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  Dicembre 2012

Articoli n?04
MAGGIO 2012
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Le PRIORITÀ di Confindustria e la nuova SQUADRA

La sintesi delle linee programmatiche del Presidente Designato Giorgio Squinzi


a cura della Redazione Costozero

Giorgio Squinzi

Nell'ambito della riunione della Giunta di Confindustria svoltasi a Roma lo scorso 19 aprile, il Presidente Designato Giorgio Squinzi, ha illustrato le priorità e le aree di attività su cui si articoleranno le deleghe della squadra di Presidenza e delle commissioni tematiche.
«Nelle ultime settimane ho avuto modo di rafforzare la mia convinzione che il dialogo e il rispetto degli altri sono valori molto importanti da tenere sempre come guida e ciò grazie soprattutto al confronto leale che ho avuto con tutti voi, da cui ho raccolto indicazioni, valutazioni e posizioni che sono state fondamentali per definire il programma che sto per illustrarvi», ha evidenziato Giorgio Squinzi in apertura dei lavori. «Un programma che per forza di cose si traduce in un documento sintetico, che sarà elaborato presto in documenti più ampi per dare a tutti i temi lo spazio che meritano, anche a seguito delle numerosissime proposte che mi sono state trasmesse dalla base».
«Ho chiara e precisa la gravità e la difficoltà del compito cui sarò chiamato e ne sento tutta la responsabilità», ha proseguito Squinzi.
«Raccolgo il testimone da Emma Marcegaglia, una donna coraggiosa e appassionata, che in questi ultimi quattro anni ha affrontato sfide e difficoltà con competenza, carattere e capacità di visione ma anche con la giusta dose di pragmatismo e flessibilità che il rapido scorrere degli eventi ha reso indispensabili».
Partendo dalla considerazione che la crisi ha evidenziato l'importanza di uscire da una finanza fine a se stessa e tornare alla piena centralità dell'industria e del manifatturiero, il Presidente Designato ha ribadito la centralità delle piccole, medie e grandi imprese e degli imprenditori, chiamati a produrre la crescita economica. «Per fare ciò abbiamo però bisogno di essere posti nelle migliori condizioni per poterlo fare ha ribadito Squinzi consci che senza regole corrette e rispettate e senza le conseguenti appropriate istituzioni non c'è crescita dato che il mercato non può, da solo, rispondere a tutte le esigenze di un moderno sistema economico e sociale».

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Nel suo programma, il Presidente Designato ha presentato i punti prioritari.
La riforma più importante indicata da Squinzi per restituire competitività alle imprese italiane, è quella della Pubblica Amministrazione, dato che le inefficienze della burocrazia ostacolano la crescita economica, drenano le risorse pubbliche e private e frenano gli investimenti.
La semplificazione dovrà interessare tutti i livelli istituzionali e amministrativi e su questo tema, Confindustria si attiverà anche con la responsabilità di proposte concrete.

POLITICA INDUSTRIALE
In tema di sviluppo economico, invece, c'è bisogno di una robusta sferzata e oggi più che mai è di vitale importanza varare interventi di carattere strutturale per rimettere l'economia del Paese su traiettorie virtuose di crescita qualificata a medio‑lungo termine.
Su questo fronte, Confindustria sarà fortemente impegnata su tutte le tematiche delle politiche di sviluppo.
E se Confindustria è, per definizione, depositaria dell'idea stessa di politica industriale, cioè delle iniziative e delle visioni strategiche per lo sviluppo del Paese, è necessario ricominciare a fare politica industriale.
Per questa ragione, già dalla prossima Assemblea di maggio, sarà presentato un Manifesto Programmatico di azioni concrete da realizzare sia direttamente sia come scelte della politica.

LIBERALIZZAZIONI
Sul fronte delle liberalizzazioni, il Presidente Designato di Confindustria ritiene siano una delle opportunità per superare la crisi economica, alleggerendo le pesanti criticità strutturali della nostra economia per aumentare la produttività del Paese. L'impegno sarà volto quindi a incrementare la quota di economia orientata alla massimizzazione del valore e dei profitti, quindi a liberalizzare e privatizzare, mantenendo una regolamentazione di garanzia sulle prestazioni.

CREDITO
La carenza e i costi del credito sono il principale freno per le imprese italiane e stanno letteralmente stritolando il tessuto produttivo; il ruolo delle banche nell'economia italiana è insostituibile, ma il rafforzamento patrimoniale delle imprese è un obiettivo ineludibile.
Per questo Confindustria dedicherà attenzione e sforzi al tema della capitalizzazione e della crescita dimensionale delle imprese.
A tale proposito si impegnerà inoltre per accorciare in modo sostanziale i tempi di pagamento della PA, fatto questo che darebbe giovamento, direttamente o indirettamente, a tutte le imprese.
A tale proposito ricordiamo che durante la crisi, lo Stato italiano ha allungato i tempi medi dei pagamenti da 128 giorni a 180, mentre quello tedesco li ha ridotti da 40 a 35 giorni e quello francese da 70 a 64.

