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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2010
 
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«Creare un’organizzazione per il rilancio»
Giuseppe De Mita illustra il suo programma

Un’imprenditrice irpina in Consiglio regionale: la new entry Antonia Ruggiero

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vetrina promozionale per l’Irpinia Grande accoglienza per la carovana rosa

di Filomena Labruna

Un’imprenditrice irpina in Consiglio regionale: la new entry Antonia Ruggiero

La priorità nel suo mandato è di affrontare le questioni legate allo sviluppo, individuando le vocazioni e i punti di criticità del territorio irpino



Antonia Ruggiero

É l’imprenditrice Antonia Ruggiero, prima eletta per il Popolo della Libertà in provincia di Avellino, a rappresentare l’Irpinia in Consiglio regionale. Alla guida, accanto al padre e alle sorelle della Poligrafica Ruggiero, azienda che rappresenta la naturale evoluzione imprenditoriale della tradizione tipografica della famiglia Ruggiero che ha operato ad Avellino dal 1962, Antonia affronta questa nuova sfida con la determinazione e le capacità utilizzate nell’azienda di famiglia, associata a Confindustria, diventata leader nel settore della grafica e della stampa.

Allora, Onorevole Ruggiero, come ha iniziato questa sua esperienza in consiglio regionale?
Con il giusto equilibrio tra la soddisfazione per il risultato raggiunto e il peso della responsabilità che comunque avverto sulle mie spalle. Si volta pagina in Campania. Ereditiamo una situazione molto complicata. Ci sarà molto da fare.

E per l’Irpinia?
Va di sicuro colmato un gap di rappresentanza. Fino ad oggi la provincia di Avellino è stata relegata ad un ruolo ancillare, schiacciata dalla preponderanza di Napoli e dell’area costiera. Sarà necessario lavorare per il giusto riequilibrio territoriale. E perché ci sia il giusto spazio per valorizzare le nostre risorse, le nostre specificità, le nostre peculiarità. Ma stavolta sarà più facile perché ci troveremo di fronte ad un governo regionale dalla diversa cifra stilistica. Più capace di ascolto, più sensibile alle istanze dei territori.

Quali le priorità per il territorio irpino?

Di sicuro le questioni legate allo sviluppo. Può sembrare una risposta vaga, ma intendo dire che bisogna individuare, insieme alle altre realtà istituzionali presenti sul territorio, vocazioni, punti di criticità, positività da esaltare. La provincia di Avellino ha un’ evidente difficoltà rispetto alle infrastrutture, quelle materiali e quelle immateriali. Lo dico da imprenditrice. Abbiamo aree industriali, ad esempio, che stentano a sopravvivere. E questo perché mancano addirittura i collegamenti adsl. Perché è difficile addirittura avere la giusta fornitura elettrica. Allora, di fronte a queste carenze, parlare di sviluppo appare contraddittorio, quasi inutile.

E se dovesse individuare una sorta di core business per l’Irpinia?
Di sicuro bisogna individuare percorsi per rilanciare il manifatturiero e la filiera dell’automotive e per valorizzare l’agroalimentare, l’unico settore che è riuscito a reggere all’urto della crisi internazionale. In tutti i comparti, comunque, bisogna puntare sulla qualità e sulle eccellenze. L’anno che si è chiuso è stato particolarmente critico, la nostra economia è entrata in una preoccupante fase di recessione. Credo che il compito di politici ed istituzioni sia di risollevare i comparti più penalizzati dalla crisi.

Lei è stata assessore provinciale alle politiche sociali. Un bagaglio di esperienze che intende portare anche in Consiglio regionale?
Senza dubbio. Mi sono accorta di quanto sia difficile lavorare oggi sui servizi sociali, sulla disabilità, sulle pari opportunità. Sono settori strategici per l’innalzamento della qualità della vita di ciascuno. Ma che vivono difficoltà legate a budget sempre troppo esigui. É una tendenza che va invertita».

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