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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2010
 
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«Creare un’organizzazione per il rilancio»
Giuseppe De Mita illustra il suo programma

Un’imprenditrice irpina in Consiglio regionale: la new entry Antonia Ruggiero

Nasce Ufficio postale Impresa: tanti i servizi e i prodotti innovativi

El.Ital, una sfida “alternativa”
per il territorio Inaugurato un impianto di moduli fotovoltaici

Giro d’Italia:
vetrina promozionale per l’Irpinia Grande accoglienza per la carovana rosa

di Filomena Labruna

«Creare un’organizzazione per il rilancio»
Giuseppe De Mita illustra il suo programma


Per il vice presidente della Regione occorre puntare a nuovi mercati esteri protetti e lavorare perché l’Irpinia diventi snodo economico, sociale e culturale nel Mezzogiorno e nel Mediterraneo




L’Irpinia sarà rappresentata nella giunta Caldoro da Giuseppe De Mita, vice presidente con delega al turismo e ai beni culturali. A lui vengono affidate le istanze di un territorio caratterizzato da numerose emergenze quali lavoro, ambiente, sanità, carenza di infrastrutture. A lui il compito di far entrare a pieno titolo la provincia di Avellino nelle strategie politiche regionali, facendole riconquistare il ruolo che merita.

Quali gli obiettivi prioritari della sua attività?
Vorrei sviluppare una prospettiva inedita, non solo promozione del territorio, ma rappresentazione di un’attività economica prevalente. C’è bisogno però dell’organizzazione per il rilancio. Non il benessere di una stagione, ma la condizione con cui territorio, persone, economia possano convivere stabilmente.

Ha più volte affermato che come assessore alla Provincia e vice Presidente della giunta di palazzo Caracciolo ha cercato di dare un passo nuovo alle politiche di sviluppo del territorio. In che modo?
Abbiamo ancora un quadro scomposto della nostra realtà, da convertire in una lettura depurata dalle partigianerie politiche, che faccia perno sulla chiave storica dei processi economici. Una consapevolezza reale dei punti di forza e debolezza del territorio può, infatti, permettere di imboccare gli sbocchi giusti per la pianificazione e gli interventi. La nostra provincia versa in uno stato di difficoltà economica, sia congiunturale, sia strutturale. Tuttavia, c’è da dire che siamo di fronte ad una maglia non ancora slabbrata, fatta di un tessuto sociale ancora solido. L’economia in qualche modo ha retto e, in particolare, l’agroindustria può rappresentare uno sbocco interessante verso cui la Provincia ha la giusta attenzione. Un esempio su tutti, il gemellaggio stretto con la Cina, la città di Jiamusi, nella provincia di Heilongjiang. A settembre, in occasione dell'Anno della Cultura cinese in Italia, l'Irpinia diventa una delle venti tappe italiane della manifestazione nazionale. Per l'occasione, un pool di imprenditori cinesi sarà in provincia per valutare nuove possibilità di investimento e cooperazione.

In questo contesto internazionale cos’altro c’è in programma?

Anche un’apertura con i Balcani e l’Arco Latino. Sono interventi, questi, finalizzati ad avere nuovi mercati esteri protetti, attraverso il canale istituzionale, e che possono consentire la ripresa. Dunque, l’ipotesi dalla quale ripartiamo è la circostanza che l’Irpinia diventi snodo economico, sociale e culturale nel Sud e nel Mediterraneo. Di qui l’importanza di progetti come la piattaforma logistica in Valle Ufita, una sorta di pietra angolare della provincia di Avellino che ripensa la propria marginalità.

Innovazione e ricerca sono elementi chiave per l’Irpinia e le sue imprese. Qual è il ruolo della politica a riguardo?

Da noi ci sono le condizioni per favorire queste attività e per porci come riferimento per potenziali interventi. Bisogna, infatti, ricordare che è fondamentale creare le condizioni perché chi fa investimenti trovi una dimensione di convenienza sul posto. La politica deve determinare queste condizioni, senza sostituirsi ai privati, ma dettando le condizioni di libertà per agire.

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