MEDITERRANEO: BusinessMed rilancia il Network dei Business Country Desks
Attraverso Assafrica & Mediterraneo, le aziende italiane possono rivolgersi a questa sorta di Sportello imprenditoriale euromediterraneo per avere notizie indispensabili su eventuali partner sudmediterranei
La nuova Presidenza di BusinessMed rilancia il concetto di alleanza
e crescita condivisa, partendo dalla consapevolezza delle
nuove risorse di manodopera e materie prime
sudmediterranee ma anche dalla forte necessità di creare
occupazione e crescita economica nazionale
di Ely Szajkowicz, Responsabile Informazione e Comunicazione Assafrica&Mediterraneo-Confindustria
C'era una volta, attorno a metà degli anni Novanta, un Programma comunitario che si chiamava UNIMED. C'erano le Confindustrie nazionali europee tra cui spiccavano per organizzazione e rappresentanza quelle di Italia, Francia e Germania e c'era un'Organizzazione che le riuniva tutte a Bruxelles.
All'epoca si chiamava UNICE e costruiva un'azione di dichiarata lobby imprenditoriale nel momento di grande crescita industriale e di progettazione europea dell'epoca, quando cioè i problemi su cui le cordate europee si concentravano erano la distorsione della concorrenza e le posizioni dominanti sul mercato interno di alcune grandi aziende europee e multinazionali.
A Bruxelles si sapeva che gli imprenditori sud mediterranei avevano organizzazioni imprenditoriali in cui strutturarsi. Il problema principale era, però, che non solo non esisteva una mappatura dell'associazionismo imprenditoriale sudmediterraneo, ma soprattutto che gli imprenditori sudmediterranei non si conoscevano tra loro. Ancora non c'era la Rete.
C'era però una politica comunitaria non ancora dispersa nei mille rivoli dell'allargamento comunitario.
C'era un'attenta regia comunitaria che esprimeva la visione e la volontà di lavorare su un'area definita "euromediterranea", che accostava, in modo per l'epoca rivoluzionario, l'Europa culturalmente, socialmente e industrialmente avanzata e la Sponda Sud, in tutti i sensi distante.
Una politica comunitaria che aveva chiare le ricadute positive della crescita del settore privato sulle economie nazionali, legate al rafforzamento della capacity building imprenditoriale.
E aveva altresì chiaro che il modello di riferimento più avanzato era quello dell'associazionismo imprenditoriale europeo.
I soldi c'erano ed erano i cospicui Fondi del Programma Meda stanziati per la costruzione della Zona di libero di scambio euromediterranea che si sarebbe dovuta aprire nel 2010, inventata dal visionario (o un po' folle, secondo i detrattori) progetto politico dello Spazio Euromediterraneo lanciato a Barcellona dall'Unione Europea nel 1995. Finanziamenti che andavano, beninteso, ai Paesi della Sponda Sud per la realizzazione di rafforzamento e di partenariati imprenditoriali tra imprese del nord e del sud come leva di sviluppo dell'intera area mediterranea, soprattutto delle PMI. Una visione che attribuiva al settore privato un ruolo centrale di fattore di sviluppo e che per questo ne sosteneva la crescita, sia dal punto di vista organizzativo che in concreto nell'attività di business.
A leggere a ritroso i fattori economici che hanno scatenato la Primavera Araba, si potrebbe azzardare che se la zona di libero scambio euromediterranea si fosse pienamente realizzata, la situazione macroeconomica dell'area mediterranea sarebbe profondamente diversa.
Ma uno di quei programmi ha prodotto il risultato, durevole, della effettiva strutturazione della rappresentanza del settore privato sudmediterraneo. Finanziato dalla Commissione Europea e realizzato dall'UNICE con gestione affidata a Confindustria, il Progetto UNIMED si è concluso nel marzo 2003 a Roma in Confindustria con la presentazione alla business community dell'UMCE, un nuovo soggetto imprenditoriale sudmediterraneo, luogo di incontro e confronto stabile e istituzionale tra Confindustrie di quei paesi, come quelle europee presso l'UNICE.
Un risultato rapidissimo, a conclusione di un altrettanto celere processo lanciato nel 1996 a Malta con il Primo Forum Imprenditoriale Euro‑Mediterraneo, vero e proprio start‑up del meccanismo aggregatore delle Organizzazioni imprenditoriali centrali sud‑mediterranee, cui diede impulso e partecipò anche Assafrica & Mediterraneo. Due anni dopo l'inizio dell'attività dell'UMCE, l'allora Presidente di Confindustria Montezemolo siglò l'ingresso di Confindustria in UMCE come primo Membro nord mediterraneo, aprendo la strada al rapido ingresso di altre Confindustrie nordmediterranee e nel 2007 a Bruxelles l'UNICE diventa "BusinessEurope" e in parallelo a Tunisi l'UMCE diventa "BusinessMed".
Fin qui la preistoria. Oggi, nel post Primavera Araba, mentre ciascun paese sudmediterraneo affronta i propri problemi interni, il bilancio di tanto lavoro comunitario resta positivo per due fattori: la piena apertura nel 2008
della zona di libero di scambio UETunisia e BusinessMed. Per gli arcani meccanismi circolari della Storia, proprio mentre sono tuttora in corso le prove tecniche di democrazia in Tunisia, come le ha recentemente chiamate Mario Monti, oggi alla Presidenza di BusinessMed c'è di nuovo l'UTICA, la Confindustria tunisina. Wided Bouchmaoui, la sua Presidente, eletta a fine settembre 2011, già da tempo lavora sui mercati internazionali e ha rilasciato sulla stampa tunisina varie dichiarazioni in cui afferma che «la concorrenza sui mercati internazionali porta crescita».
Ed è proprio in questo inizio di 2012, in cui le nostre economie nordmediterranee annaspano, che BusinessMed ristruttura e rilancia il Network dei Business Country Desks, la Rete specializzata delle Confindustrie che aderiscono a BusinessMed per la ricerca di partner industriali e commerciali tra le aziende associate alle Organizzazioni aderenti delle due sponde.
Una specie di Sportello imprenditoriale euromediterraneo insomma, cui rivolgersi ad esempio se un'azienda italiana cerca una business partnership nei Paesi sudmediterranei, che permette di superare quindi il primo scoglio di questo tipo di ricerca industriale e commerciale, cioè quello dell'affidabilità del partner.
Le aziende possono rivolgersi al Country Desk degli altri Paesi passando per il loro referente nazionale, che per il Sistema Confindustria è Assafrica & Mediterraneo. Un chiaro segnale di visione imprenditoriale della nuova Presidenza di BusinessMed, che rilancia il concetto di alleanza e crescita condivisa, partendo dalla consapevolezza delle proprie risorse di manodopera e materie prime sudmediterranee ma anche dalla forte necessità di creare occupazione e crescita economica nazionale.
Un meccanismo in cui il settore privato sudmediterraneo offre una zattera al settore privato nordmediterraneo. Per ora quello di BusinessMed è un Network "blindato" in cui non possono entrare, in base allo statuto, i nostri concorrenti extra Unione Europea. Ma la verità è che tutte le Confindustrie aderenti associano imprese spesso ben più attrezzate di quelle italiane ai liberi mercati.
E non durerà per sempre la loro attenzione al nostro modello imprenditoriale: ma noi italiani esprimiamo il meglio proprio quando ci sono periodi di difficile transizione e ricostruzione come quello attuale.
A proposito: la riunione di rilancio dei Business Country Desk si tiene a Roma in Confindustria, proprio nel mese di maggio 2012, organizzata da Assafrica & Mediterraneo. Perché la Storia continua. |