MERCATO LIBERO DELL’ENERGIA
E PMI
I VINCOLI STRUTTURALI ANCORA DA SCIOGLIERE
MARE
IN ITALY
LA RICERCA NEL SETTORE ALIEUTICO
IL BANQUETING
DI IN TAVOLA S.P.A.
DALLA PIANA DEL SELE ALLA CONQUISTA DI ROMA
ESISTE
ANCORA LA CONSULENZA DI DIREZIONE?
I RISULTATI DI UNA RICERCA PER
COSTOZERO
IL BANQUETING DI IN TAVOLA S.P.A.
DALLA PIANA DEL SELE ALLA CONQUISTA DI ROMA
Emidio Trotta mette a sedere tutti
all'insegna dello slow food e della qualità
di Paolo Battista
In Tavola banqueting service sta conquistando Roma. La recente apertura
dello Show Room nella capitale è il coronamento di un periodo aureo
per l'azienda nata nella Piana del Sele. La cena per la fine del semestre
italiano di presidenza Ue, il battesimo di Carolina di Borbone e il congresso
mondiale di Slow Food sono i tre ultimi eventi di grande risonanza organizzati
dall'azienda di Emidio Trotta, il fiore all'occhiello di un'attività di
successo.
Emidio
Trotta
Amministratore Delegato In Tavola s.p.a.
info@intavola.com
Ma i risultati di oggi vengono da lontano. Innanzitutto
da una conoscenza profonda delle radici storiche del proprio lavoro.Qual è l'origine
della vostra attività?
La festa, e la sua organizzazione, sono elementi di una cultura antica
e trasversale rispetto alle classi sociali di appartenenza. Sia i
ricchi che i poveri hanno sempre dato banchetti per celebrare eventi
lieti o religiosi, in modalità diverse per questioni ovvie di budget
e di tradizione, certo, ma con obiettivi e finalità tutto sommato
simili. Le feste contadine duravano più giorni, diluendo in un
grande numero di ore una sequenza di portate povere ma ingegnose,
e avevano come teatro le aie o, alla men peggio, una cantina. Le classi
agiate avevano, invece, la possibilità di sfruttare le proprie
ville e la servitù. Con l'avvento della borghesia sulla scena
sociale, caduti i privilegi della nobiltà, e venute meno le case
ospitanti, si sono diffuse le feste organizzate in luoghi ad hoc,
con staff qualificato e reperibile sul posto, albergo o ristorante che
fosse. La crescita del benessere sociale diffuso, il boom economico
degli anni sessanta per intenderci, ha fatto sì che la domanda
di luoghi dedicati alle cerimonie cominciasse a essere appannaggio anche
dei meno abbienti. Tale tendenza, in ogni caso, ha avuto l'effetto di
allontanare i cosiddetti "ricchi" da hotel e sale, spingendoli
alla ricerca di nuovi spazi loro destinati. Alla luce di questa necessità le
case e le ville rimaste chiuse al pubblico per anni sono state recuperate
ad una fruibilità estesa. È qui che nasce il banqueting.
Focalizzando l'attenzione sulla nostra provincia, possiamo tranquillamente
affermare che il recupero della zona di Paestum va letto come frutto
della ricerca di un'alternativa rispetto ai siti di grande fascino,
ma di enorme costo di gestione, che si trovano lungo la Costiera
Amalfitana. Purtroppo negli ultimi anni il mercato è rimasto
schiacciato tra la necessità continua di adeguarsi e il bisogno
di mantenere i prezzi bassi per attrarre il pubblico. Una scelta
che alla lunga ha comportato un calo del 35% in sette anni.
Lei ha iniziato questo tipo di attività in un momento particolare
del mercato, non è così?
Assolutamente sì. Quando abbiamo deciso di dare inizio a questa
impresa, a noi che cominciavamo si ponevano due alternative. La prima
possibilità era quella di restare sotto il livello di ristoranti
affermati e offrire un servizio di catering a prezzi contenuti, ma
con un evidente compressione del livello di qualità che potevamo
offrire alla clientela, con tutto ciò che ne consegue. La seconda
via, quella che abbiamo scelto e che alla lunga sta dando i frutti che
sappiamo, si presentava senza dubbio come più difficoltosa, piena
di rischi e pericoli, ma senza dubbio riluceva di maggior fascino. Si
trattava di collocarsi al di sopra della fetta di mercato occupata dai
ristoranti e dagli alberghi tradizionali. Abbiamo scelto, quindi, di creare
un prodotto fortemente connotato e riconoscibile, ma al tempo stesso esclusivo.
