Gestione strategica delle CONTROVERSIE e competitivitÀ aziendale
Con la mediazione soluzioni sostenibili anche nel periodo di crisi economica
Marco Marinaro Avvocato
Avvocato Cassazionista
Professore a contratto SSPL Univ. Napoli Federico II, SSPL Univ. Salerno Seconda Univ. Napoli e Univ. Molise Conciliatore e Arbitro della Camera Consob
www.studiolegalemarinaro.it
La crisi economica che pervade ad ogni livello l'attività di impresa rischia di lasciare sullo sfondo una opportunità fondamentale in grado di indurre cambiamenti endogeni all'azienda. Invero la difficile congiuntura economica impone alle imprese di creare vantaggi competitivi attraverso una gestione strategica, reagendo alle sollecitazioni che provengono non solo dal mercato.
È indubbio che le relazioni con i diversi stakeholders rappresentano per l'impresa un vero patrimonio e che l'inevitabile conflittualità derivante da queste complesse relazioni richiede capacità adeguate e scelte strategiche utili ad un consolidamento nel medio‑lungo periodo. Stabilità dei rapporti e durevolezza degli stessi costituiscono poi la base delle performance di un'azienda da raggiungere mediante la creazione di vantaggi competitivi.
E dalla competitività nell'ambito delle relazioni aziendali nasce l'esigenza di riuscire a governare utilmente i conflitti che quotidianamente insorgono ai diversi livelli e per le più differenti ragioni (dai rapporti con i manager a quelli con gli operai, ovvero a quelli con i fornitori, o anche con la clientela).
In questa prospettiva assume un significato del tutto peculiare l'introduzione da parte del legislatore di strumenti conciliativi extragiudiziali finalizzati alla soluzione delle controversie civili e commerciali in una logica condivisa e sostenibile. La profonda crisi del sistema giudiziario italiano diviene l'occasione per una svolta culturale e per una opportunità strategica per le imprese.
L'accesso alla giustizia statale si prospetta come il rimedio
Novità editoriale: Giuffrè Editore, aprile 2012
estremo mentre si percorrono approcci cooperativi utili non solo a risolvere la controversia, ma a consolidare o addirittura implementare i rapporti. La reciproca soddisfazione di interessi e bisogni è la chiave di una strategia vincente in mediazione; la logica win/win per la soluzione di liti aziendali anche
trasnazionali diventa l'approccio strategico dell'impresa che intende creare valore. Non si preclude l'accesso alla tutela giudiziale, ma si creano, anche mediante strategie di market driving, i presupposti di migliori performance per l'azienda.
Rapidità (durata massima 4 mesi), economicità (tariffe chiare e predeterminate, parametrate al valore della controversia), riservatezza (obbligo di riserbo e segreto e inutilizzabilità in giudizio delle informazioni acquisite), caratterizzano la mediazione, ma occorre considerare anche le agevolazioni fiscali (esenzione dall'imposta di bollo, esenzione dall'imposta di registro fino al valore di 50mila euro, credito di imposta per l'indennità fino al valore massimo di 500 euro), la possibilità di tutelare l'accordo (che può essere reso esecutivo mediante un semplice procedimento di omologazione in tribunale), l'interruzione dei termini di prescrizione e decadenza (con la comunicazione della domanda di mediazione all'altra parte), costituiscono le premesse normative utili a supportare nuove scelte strategiche nella gestione delle liti.
Professionalità e specializzazione degli organismi e dei mediatori sono poi la garanzia affinché le parti coinvolte nella controversia (siano esse B2B ovvero B2C) possano non solo raggiungere un risultato, ma che lo stesso sia soddisfacente e migliorativo dal punto di vista della relazione.
La mediazione e gli altri strumenti di A.D.R. (Alternative Dispute Resolution) offrono agli imprenditori la possibilità di costruire sistemi efficaci per la composizione delle controversie ottenendo un immediato vantaggio competitivo rispetto a chi, restando ancorato alla cultura del conflitto (win/lose), si troverà sempre più emarginato anche nelle relazioni commerciali in un processo di inevitabile selezione tra imprese e tra imprese e consumatori.
Novità editoriale: Aracne Editore, aprile 2012
E allora anche la possibilità di inserire clausole ad hoc nei contratti e negli statuti, specificamente disciplinata dalla nuova normativa, diviene una precisa scelta di strategia aziendale per la gestione attraverso sistemi alternativi delle liti che dovessero insorgere. Clausole di mediazione e/o di arbitrato (con meccanismi multistep) sono in grado di creare già nella fase iniziale del rapporto quella fiducia necessaria a far emergere condivisione di obiettivi utili e sostenibili. Anche nelle materie nelle quali vi è l'obbligatorietà ex lege del tentativo di mediazione (si pensi all'ampia gamma dei contratti bancari, assicurativi e finanziari) l'inserimento di una clausola di mediazione può consentire alle parti di selezionare a priori l'organismo presso il quale, in caso di lite, svolgeranno il procedimento.
Si tratta di una opportunità rilevante, perché la scelta dell'organismo nella fase fisiologica del rapporto costituisce una garanzia per entrambe le parti che dovessero ritrovarsi in lite accettando quale "luogo" ideale per la composizione quello prescelto.
E ciò agevola anche la possibilità per le parti di indicare il mediatore che dovrà trattare la loro controversia.
La normativa in vigore consente infatti di indicare congiuntamente all'organismo il mediatore che le parti ritengono il più adatto alle loro esigenze (individuandolo nell'elenco dei mediatori dell'organismo selezionato). Scelta dell'organismo e scelta del mediatore che, anche attraverso la responsabilizzazione delle parti, creano i necessari e utili
presupposti per una soluzione vincente per tutti. Soluzione basata sulla reciproca soddisfazione di interessi che, senza recidere i rapporti, ne valorizza gli obiettivi strategici. Un rinnovato modo di gestione del conflitto che dall'ascolto attivo trae strumenti di composizione che mirano a creare valore e non a distruggerlo.
L'efficacia della mediazione, da intendersi quale capacità di produrre un risultato utile, con un procedimento informale e strettamente dipendente dalla professionalità del mediatore, diviene fonte di un vantaggio competitivo per le imprese che appare tanto più rilevante se rapportato alla difficile situazione economica attuale.
La necessaria rigidità del processo civile e l'agonia nella quale si dibatte da decenni, per l'incapacità di fare fronte ad una esasperata domanda di giustizia che ritardandone enormemente i tempi finisce per negarla, soprattutto in simili periodi di crisi del sistema economico, possono contribuire solo ad avviare percorsi senza uscita.
La situazione contingente e gli orientamenti del management aziendale richiedono dunque strumenti di gestione del conflitto che siano flessibili e agili e che soprattutto rispondano ad un più complessivo progetto di gestione del patrimonio di relazioni dell'impresa.
Mediazione e strumenti di A.D.R. offrono all'impresa non solo soluzioni sostenibili, ma un vantaggio competitivo strategico da cogliere anticipando anche gli ulteriori e non lontani sviluppi culturali e legislativi in sede europea e nazionale. |