INFRASTRUTTURE
Sul fronte infrastrutture, occorre anche recuperare lo svantaggio accumulato in questi anni sulle tecnologie dell'informazione, driver importante per riguadagnare produttività in tutti i settori e motore di crescita e mezzo reale di modernizzazione della PA e del welfare. Passare alla fase di realizzazione dell'agenda digitale e aiutare le imprese ad accedere agli investimenti in ICT sarà quindi parte sostanziale del manifesto di politica industriale.

RETI DI IMPRESA
La crisi impone la ricerca di nuove iniziative per stare sul mercato e le reti d'impresa si configurano come un asset fondamentale per l'economia italiana, perché permettono alle imprese stesse di ogni dimensione e settore di aggregarsi pur rimanendo autonome e di sviluppare la propria capacità competitiva collaborando sui temi dell'innovazione e dell'internazionalizzazione.

EUROPA
Altro tema di grande evidenza nel programma è l'Europa, dato che le competenze dell'UE sono estese e coprono utti i settori dell'economia. È a Bruxelles che si definiscono le regole e i percorsi da intraprendere (il 70% delle leggi e delle norme italiane è di derivazione comunitaria), fornendo limiti e opportunità alla vita delle imprese.
In futuro occorrerà quindi ampliare l'attività della Delegazione di Confindustria Bruxelles nelle direttrici principali: lobby, promozione del ruolo di Confindustria nel contesto europeo, servizi, programmi formativi. A ciò si deve aggiungere l'investimento di adeguate risorse per cogliere le opportunità di finanziamento diretto dell'UE.

RELAZIONI INDUSTRIALI E LAVORO
Sul fronte delle relazioni industriali e del lavoro, sono anni che in Italia ci confrontiamo sul problema delle regole contrattuali, illudendoci che bastino buone regole, certamente necessarie, per risolvere problemi sindacali riconducibili più a deficit culturali e comportamentali.
Un buon sistema di relazioni industriali che garantisca massima flessibilità nelle regole così come massima coerenza e responsabilità nei comportamenti va costruito giorno per giorno, partendo da scelte strategiche forti che vadano nella direzione indicata, con pragmatismo e buon senso.
L'obiettivo è quello di costruire un modello di relazioni industriali fortemente innovativo che riaffermi il valore e la funzione sociale dell'impresa e dell'imprenditore, di tutte le imprese e di tutti i settori. Le relazioni industriali sono senza dubbio lo strumento per risolvere i problemi e le crisi che via via si presentano, ma sono anche la modalità con cui prevenirli anticipandone la soluzione.

POLITICHE REGIONALI

Gran parte delle decisioni e degli adempimenti che impattano sull'attività si completano e si concretizzano al livello territoriale, con l'intervento di Regioni, Province, Enti vari, spesso in sovrapposizione tra di loro.
Ecco quindi perché un'altra priorità di intervento è quella delle politiche regionali e della loro semplificazione. A queste articolazioni di governo Confindustria dovrà guardare con maggiore attenzione sollecitando, con un'azione strutturata e diffusa, nuove e più avanzate risposte sui due versanti delle politiche per lo sviluppo delle economie territoriali e della semplificazione amministrativa e decisionale.
A questo "fronte" di azione è necessario dedicare priorità programmatica anche attraverso un'apposita delega perché Confindustria si deve proporre quale interlocutore continuativo al sistema delle Regioni con tutta la propria capacità di proposta, diventando "riferimento" all'interno della catena decisionale Europa‑Stato‑Regioni.

LEGALITÀ
La legalità e i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio è un altro fronte molto importante perché costituisce una condizione indispensabile per la crescita economica di cui il Paese ha un grandissimo bisogno. Negli ultimi sei anni, grazie all'azione propulsiva di Confindustria Sicilia, la Confindustria di tutto il Mezzogiorno è entrata a gamba tesa sui temi della legalità e dell'antimafia.
Temi irrinunciabili in un Paese nel quale la criminalità organizzata ha un giro d'affari di 130 miliardi di euro e rappresenta uno dei più potenti freni allo sviluppo dell'economia sana e alla concorrenza su corrette basi di mercato.
Nel Mezzogiorno, Confindustria ha iniziato a espellere gli iscritti collusi e, soprattutto, a stare concretamente a fianco delle vittime. Ma sarebbe sbagliato e dannoso continuare a pensare che legalità e antimafia siano temi solo del Mezzogiorno dato che purtroppo, ormai, hanno una portata nazionale ed europea. La nuova Presidenza si impegna a usare ogni strumento a sua disposizione per far crescere questa rivoluzione, farla diventare nazionale e dotarla degli strumenti necessari a funzionare.