Al momento di cominciare questa avventura, va aggiunto, fonte di preoccupazione
non trascurabile era la presenza sul territorio di colossi storici.
Stiamo parlando di imprese di catering del napoletano che, giunte a una
posizione dominante sul mercato, avevano visto crollare in pochissimo
tempo quanto avevano costruito nel lungo periodo. Insomma, le incognite
erano tante, ma l'individuazione chiara del nostro obiettivo ci ha permesso
di arrivare dove siamo oggi. In tal senso, è utile sottolineare
la differenza tra catering e banqueting. Si tratta di due termini che
vengono erroneamente equiparati nell'uso comune, ma che, in realtà,
si collocano a una altezza diversa sulla scala di generalità. Il
primo riguarda tutto ciò che è cibo in movimento, dalla
fornitura alla ristorazione collettiva. Il secondo, invece, è strettamente
legato alla creazione di eventi, di banchetti, siamo di fronte a un settore
specializzato.
Parliamo, dunque, di un lavoro di progettazione che riguarda sia la
forma che il contenuto della manifestazione, della cerimonia che curiamo:
logistica, cucine e scenografia. Non sempre questa distinzione viene
tenuta in grande conto, con una percepibile sottovalutazione delle problematiche
connesse a questa attività. Qualcosa si muove, comunque, visto
che si è arrivati
a una legge che concerne questa materia, ma siamo ancora sprovvisti
di un regolamento attuativo che ci tuteli da concorrenti che improvvisano.
Le istituzioni potrebbero e dovrebbero impegnarsi di più in questa
direzione, favorendo la ricerca della qualità.
Cosa cerca il cliente di un'azienda come la vostra?
Si tratta in genere di una persona o di un’organizzazione alla ricerca
di un servizio particolare. Innanzitutto, l'uso di cornici che profumino
di storia è una caratteristica peculiare della nostra offerta.
La ricerca di location di grande fascino risponde a due esigenze che potrebbero
sembrare in contrasto ma che sono in realtà due facce della stessa
medaglia. Mi riferisco all'esigenza di esclusività e al bisogno
di sentire rafforzata l'identità. Siamo di fronte, dunque, alla
voglia di poter ricordare come assolutamente unico un giorno importante
della propria vita, quale il matrimonio ad esempio, coniugando questo
desiderio con l'ancoraggio forte ad una tradizione storica che soddisfi
i bisogni del cliente. Le linee guida per la creazione dei nostri eventi
sono sostanzialmente due. La forma, l'allestimento scenico e la presentazione
dei piatti, è improntata all'innovazione, coniugata con quelle
che sono le caratteristiche di immagine del committente. La sostanza,
invece, è fortemente legata alle nostre tradizioni culinarie. I
sapori devono essere riconoscibili e di qualità.
È possibile creare uno standard di riferimento?
Certo, ma bisogna passare attraverso un più rigoroso controllo
da parte degli enti pubblici. Il metodo di controllo sulla qualità che
ci ispira, e che abbiamo importato per primi in questo settore, il cosiddetto
H.a.c.c.p., Hazard Analysis and Critical Control Point, fu usato durante
Desert Storm nel 91, e serviva a tutelare l'alimentazione delle forze
armate. Combattere il sommerso e favorire la formazione professionale
del personale sono due passi assolutamente necessari. Bisogna, però,
che i clienti si rendano conto che, avendo come obiettivo un servizio
soddisfacente a 360 gradi, il costo del settore "food" incide
solo per il 25%. Infine, non si può prescindere dalla promozione
della ricerca. Per il futuro abbiamo come obiettivo la qualità totale.
Il sogno è quello di poter coniugare unna cucina di altissimo livello
quale quella di Don Alfonso Iaccarino con le modalità proprie del
banqueting. Si tratta di trovare il giusto equilibrio tra un lavoro di
cesello, i tempi di preparazione e un gran numero di coperti! |