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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2010
 
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di Raffaella Venerando




Napoli Teatro Festival 2010

La creatività internazionale va in scena fino al 27 giugno 2010

È partita ieri con l’anteprima di Lipsynch - spettacolo del drammaturgo, attore e regista canadese Robert Lepade - e proseguirà fino al prossimo 27 giugno la terza edizione del Napoli Teatro Festival, festival sulla creatività internazionale che si svolgerà nel capoluogo campano in ben 23 luoghi diversi: teatri storici e off, il Real Albergo dei Poveri, il Maschio Angioino, ma anche per la prima volta l’ex Birreria di Miano, il Dormitorio pubblico, il Real Orto Botanico, le scale del Petraio. Trentacinque gli spettacoli in cartellone, che con i 39 del programma del Fringe Festival, diventano 74, tutti aventi come fil rouge il tema del tempo (la durata delle rappresentazioni varia dalle 12 ore ad appena 10 minuti).

Dodici ore durerà infatti lo spettacolo “I Demoni” di Dostoevskij, adattato per la scena da Peter Stein, mentre due giorni pieni saranno dedicati a “Delitto e castigo”, fatto rivivere nei i vicoli dei Quartieri Spagnoli dai registi Gaetano Ventriglia e Silvia Garbuggino.
Porta la firma di Manuela Cherubini invece il debutto italiano della prima soap opera teatrale, scritta dall’argentino Rafael Spregelburd. Uno spettacolo (teatro-novela) a puntate che dura un’ora ogni giorno, per venti giorni (quasi l’intera durata del Festival), coinvolgendo più di cento personaggi, e che mette in contatto Napoli e Buenos Aires.
“La città di fuori/La città di dentro” è lo spettacolo di Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro e Angelo Petrella (autore anche del romanzo da cui è tratto) che va in scena in tre giorni consecutivi.
Ancora, “L’attesa” sarà il titolo del progetto con cui il Festival entra in alcuni dei luoghi in cui, restando in attesa del nostro turno, ci trasformiamo in spettatori. Cinque compagnie teatrali interpreteranno in questi luoghi brevissime pièce scritte per il Festival da 10 autori. Saranno scene tali da non rendere chiara la sottile differenza tra un dialogo scritto e recitato e uno di vita vissuta, tra finzione e realtà. Lo spettatore involontario dell’uno e dell’altro, potrà cercare intorno a sé il teatro-breve dell’attesa, in una città teatrale come nessun’altra.
Mario Fortunato ha curato per il Napoli Teatro Festival Italia la commissione dei testi delle 10 piéce a 10 scrittori: Dacia Maraini, Vincenzo Consolo, Andrea De Carlo, Maria Pace Ottieri, Milena Agus, Sandra Petrignani, Elisabetta Rasy, Ivan Cotroneo, i giovanissimi Pulsatilla e Paolo Di Paolo.
Ci sarà anche spazio per il calcio, cui il Napoli Teatro Festival Italia dedica due spettacoli: Football, football del regista bosniaco Haris Pasovic che con parole e danza, insieme al coreografo Koen Augustijnen, celebrerà il gioco più bello del mondo che travalica nazioni, classi, ideologie e religioni (lo spettacolo è una coproduzione intenazionale e porterà il Festival a Johannesburg durante i Mondiali di Calcio) ed El Diego - Concerto n.10, musica d’autore per goal e orchestra, cantata per grande banda e voci maschili (concerto-spettacolo con cui il Festival ritrova, dopo la prima edizione, il maestro Roberto De Simone cui ha commissionato la partitura che sarà eseguita dall’Orchestra del Teatro di San Carlo nel Massimo napoletano e accompagnerà le immagini del “pibe de oro” che scorreranno su un mega schermo).
Dilemmi shakespeariani per Matthias Langhoff in Cabaret-Hamlet, dove Amleto non è principe incerto, ma un vinto, che non è riuscito a raggiungere nessuna delle sue mete e dei suoi doveri. E ancora l’elogio dei vinti con Marco Baliani che nella “Repubblica di un solo giorno” parla dell’ultima notte della Repubblica di Roma del 1848, prima della certa sconfitta della mattina seguente. Il regista francese Michel Didym in “Le tigre bleu de l’Euphrate” poi metterà in scena le ultime ore di vita di Alessandro Magno, sconfitto da se stesso dopo aver ridisegnato il mondo antico.
