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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2010
 
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Creare lavoro
dal risanamento ambientale

È questo il terreno su cui si gioca la partita per il rilancio dello sviluppo produttivo non soltanto di Terra di Lavoro, ma dell’intera regione

«Siamo ancora lontani dalla chiusura del ciclo rifiuti.
Mancano, infatti, non solo le infrastrutture necessarie, ma anche l’attenta verifica dell’organizzazione industriale della società provinciale deputata alla gestione integrata del processo, dalla raccolta allo smaltimento»

Antonio della gatta, Presidente Confindustria Caserta

C’è un’emergenza, tra le numerose che assillano il nostro territorio, che va affrontata senza ulteriori indugi. É l’emergenza ambientale, declinata in tutti i suoi drammatici casi, particolarmente nella provincia di Caserta: dai rifiuti, all’inquinamento del mare, dei suoli, al dissesto idrogeologico.
In materia, le cronache registrano ogni giorno, purtroppo, sempre nuovi episodi di cattiva gestione amministrativa, collusioni, intrecci perniciosi di malaffare. Sotto l’incalzante azione giudiziaria - per di-re - recentemente è stato finalmente squarciato il velo che ha occultato, in questi anni, la scandalosa gestione dei depuratori e, più in generale, lo stato di colpevole abbandono dei Regi Lagni. Vale a dire, un esempio raro e illuminante di ingegneria idraulica che, con 200 anni di anticipo sui moderni movimenti ambientalisti, piega responsabilmente la conoscenza tecnica alle ragioni del corretto uso del territorio.
Certo, molto meglio sarebbe stato prevenire, in ogni caso intervenire per tempo, anziché provare a curare quando ormai la metastasi ha irrimediabilmente compromesso i tessuti vitali dell’organismo.
Beninteso, l’azione della magistratura è sempre meritoria, ma le denunce pubbliche della mancata depurazione delle acque non sono di ieri, né sono state poche in questi ultimi lustri. Noi stessi, sollevammo la questione due anni fa. E l’abbiamo ripetuta anche recentemente, chiedendo ai candidati alla guida della Regione Campania, tra gli impegni primari da assumere, un articolato piano di bonifica, insieme a quello dei rifiuti speciali, che pure ancora manca. Ribadiamo quindi ai governi sia regionale che provinciale ormai insediatisi, che il risanamento dei Regi Lagni con la relativa rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione è un’azione improcrastinabile.
Relativamente ai rifiuti solidi urbani - è vero - è stato intanto adottato il piano provinciale della relativa gestione, ma si continua a conferire in discarica e, cosa ancor più grave, non si è ancora partiti con una soluzione strutturale di impianti per cui, a breve, una volta riempite le discariche, potremmo ritrovarci nuovamente in emergenza. Insomma, siamo ancora lontani dalla chiusura del ciclo. Mancano, infatti, non solo le infrastrutture necessarie, ma anche l’attenta verifica dell’organizzazione industriale della società provinciale deputata alla gestione integrata del processo, dalla raccolta allo smaltimento (nelle pagine di Caserta di questo numero di CostoZero pubblichiamo il documento degli industriali con le “osservazioni” alla proposta di Piano provinciale per la gestione dei rifiuti elaborato dalla Provincia di Caserta, ndr).
Eppure, proprio quello dell’ambiente è il terreno su cui si gioca la partita per il rilancio dello sviluppo produttivo non soltanto di Terra di Lavoro, ma dell’intera regione. La bonifica del territorio, il riassetto idrogeologico, la gestione dei rifiuti - filiera intimamente legata al concetto di sviluppo delle energie rinnovabili - rappresentano l’unico settore industriale ad alto contenuto d’innovazione che, al momento, ha i potenziali numeri per riconvertire, sostituire, assorbire l’esorbitante manodopera di larghi comparti produttivi della preesistente industria tradizionale ormai matura o decotta.
Muoversi, e velocemente, su questa strada, dunque, non soltanto è un dovere che abbiamo nei confronti delle future generazioni, ma è anche conveniente per la nostra e la vita dei nostri figli.

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