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  Dicembre 2012

Articoli n?10
GENNAIO/FEBBRAIO 2012
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Ritardo dei PAGAMENTI: ITALIA maglia nera in Europa

Decreto LIBERA-ITALIA «L'efficienza prima di tutto»

Le POLITICHE possibili per il rilancio della crescita in Italia



Decreto LIBERA-ITALIA «L'efficienza prima di tutto»

Il problema dei problemi per i mesi a venire è se i provvedimenti varati da Monti saranno efficaci nel promuovere l'aumento del Pil e, quindi, la crescita economica

Francesco Daveri
Economista

Il decreto sulla concorrenza e sulle infrastrutture approvato recentemente dal Governo Monti interviene su un gran numero di attività. Per le infrastrutture va a incidere sul funzionamento di grandi aziende pubbliche, ad esempio con la separazione proprietaria tra Eni e Snam.
Per favorire la concorrenza tenta di ampliare l'accesso ai mercati, agevolando la creazione di imprese da parte di chi ha le idee ma non i soldi per realizzarle, oppure ampliando il numero delle licenze nei mercati dall'accesso ancora regolamentato (taxi, notai, farmacie), oppure ancora con l'abolizione delle tariffe minime per gli ordini professionali.
Significativamente, il decreto comincia anche a mettere il bisturi nei servizi pubblici locali e nei trasporti ferroviari, eliminando il vincolo dell'adesione ai contratti collettivi nazionali. Nell'insieme, le misurenon sono ancora l'elenco di liberalizzazioni generalizzate che avrebbe soddisfatto chi auspica un bagno purificatore nel libero mercato per l'economia italiana. Sono piuttosto una combinazione di istanze e provvedimenti liberali e di interventi di riorganizzazione di interi settori dall'alto, dunque inevitabilmente un po' dirigisti.
Ad esempio, per professioni, tassisti e farmacie, in alternativa ad ampliare il numero delle licenze si sarebbero potuti fissare standard di accesso, raggiunti i quali l'ammissione potrebbe avvenire senza essere vincolati dagli attuali limiti numerici.
Se c'è bisogno di bravi notai e questi bravi notai ci sono, perché negare loro presumibilmente giovani di svolgere la professione per cui hanno studiato e acquisito competenze?
In ogni caso l'obiettivo del decreto è quello di andare oltre le affermazioni di principio per arrivare ad una riorganizzazione che promuova l'efficienza nei settori coinvolti.
Si è superata quindi la fase degli annunci di grandi, ma inefficaci, riforme costituzionali che avevano dominato il dibattito politico negli ultimi mesi. Un grande passo avanti rispetto alle chiacchiere sulla necessità delle riforme di cui si parlava eternamente, ma che poi nei fatti mai sono arrivate fino ad oggi negli ultimi venti anni. Il problema dei problemi per i mesi a venire è se il decreto sarà efficace nel promuovere, oltre all'efficienza, anche la crescita economica. Alla fine della giornata famiglie e imprese non mangiano pane ed efficienza.
É il Pil, cioè il reddito e la spesa garantita da questi redditi, che riempie il carrello della spesa e aggiusta i bilanci aziendali. Se il Decreto concorrenza non porterà a più Pil, saranno guai.
Nel complesso, tuttavia, nel pieno della difficile congiuntura economica in cui si trova l'economia italiana, sarà utile tenere a mente una cosa.
Il decreto Cresci‑Italia di Monti porterà maggiore crescita ma questo sarà solo un effetto collaterale.
L'effetto principale del decreto sarà e rimarrà quello di aumentare la concorrenza e in ultima analisi sia pure con le limita‑zioni indicate sopra la libertà. L'Italia di oggi come quella di ieri è una società chiusa, un paese nel quale i privilegi sono spesso trasmessi di padre in figlio.
Proprio in una società di questo tipo, in cui pochi hanno accesso ai posti nelle stanze dei bottoni mentre là fuori al freddo ci sono tanti aspiranti esclusi, c'è bisogno di più libertà vera, di libertà daitanti vincoli ambientali cui sono oggi sottoposti nel determinare il proprio futuro proprio i giovani, soprattutto quelli del Sud. Dopo tutto, come si dice a Napoli, «'a libertà, pure 'o pappavall' l'adda provà» (la libertà pure il pappagallo deve provare cos'è).
Ci vuole coraggio per uscire dalla gabbia, ma una volta che la cosa è fatta nella gabbia non si ritorna più.

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