Amministrative, Confindustria presenta il MANIFESTO DELLE IMPRESE
ENERGIA ELETTRICA la rivoluzione si chiama smart grids
Nell'Interporto Marcianise-Maddaloni un distretto energetico multiutente
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Nell'Interporto Marcianise-Maddaloni un distretto energetico multiutente
Il progetto del Pte è stato illustrato dall'ad Bruno Cortese nell'ambito di Energymed
di Palma F. Martinisi
Bruno Cortese
Le reti elettriche del futuro non si limiteranno a veicolare l'elettricità, ma gestiranno informazioni e flussi, assistite da sistemi avanzati di monitoraggio e controllo, tecniche digitali, Internet.
Così le reti diventeranno smart.
Se n'è parlato nel corso del convegno "Reti d'impresa e smart grids: la scelta del Polo territoriale energetico per la green economy" svoltosi sabato 16 aprile nell'ambito di Energymed, cui hanno partecipato il consigliere di Confindustria Caserta Gianluigi Traettino, il docente Alfredo Testa, il notaio Giovanni Vitolo, il dirigente di Invitalia Francesco Sprovieri, il direttore del consorzio EnSiel Arturo Losi e il direttore commerciale Getra Spa Hassan Rtail. Se il passaggio alle reti del futuro può essere considerato come un viaggio per mare oltre le colonne d'Ercole, allora possiamo dire che abbiamo appena doppiato Punta Campanella.
É vero che grazie ad Enel l'Italia è un passo avanti nel segmento dei contatori intelligenti (smart meter), già installati in 35 milioni di esemplari (quasi il 100% dell'utenza), ma pochi sono ad oggi le esperienze pilota nellrealizzazione di reti smart nel sistema di distribuzione. «Per questo riveste grande importanza dice Bruno Cortese, amministratore delegato del Polo territoriale energetico l'idea progettuale di un district Smart Grid multiutente da realizzare nell'area interportuale di Marcianise‑Maddaloni, che con i suoi 6 milioni di mq è il più vasto d'Italia».
Qui si intende costruire una rete multiutenza basata su un proprio sistema di distribuzione e gestione locale dell'energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici che compongono la centrale, collegata alla rete elettrica
in alta tensione grazie a una nuova cabina primaria.
Una produzione autonoma e pulita, da estendere anche ad alcune unità aziendali limitrofe, che potrebbe essere una risposta anche rispetto alle frequenti microinterruzioni e buchi di tensione che si registrano in loco.
Un esperimento "pilota" che potrebbe diventare un modello operativo da replicare altrove. L'investimento complessivo previsto è di poco inferiore a 170 milioni di euro a valere sulla linea 2.5.1 del POI Energia.
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