L’epopea dei sentimenti trova posto grazie al “Romeo and Juliet” del giovanissimo regista inglese Alexander Zeldin, che fa della storia d’amore shakespeariana una tragedia multietnica e poliglotta pervasa da contrapposizioni tra padri e figli, europei e immigrati.
Uno degli elementi ricorrenti di questa edizione sarà l’uso della tecnologia e del 3D.
“Devo partire. Domani” è la videoinstallazione che riscrive in chiave postmoderna Teorema, capolavoro di Pier Paolo Pasolini. Nell’opera per il Festival di Napoli, l’artista di Singapore Ming Wong (Leone d’oro alla Biennale di Venezia 2009) riscrive il testo, ambientandolo all’ombra del Vesuvio e interpretando da solo tutti i personaggi del film.
Ritorna al Festival con “L’uomo che Dava da Bere alle Farfalle” la Compagnia cilena TeatroCinema, che nel 2008 presentò Sin Sangre. Fa uso del video anche Lisa Ferlazzo Natoli in “Ascesa e rovina della città di Mahagonny, var. 1”, spettacolo ispirato alla “città senz’anima” ideata da Brecht che la regista mette a confronto con Napoli. Mentre Benedetto Sicca, giovane regista napoletano, firma “Les Adieux” opera prima di Arianna Giorgia Bonazzi, dove il teatro interagisce con le più sofisticate tecniche del 3D.
A distanza di tempo, ritorna poi in Italia il regista Jorge Lavelli che con il grande attore spagnolo Josè Ramón Fernández porta, all’epoca della grave crisi economica mondiale, il suo adattamento de El Avaro di Moliére; Alessandro Gassman firma la regia di Immanuel Kant di Thomas Bernhard, un testo mai presentato in Italia che condurrà lo spettatore in un viaggio grottesco ai confini della ragione; dopo il successo riscosso durante la seconda edizione con La Partenope, il visionario regista e drammaturgo spagnolo Gustavo Tambascio mette in scena Frankenstein dal romanzo di Mary Shelley, testo simbolo del tardo romanticismo.
Largo anche alla danza, presente al Festival con Claire Cunningham, che porta in scena con ME (Mobile/Evolution) la possibilità di danza e stupefacente movimento armonico per chi può muoversi solo con le grucce. Rodrigo Pardo, protagonista l’anno scorso di ROOF a live movie/Napoli, torna per presentare Tango Toilet, sensuale tango danzato nello spazio angusto di una toilette posta nella vetrina lungo una strada.
Napoletango è il titolo del nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe che racconta la storia di una famiglia del sud al ritmo della musica di Gardel, Santaolalla, Piazzolla, Bacalov. Davide Iodice mette in scena La fabbrica dei sogni partendo dai racconti degli ospiti del Dormitorio pubblico di Napoli; e gli svizzeri Martin Zimmermann e Dimitri De Perrot raccontano in Öper Öpis piccoli e grandi drammi quotidiani, sfidando la forza di gravità con tono umoristico e paradossale.
Dall’Inghilterra arriva Gurugu- ru, performance-terapia di Ant Hampton che mette in evidenza l’incapacità del cittadino consumatore di distinguere tra ciò che vuole e ciò di cui ha bisogno. È ispirata invece ai maestri dell’orrore la performance site-specific della Compagnia franco italiana A.R.I.A.. Ma non finisce qui…Gli spettatori di Plane food cafè, installazione-performance dell’inglese Richard DeDomenici, entreranno nell’abitacolo di un Boeing 747, ricostruito per l’occasione e vivranno l’esperienza di un volo di linea.
Brat (fratello) cantieri per un’opera rom diretto da Salvatore Tramacere è il risultato di un workshop teatrale svoltosi in Serbia e nato con l’obiettivo di far integrare la cultura rom con quella serba. Il Signor di Pourceaugnac, farsa minore di Molière, è lo spettacolo che i corsari di Emanuele Valenti, neo direttore artistico di Punta Corsara, presenteranno al Festival.
Giovani registi portano in scena i testi commissionati dal Napoli Teatro Festival Italia: Giovanni Scacchetti firmerà Diciotto Carati scritto dal cileno Antonio Skármeta ; Sandro Mabellini Tu (non) sei il tuo lavoro di Rosella Postorino; mentre Claudio Di Palma uno studio per il testo Mezza Porta dello scrittore irlandese Colum McCann (produzione dell’edizione 2011 del Festival). Per maggiori info: tel. 081.404423 (tutti i giorni dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20) - infopoint@napoliteatrofestival.it.

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