recupero del legno e della pietra, intervenendo nella creazione, nel ripristino o nell'adeguamento di itinerari, percorsi attrezzati e reti sentieristiche, come pure nella sistemazione di aree pubbliche di prevalente interesse ambientale e turistico. Senza le tanto temute e blaterate cementificazioni, perché ogni intervento può, ed oggi più che mai deve, partire dall'analisi e dal rispetto degli aspetti geomorfologici del territorio. Infatti, tutela del territorio, salvaguardia dell'ambiente, recupero edilizio oltre che dei siti monumentali, sono oggi principi che possono, e, anzi, devono coesistere. Non ha più alcun fondamento logico il connubio tra intervento di recupero o riattazione, e cementificazione. Abbiamo dimostrato che esiste un'attività edilizia ecocompatibile in qualsiasi comparto si voglia intervenire. E che l'intervento di recupero può non solo salvaguardare l'esistente, ma addirittura gettare le basi per una più incisiva tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico.
In questo impegno è emersa però la necessità di colmare un gap formativo che oggi ancora sussiste nell'intero comparto dell'edilizia. Un divario che proprio in un territorio come il nostro, che necessita di interventi ecocompatibili e sostenibili, si avverte in maniera marcata fino a diventare un vero e proprio freno per ogni prospettiva di sviluppo e di valorizzazione. Non si tratta di una fuga di cervelli, come quella che si registra nell'industria, nella ricerca scientifica o in altri comparti produttivi: ma una vera e propria mancanza. Una lacuna che, anche significativi e rilevanti programmi di simbiosi come questo con l'Università, possono in qualche modo contribuire a colmare. Ma non basta e non deve bastare. Occorre una sinergia istituzionale che veda impegnati atenei, istituzioni, associazioni datoriali, sindacati, per un'attività formativa di estrema avanguardia che guardi con attenzione alle peculiarità e alle potenzialità del territorio, che ne segua le linee di sviluppo e indichi percorsi di recupero edilizio in linea con i progetti pianificati.
Nel 2003 l'Associazione dei Costruttori ha intensificato non poco l'impegno su questo versante. Abbiamo potenziato, sia attraverso programmi concordati e sostenuti dal Miur, sia con l'Ente Scuola Edile, i nostri percorsi formativi: ora strategie comuni con gli atenei, soprattutto quelli che operano sul territorio, possono completare questo programma con sinergie che mettano giovani e imprese nelle condizioni di interagire al meglio con il territorio circostante. Sempre attraverso un programma strategico che guarda alla formazione e all'innovazione, vogliamo ora puntare alla ricerca avanzata ed alle sperimentazioni più innovative, anche nel quadro di quelle nostre strategie, ben note, che puntano a creare in provincia di Salerno un polo di eccellenza per il settore dell'edilizia.
In quest'ottica seguiamo con particolare attenzione, e siamo pronti a sostenere, l'attività di ricerca nell'individuazione di materiali innovativi ed ecocompatibili che consentano la riattazione di quegli stabili, particolarmente fatiscenti, per i quali un tempo non esisteva altro futuro se non la demolizione funzionale alla ricostruzione. Vogliamo dimostrare che il recupero è sempre possibile, anche quando sussistono le più rigorose esigenze di tutela del fabbricato o dell'ambiente circostante. Lo abbiamo dimostrato per il Centro storico di Roscigno, dove occorre recuperare strutture in muratura, decrepite e pericolanti, preservandone fascino, bellezza e suggestione, risorse insostituibili per quell'area. Gli interventi di consolidamento, attraverso l'utilizzo di tecniche e materiali innovativi ma anche la ricostruzione attraverso le antiche metodologie costruttive, rappresentano una strada, forse unica e obbligata, per salvare questo antico centro disabitato e ancor oggi minacciato dal dissesto idrogeologico. Ora, con il medesimo entusiasmo, puntiamo al recupero dei centri storici e seguiamo con estremo interesse le opportunità che offrono questi materiali polimerici fibro-rinforzati che possono addirittura consentire non solo il recupero, ma il consolidamento statico e l'adeguamento antisismico di strutture vecchie e fatiscenti.
Sono l'innovazione e la formazione, in conclusione, le strade che, secondo l'Associazione dei Costruttori Salernitani, occorre imboccare per rilanciare e consolidare l'edilizia salernitana. Abbiamo una provincia d'una bellezza e d'una suggestione senza pari in Italia. Imparare a costruire rispettando e tutelando l'esistente e l'ambiente circostante è la strada migliore, forse l'unica, per pianificare interventi di sviluppo sostenibili e soprattutto, unanimamente condivisibili.

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