Gli ITALIANI e il GIOCO Il confine sottile tra divertimento e vizio
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Gli ITALIANI e il GIOCO Il confine sottile tra divertimento e vizio
Le statistiche rilevano in modo inequivocabile l'esplosione del fenomeno nel nostro paese. Il volume di affari è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni: la raccolta è aumentata dagli 8.5 miliardi di euro del 1990 ai circa 61 miliardi del 2010
di Gianluigi Coppola, Ricercatore - glcoppola@unisa.it
La giocata della schedina del totocalcio il sabato pomeriggio al bar e l'attesa la domenica per i
risultati con la radiolina sintonizzata su il calcio minuto per minuto, sembrano ormai essere scene da Amarcord.
Così come sembrano essere lontane nel tempo la lenta lettura delle estrazioni del lotto in televisione, seguita con foglio e penna alla mano, come la lunga attesa per l'estrazione del biglietto vincente della Lotteria Italia il giorno dell'Epifania.
In Italia il mondo dei giochi e delle scommesse è cambiato radicalmente: più tecnologia, più concorrenza, più tipologie di giochi, più immediatezza nei risultati.
Sarà forse a causa della nostra realtà sempre più individualista, in cui il giocatore è solo davanti ad un computer oppure ad una slot machine, ma gli italiani sembrano essere diventati davvero tutti pazzi per il gioco facendo diventare l'Italia la Rulettenburg – città immaginaria in cui è ambientato "il Giocatore" di Dostoevskij d'Europa.
Le statistiche rilevano in modo inequivocabile l'esplosione del fenomeno. Il volume di affari è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni: la raccolta è aumentata dagli 8.5 miliardi di euro (valori ai prezzi 2010) del 1990 ai circa 61 mld del 2010. Un incremento pari al 613% che ha portato il peso del settore del gioco dallo 0,6% del Pil fino al 4% circa. Giocano quattro italiani su dieci. In un anno ogni italiano destina in media 979 euro in giochi e scommesse; Pavia è la provincia in cui si gioca di più (2.125 euro pro capite), mentre Enna è la provincia in cui gli abitanti spendono di meno (436 euro). Come si accennava prima, i cambiamenti tecnologici hanno avuto un ruolo primario nel cambiamento del settore.
L'informatica ha ampliato le capacità e la velocità di elaborazione dei calcolatori e internet
ha aumentato le occasioni di gioco per il consumatore. Oggi si puó giocare e scommettere anche da casa con il computer e addirittura in ogni dove e in ogni momento con i telefonini di nuova generazione e con i tablet.
Il secondo fattore determinante per l'esponenziale crescita della raccolta è ascrivibile ad una serie di provvedimenti legislativi adottati nel corso dello scorso decennio che hanno "liberalizzato" il settore. Tra gli effetti di tale scelta politica vi sono stati sia l'ingresso nel mercato di nuovi operatori che ha determinato l'ampliamento dell'offerta di giochi e scommesse, sia l'emersione di parte del sommerso presente nel settore che è stato drenato dai nuovi operatori entrati nel mercato per effetto delle liberalizzazioni.
Ciò si è veficato perchè i progressi della tecnologia hanno diminuito la distanza tra i fornitori del servizio e i potenziali acquirenti facendo entrare in concorrenza providers internazionali di gioco e produttori locali, e la concorrenza si è risolta a svantaggio di questi ultimi.
Tuttavia rimane ancora una presenza significativa e preoccupante del sommerso nel settore del gioco e delle scommesse.
Tale industria, così importante per l'economia del Paese, comporta benefici ma anche costi dal punto di vista sociale. Tra i primi si deve certamente annovare l'importante flusso di entrate che il settore garantisce al Ministero delle Finanze, aspetto che, nell'attuale momento storico, diventa dirimente, e il numero di occupati in costante crescita. I costi sono determinati dagli eccessi di coloro che vi si dedicano. Il gioco infatti può creare dipendenza sino ad arrivare a gravi forme di ludopatia. Per questo motivo il Ministero ha da tempo lanciato una campagna pubblicitaria contro gli eccessi del gioco denominata "Gioca il giusto".
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