COSTRUIRE oggi la cittÀ di DOMANI
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COSTRUIRE oggi la cittÀ di DOMANI
Le Smart Cities sono la grande occasione per rilanciare il Paese ottenendo così una rigenerazione urbana che persegua il recupero e la riqualificazione di aree dismesse con l'inserimento di tecniche che consentano di ottenere l'efficientamento di sistemi che tutelino il paesaggio e il territorio
Rosaria Chechile
Componente Giunta Confindustria Salerno
Le Smart Cities (espressione utilizzata con sempre maggiore frequenza da parte di imprese, politici e
mass media, ma non ancora affermatasi nella pratica attraverso la pianificazione urbanistica) vengono intercettate dal ForumPA 2010 lungo le sei dimensioni principali: Mobilità, Ambiente, Economia della conoscenza e tolleranza, Trasformazioni urbane per la qualità della vita, Turismo e cultura e Buona amministrazione. Al centro dell'attenzione c'è la città e i progressi che la tecnologia consente di ottenere per aumentarne l'intelligenza, la "smartness".
Una città può essere definita "smart" quando gli investimenti in capitale umano, sociale e in ricerca, producono uno sviluppo economico sostenibile migliorando al contempo la qualità della vita degli abitanti. Una smart city è uno spazio urbano, ben amministrato da una politica lungimirante, che gestisce al meglio le risorse ambientali, attraverso una governance partecipativa e una strategia coerente nell'uso delle tecnologie più avanzate.
Si tratta, dunque, di individuare la città quale nucleo dello sviluppo, reinventandola secondo criteri di infrastrutturazione materiale (strade, porti, aeroporti, etc.) e immateriale (smart grid, cloud computing, tecnologie a basso impatto, lastmile logistic) traendo ispirazione dal principio HighLow, varato dalla carta per le Città Europee a Lipsia, che si fonda sui principi di Alta qualità, Alta efficienza energetica, Alta performance, Bassi consumi, Bassi costi, Basso impatto ambientale.
L'Amministrazione pubblica ha, dunque, il ruolo di regia nel processo di trasformazione della città che deve obbligatoriamente vedere coinvolti tutti gli attori dello sviluppo: università, centri di ricerca, associazioni di categoria e imprenditori che devono progettare il territorio secondo i principi della bioedilizia e del risparmio energetico, assicurando il mix funzionale che permette l'integrazione fisica, la riqualificazione dell'ambiente, degli spazi e dei servizi pubblici, attraverso interventi che riescano ad incidere sulla struttura economica e sociale delle aree urbane interessate, rendendo la città non solo un posto in cui stare ma un luogo in cui vivere.
Sviluppare città smart significa agire in termini di innovazione, individuando sistemi evoluti, che devono interagire con la vocazione dell'area di intervento, puntando sulla mobilità, sulla razionalizzazione della spesa energetica, sulla produzione di energie pulite, sulla riduzione delle emissioni, sulla gestione del ciclo dei rifiuti, su costruzioni ecocompatibili, sulla manutenzione, con tecnologie e materiali che ne preservino la durata, del patrimonio immobiliare esistente.
In questo scenario le Smart Cities costituiscono la grande occasione per rilanciare il Paese al fine di ottenere una rigenerazione urbana che persegua il recupero e la riqualificazione di aree dismesse con l'inserimento di tecniche che consentano di ottenere l'efficientamento di sistemi tecnologici che tutelino il paesaggio ed il territorio.
L'Unione europea ha, inoltre, sottolineato la centralità delle città nello sviluppo dell'Agenda digitale stanziando più di 10 miliardi di euro nel decennio 2010‑2020 nel solo SET‑Plan dedicato alla riduzione del 40% delle emissioni di CO2; inoltre nel "Quadro di valutazione", che misura i risultati della ricerca e dell'innovazione degli stati membri, pone l'Italia, assieme a Grecia, Spagna e Portogallo, tra i paesi "innovatori moderati", che presentano, in quest'ambito, prestazioni inferiori di oltre il 10% rispetto alla media dei Paesi membri Ue. Il governo Monti ha presentato a febbraio i primi bandi per 200 milioni dedicati alle Regioni obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), scaduti il 30 aprile 2012, annunciando per la primavera un nuovo programma di ulteriori 700 milioni.
Sul mercato italiano si stimano investimenti in aumento da un miliardo e 200 milioni di euro nel 2013 fino a un miliardo e 800 milioni nel 2015 (fonte Netics). ABI Research prevede una spesa nel settore di 116 miliardi di dollari a livello mondiale. Dati che, assieme al rilancio economico della "industria delle costruzioni", potrebbero portare all'effettivo superamento del contingente stato di crisi finanziaria, favorendo così la tanto attesa e necessaria crescita del Paese.
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