FISCO
Un fisco equo e semplice, fatto di poche e chiare leggi, meglio applicate e stabili nel tempo, è un elemento essenziale per la politica di rilancio della crescita. Oggi il fisco italiano non solo non sostiene l'impresa, ma la sottopone a una tassazione squilibrata almeno quanto quella che colpisce i lavoratori. Oltre a essere oneroso, l'attuale sistema fiscale è complesso e incerto. Tre gli obiettivi irrinunciabili su questo fronte per una reale riforma fiscale: ridurre in misura significativa la pressione fiscale su lavoro e imprese, che in Italia è superiore al 50%; rendere più semplice, certo ed efficiente il sistema tributario, migliorando il rapporto tra amministrazione fiscale e contribuenti; proseguire e rafforzare l'azione di contrasto dell'evasione fiscale, introducendo anche meccanismi di recupero attivo del sommerso.

RICERCA E INNOVAZIONE
Ricerca e innovazione saranno temi su cui nei prossimi anni Confindustria dovrà operare per affermare il sistema confindustriale come Partner primario per le imprese per i servizi di supporto alla R&I. Per sviluppare la competitività del Paese fondamentale sarà inoltre la partnership Pubblico Privato e la valorizzazione della figura del ricercatore oltre a facilitare lo sviluppo di start per favorire la crescita di nuove imprese innovative.

INTERNAZIONALIZZAZIONE
L'internazionalizzazione è un'altra priorità per il mondo industriale italiano. Se in questi ultimi anni abbiamo favorito le missioni di carattere settoriale e di filiera, specie in Paesi dove la presenza del "Sistema Italia" è ancora insufficiente, in futuro occorrerà sviluppare ulteriormente questa direttrice, oltre a lavorare per proporre un Made in Italy sempre più tecnologico e innovativo.
Occorrerà proseguire con l'azione di tutela del Made in Italy, soprattutto a livello europeo, impedendo che l'efficacia di strumenti come l'antidumping venga depotenziata, affermando l'esigenza che le regole commerciali vengano rispettate da tutti. Confindustria dovrà inoltre continuare la sua azione contro la contraffazione, ottenendo dal Governo le risorse necessarie all'attuazione di un piano organico di contrasto al fenomeno sia alle dogane, sia sul territorio. Per essere tale, lo sviluppo dovrà sempre di più essere sostenibile, sia socialmente che ambientalmente, in grado di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, senza compromettere il patrimonio di risorse che può garantire analoghe condizioni alle generazioni future. È una sfida che coinvolge l'intera società in cui Confindustria deve avere un ruolo decisivo.

ENERGIA
Anche definire una politica energetica che accompagni la politica industriale e ne sia parte integrante sarà un impegno prioritario per l'Italia. Su questo fronte le fragilità del nostro Paese sono molte: la dipendenza dall'estero, la scarsa diversificazione strategica delle fonti, l'inefficienza distributiva delle reti, il costo complessivo di generazione, trasporto e distribuzione dell'energia. Ma l'energia è un bene necessario, il cui costo è fondamentale per il tenore di vita delle famiglie e per la competitività delle imprese.
L'Italia ha il maggior costo dell'energia elettrica d'Europa per le utenze industriali e il secondo maggior costo per le utenze familiari. Ciò significa che è necessario programmarne e pianificarne l'uso, dando vita a quegli investimenti di interesse nazionale che possono produrre notevoli elementi di efficienza e razionalità nell'uso e nella distribuzione dell'energia, rigassificatori e reti distributive in primis.

MEZZOGIORNO
Nel Mezzogiorno aree con importanti eccellenze industriali (comparabili alle parti più innovative del paese) convivono con territori in ritardo, spesso per la presenza rilevante della criminalità organizzata. Si tratta quindi di un argomento assai delicato che non può essere liquidato con facili banalizzazioni.
Lo stato attraverso il lavoro di magistratura e forze dell'ordine ha da tempo avviato una forte azione di contrasto alle mafie ma molto resta ancora da fare.
Confindustria nel Mezzogiorno ha fatto molto e lo scatto d'orgoglio degli imprenditori di quest'area sta dando un esempio a tutto il paese. Per ridurre le distanze tra il Sud ed il resto del Paese, il tema del Mezzogiorno deve essere ripensato in due chiavi precise: quella delle politiche europee e del mediterraneo, all'interno di una solida cornice nazionale.

