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  Dicembre 2012

Articoli n?10
GENNAIO/FEBBRAIO 2012
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Meno 100 kg: come mettere a DIETA la PATTUMIERA


di Raffaella Venerando


I rifiuti urbani sono un indicatore di inefficienza di un sistema che, in modo sempre più evidente, dimostra la sua insostenibilità intrinseca


Roberto Cavallo Autore di Meno 100 Kg Il fondatore Presidente di Erica

Dottor Cavallo, "Meno 100kg": come si può ridurre la quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno?

Occorre modificare radicalmente le abitudini di vita oppure sarebbe sufficiente variare pochi atteggiamenti quotidiani? Come cerco di spiegare nel libro mettere a dieta la pattumiera non è complicato, anzi per molti aspetti è pure divertente. Quello che ritengo importante poi è che, farlo, non richiede particolari sacrifici né rinunce; si può mantenere una vita normale ma produrre la metà dei rifiuti urbani che si producono oggi, dal comparare detersivi alla spina o addirittura produrli da sè, bere l'acqua del rubinetto anche rendendola frizzante senza produrre un grammo di plastica, regalare i vestiti o i giochi dei bambini che non si usano più o fare il compostaggio domestico. In pratica tutte cose di assoluto buon senso.

È più facile diffondere e far attecchire buone pratiche a opera e responsabilità del singolo, oppure quelle che presuppongono il coinvolgimento di una collettività?
Non c'è impegno del singolo che abbia successo senza una responsabilità più ampia della collettività. In linea generale è più semplice convincere i singoli ad avviare pratiche virtuose, ma il vero successo è quando un'intera comunità ci crede e l'esempio è contaminante e mutualisticamente dà origine ad una spirale virtuosa. Questo è ciò che accade nei sempre più numerosi comuni virtuosi o i comuni che aderiscono alla rete italiana Rifiuti Zero.

Che numeri fa registrare la differenziata in Italia?
La differenziata ha superato la soglia del 30% e si sta avvicinando solo ora a quello che era l'obiettivo che la legge dettava per il 2003, cioè il 35%. Ora la legge italiana prevede che si differenziano i due terzi (il 65%) dei nostri scarti entro la fine di quest'anno e molte comunità già hanno superato questo limite, perfino intere regioni non sono lontane come il Veneto, il Trentino o il Piemonte: tutte oltre il 50% di raccolta differenziata.


La cover del libro

Seppur operata correttamente però la differenziazione da sola non basta, perché non tiene conto di una serie di sprechi (materiale ed energia) lungo il processo legato alla raccolta…
Esatto. I rifiuti urbani sono un indicatore di inefficienza di un sistema che, in modo sempre più evidente, dimostra la sua insostenibilità intrinseca. Per ogni chilo di rifiuti urbani prodotti, se ne generano tra i 7 e i 10 di rifiuti industriali e si consumano 100 chili di risorse naturali. Per i 532 chili per abitante all'anno di rifiuti urbani prodotti in Italia vengono consumate risorse naturali per 50.000 chili per abitante all'anno nel corso di molti passaggi estrazioni, trasporti, raffinazioni, sintesi, prelavorazioni, ancora trasporti, lavorazioni, poi di nuovo trasporti, confezioni e così via ciascuno dei quali equivale a una significativa produzione di emissioni, causa del sempre più evidente cambiamento climatico globale.

In diversi Paesi del Nord Europa sull'etichetta viene indicato il peso ambientale dei prodotti, che informa il consumatore sulla qualità complessiva del cibo acquistato. Ritiene che potrebbe essere una modalità replicabile nel nostro Paese oggi "obeso" e con quale utilità?
È una delle nuove forme di comunicazione e "coscientizzazione" ambientale. Laddove è diffusa la doppia etichettatura anche con il prezzo ambientale il consumatore è attratto da prodotti "leggeri".

