IL TURISMO
LUNGO UN ANNO?
OCCUPAZIONE E STAGIONALITÀ
Uno straordinario moltiplicatore economico
per tutto il territorio
di
Luigi Schiavo
Presidente Apas
segreteria@salernohotels.sa.it
Le ultime analisi sull'andamento turistico del 2003 e le previsioni
per l'anno in corso evidenziano che: - per il secondo anno consecutivo
il sistema turistico italiano ha registrato una flessione; - il 2003
chiude con circa l'1% in meno di pernottamenti alberghieri rispetto
al 2002, determinato da un +2% di italiani e un -4,4% di stranieri;
- tra la componente estera, le flessioni maggiori nel periodo giugno-ottobre
sono state registrate da: tedeschi (-2,9%), inglesi (-4,4%), statunitensi
(-2%), francesi (-1,8%) e giapponesi (-3,7%).
In controtendenza solo gli austriaci che hanno fatto segnare un +3,3%
di pernottamenti. Un ultimo dato, infine, di fonte Inail, si riferisce
alle assunzioni in alberghi e ristoranti: nel periodo gennaio-ottobre
2003 rispetto allo stesso dell'anno precedente, il saldo si è chiuso
con un -4% di contratti di assunzione.
Secondo l'ISTAT nel periodo 1995/2002 l'occupazione totale negli
alberghi è cresciuta del 15,51% e l'anno che ha registrato il
maggior tasso di incremento è stato il 2000. Ma dopo l'apice
toccato nel 2000 sono seguiti due anni, 2001 e 2002, in cui la dinamica
occupazionale è risultata più contenuta.
Il trend negativo è proseguito anche nella prima parte del 2003.
Infatti, se il 2000 ha rappresentato un anno straordinario per l'evento
giubilare, quelli successivi sono risultati altrettanto straordinari
in senso negativo per il verificarsi di eventi disastrosi a livello
mondiale. La frenata del turismo è stata inevitabilmente una
conseguenza di eventi, come l'attacco alle torri gemelle, la guerra
in Iraq, la diffusione della polmonite atipica, che hanno condizionato
i mercati turistici mondiali. Il netto calo delle partenze per tutte
le mete turistiche ha comportato un ridimensionamento per l'intero settore
alberghiero, che vede nella flessione dell'occupazione il più chiaro
segno di crisi. Il lavoro nel turismo presenta alcune caratteristiche
peculiari che possono così riassumersi: - prevalenza di rapporti
di lavoro a breve termine; - maggior numero di lavoratori di età compresa
tra i venti e i ventinove anni; - elevato tasso di ingresso e di uscita.
Ma sicuramente la caratteristica principale del settore riguarda
la fluttuazione durante l'anno della domanda e il conseguente utilizzo
intermittente della capacità produttiva.
Agosto è il mese in cui si registra il maggior numero di occupati
nelle aziende alberghiere, mentre la punta minima si raggiunge nel mese
di novembre. Il ruolo principale della stagione estiva è confermato
dall'andamento delle assunzioni negli alberghi, con le punte massime
registrate nei mesi di giugno e luglio. Ne emerge per il nostro territorio
una stagionalità accentuata che va dai sette mesi per zone dallo
sviluppo turistico maturo come la Costiera Amalfitana ai quattro mesi
per zone in fase di sviluppo come il Cilento. Il nostro territorio presenta
un tessuto imprenditoriale fatto di strutture alberghiere di medie e
piccole dimensioni, in cui predomina il modello di impresa familiare
dove il management e i capi intermedi tendono a coincidere.
Questo significa che in un territorio fortemente caratterizzato dalla
stagionalità come il nostro, la presenza significativa della
proprietà e la possibilità di svolgere fuori stagione
una serie di incombenze che altrimenti sarebbero di pertinenza di figure
professionali di management e direttive hanno fortemente radicato il
modello dell'impresa familiare. La diversa impostazione organizzativa
di un albergo è legata sicuramente alla tipologia dei servizi
offerti. Una struttura turistica che offre servizi di ristorazione,
balneazione, centro congressi, deve necessariamente rafforzare l'organico
intermedio sia in termini qualitativi che quantitativi. In ogni struttura
turistica, l'equilibrato dosaggio delle risorse umane assume una importanza
fondamentale nella definizione delle strategie aziendali che puntano
alla qualità del servizio e alla soddisfazione della clientela.
Il quadro di riferimento evidenzia che un lavoratore dovrà considerare
la stagionalità del settore come un elemento importante per la
progettazione della propria carriera.
La mobilità settoriale implica i seguenti svantaggi: - elevato
turn over tra coloro che non hanno ancora raggiunto il completo inserimento
professionale, ma esercitano l'attività in maniera residuale
e occasionale; - difficoltà di inserimento dei fuoriusciti in
altri settori produttivi; - conoscenza empirica dei modelli operativi
e gestionali delle imprese del settore. Compito delle Istituzioni e
degli operatori economici è ridurre lo svantaggio degli occupati
in settori caratterizzati da forte stagionalità, perseguendo,
fin da subito, un obiettivo non più rinviabile: fare turismo
a pieno regime lungo tutto l'arco dell'anno. Da qui la necessità di
una strategia che punti su tre direttrici: qualificazione, diversificazione,
destagionalizzazione. Ci sono periodi in cui buona parte dei paesi "chiudono",
badate dico paesi non attività o esercizi.
A novembre inizia il lungo letargo invernale che dura fino a primavera,
interrotto solo dalla breve e timida parentesi del periodo di Natale-Capodanno.
Non sono i beni quelli che mancano. C'è invece difetto di servizi
per qualità e quantità. Va privilegiata una domanda diversificata,
favorendo e assecondando nuove forme di turismo: culturale, enogastronomico,
naturalistico, segmenti che interessano nicchie di mercato in continua
crescita. Il turismo non è un fenomeno spontaneistico, ma è un
sistema che rappresenta uno straordinario moltiplicatore economico per
tutto il territorio. Quanto più si renderanno vive e vivibili
le città ai concittadini residenti, per dodici mesi all'anno,
tanto più queste saranno frequentate e richieste dai turisti.
Le nuove formule emergenti di ricettività complementare, potenzialmente
capaci di arricchire e ampliare le proposte del territorio, dovranno
essere tutte regolamentate e ricondotte in un quadro generale di legalità e
trasparenza tariffaria. L'apparato ricettivo extra alberghiero dovrà essere
indotto a fare "sistema" in un quadro generale di qualità del
turismo, sfuggendo alla tentazione del "sommerso" e creando
nuova occupazione. Spetta agli operatori economici mostrare professionalità e
capacità imprenditoriale offrendo un turismo espressione dello
stile di vita del proprio territorio, mettendosi alle spalle le certezze
legate alla rendita di posizione, e ampliando il ventaglio delle offerte
e dei servizi, puntando più sulla qualità che sulla quantità del
prodotto. Gli operatori dovranno avere fantasia e spirito di innovazione,
abbandonando la logica dei personalismi, lavorando per accentuare l'identità forte
e l'immagine della propria azienda. É necessario radicare e ampliare
in tutti il concetto della cultura di impresa affinché, laddove è possibile,
si miri a fare turismo tutto l'anno, anche perché l'utilizzo
a pieno regime delle strutture significa naturalmente miglioramento
della qualità dei servizi e della professionalità degli
addetti. |