GIOVANI
La questione giovanile è oggi un grande problema nazionale e con ragione le generazioni che si affacciano al lavoro, che lo cercano o che vi sono aggrappate con modalità frammentarie e precarie, lamentano la disattenzione delle classi dirigenti di questo Paese.
Compito di Confindustria è puntare a creare nuovo lavoro e spingere i giovani a crearselo. Confindustria è infatti un'Associazione di imprenditori e deve badare a difendere e far crescere le imprese che ci sono, ma come nella demografia un calo della natalità si riflette sulla struttura della popolazione, così in economia un calo del tasso di creazione d'impresa rappresenta una perdita di ricchezza non recuperabile. In Italia le condizioni per alimentare le nuove imprese ci sono: competenze, inventiva, ingegneria, finanza di avvio e sviluppo, apporti accademici e della ricerca. Confindustria dovrà occuparsi di più degli imprenditori che verranno.

EDUCATION
Il Paese non può crescere senza i giovani e l'Education deve essere al centro delle attività di Confindustria. Nell'ultimo anno abbiamo registrato per la prima volta un'inversione di tendenza nell'orientamento degli studenti alle materie tecniche e questo è un primo risultato degli sforzi di scuole e imprese per avvicinare i giovani a percorsi di studio più legati alle esigenze delle imprese.
Confindustria ha fatto e può fare molto promuovendo gemellaggi tra Associazioni territoriali e scuole, sostenendo laboratori, assicurando la partecipazione degli imprenditori ai nuovi Comitati Tecnico Scientifici che serviranno proprio a far crescere la qualità degli Istituti, in particolare di quelli tecnici, il loro collegamento con le imprese e l'occupabilità dei giovani. Anche l'Università, dopo la recente riforma, è chiamata a dare un contributo fondamentale alla crescita del Paese.
Valutazione, nuova governance, autonomia e flessibilità, nuovi criteri per il reclutamento, maggior rapporto con le imprese: sono questi gli ingredienti per una vera svolta dell'Università italiana. Per far crescere l'Italia dobbiamo inoltre far diventare i nostri migliori atenei poli di eccellenza in grado di competere nel mondo.

IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO
Infine un tema su cui molto si è discusso negli ultimi mesi. Sarà un impegno del nuovo Presidente Designato avviare una Commissione che, nel più breve tempo possibile, si assuma la responsabilità di disegnare un sistema associativo che risponda alle caratteristiche di efficienza e autorevolezza in una società e in un'economia complesse e in perenne cambiamento.
La sua autorevolezza e unità dipenderanno dalla capacità di far crescere la qualità della proposta e dalla disponibilità di tutti a far nascere dall'esistente un'organizzazione moderna, capace di leggere e interpretare le grandi tematiche della competizione globale e delle società aperte. Il tema delle riforma organizzativa è dunque assai delicato e soluzioni facili e precostituite non ci sono; serve un progetto per Confindustria costruito nel sistema e per il sistema, un progetto con valori, obiettivi e azioni discusse e condivise cui si intende dar corso al più presto.


"SQUADRA" DI PRESIDENZA PROPOSTA DAL PRESIDENTE DESIGNATO GIORGIO SQUINZI

Questa la squadra dei Vice Presidenti proposta da Giorgio Squinzi: Ricerca e Innovazione Diana BRACCO Sviluppo Economico Aurelio REGINA Politiche regionali e semplificazione Gaetano MACCAFERRI Organizzazione Antonella MANSI Reti di impresa Aldo BONOMI Education Ivanhoe LO BELLO Relazioni Industriali Stefano DOLCETTA Centro Studi Fulvio CONTI Mezzogiorno Alessandro LATERZA
Completano la squadra i Vice Presidenti di diritto: Vincenzo BOCCIA per la Piccola Industria, al quale viene affidata anche la delega per il credito e la finanza per le PMI; Jacopo MORELLI per i Giovani Imprenditori.
In più, il Presidente ha palesato la volontà di istituire i seguenti Comitati Tecnici. (art. 33 dello statuto)
Fisco Andrea BOLLA Internazionalizzazione Paolo ZEGNA Sicurezza Salomone GATTEGNO Ambiente Edoardo GARRONE Tutela del Made in e lotta alla contraffazione Lisa FERRARINI

Squinzi ha anche dichiarato di volersi avvalere di alcuni delegati tra questi Giuseppe Recchi per gli investitori esteri e Antonello Montante per la legalità.

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