Resilienza: concetto vuoto o ipotesi concreta di futuro per il nostro eco‑sistema?

La resilienza è la base della sostenibilità di qualunque sistema. Lo si insegna ad esempio in patologia vegetale. La specializzazione ha portato ad avere ibridi o cloni sempre più produttivi ed estremamente resistenti ad una singola patologia, ma debolissimi ad altre; ciò poteva avere un senso nell'agricoltura di fine Novecento, intensiva in grandi appezzamenti specializzati, ancorché se ne denunciava da tempo l'insostenibilità. L'agricoltura del Duemila non potrà e dovrà più essere così, ma poggiare su popolazioni mediamente resistenti ad una gamma più vasta di avversità. Analogamente la società umana deve abbandonare specialismi ossessivi e tornare ad essere pronta ad affrontare le avversità che le si presenteranno per garantire una continuità della specie.

Ivan Illich, grande fustigatore dello spreco, sosteneva che il nostro mondo ad alto consumo di energia è, inevitabilmente, un mondo a bassa comunicazione fra uomini. È d'accordo?

L'uomo è una specie animale. Nel mondo animale non esiste specie che non viva in comunità, grandi o piccole che siano. La comunità è un presupposto fondante dell'essere animale al fine di garantire la continuità della specie, la conservazione del patrimonio genetico. Tutto ciò è possibile solo attraverso un uso razionale dell'energia disposizione. Un singolo esemplare è più vulnerabile. La comunità è l'unica possibilità di sopravvivenza. Con i miei colleghi della cooperativa ERICA, da oltre 15 anni collaboriamo con Comuni, Province di diversi Paesi europei e non, ma abbiamo notato un comune denominatore: laddove c'è un elevato capitale di relazioni, c'è una più alta propensione al valore delle tematiche ambientali, ma anche viceversa, ovvero dove si intraprendono azioni di sensibilizzazione e comunicazione ambientale si recuperano relazioni che sembravano perdute. Ad esempio una raccolta domiciliare dei rifiuti rispetto ad una raccolta stradale aumenta le relazioni tra abitanti del luogo, tra il cittadino che conferisce e il raccoglitore, tra gli operatori di un'azienda, tra l'azienda che raccoglie e l'amministrazione comunale, tra chi opera le raccolte e chi ricicla.

Società del riciclo: quanto manca alla realizzazione?
La strada è avviata. Gli ostacoli ancora molti. Le tentazioni di scorciatoie sempre dietro l'angolo. Sembra più facile lasciare tutto insieme e buttare in una discarica o in un inceneritore. La facile via dell'entropia, del caos. I segnali però sono incoraggianti. Forse occorrerebbe metterci un po' più di convinzione.




Chi è ROBERTO CAVALLO
Fondatore e presidente di ERICA, azienda leader nella consulenza tecnica e comunicazione ambientale con oltre 1.500 amministrazioni pubbliche servite in Italia, Francia, Spagna, Belgio, Centro e Sud America e Africa.
Dal 2002 presidente di AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale).
Dal giugno 2003 membro del consiglio direttivo dell'ACR+ (Association Cities and Regions for Recycling and Sustainable Management of Resources di Bruxelles).
Autore di oltre 70 pubblicazioni sui temi ambientali e naturalistici, in particolare sulla gestione integrata dei rifiuti e la comunicazione ambientale. Relatore a oltre 150 convegni nazionali ed internazionali.
Consulente di alcune trasmissioni radio televisive sui temi ambientali. Autore di alcuni libri di divulgazione scientifica e narrativa come Prodotti di Nicchia di Langhe e Roero (Ed. L'Artistica, 2005) - premio il Parnaso delle Muse; Napoli Express (Ed. Palomar, 2005) - finalista premio Garcia Lorca; Meno 100 chili: ricette per la dieta della nostra pattumiera (Ed. Ambiente, 2011) - premio Kafka Italia. www.robertocavallo.it

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