Attuazione del PRAE: ecco il monito degli operatori del settore
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Attuazione del PRAE: ecco il monito degli operatori del settore
Occorrono tempi rapidi di attuazione per rendere operativa ed efficace una politica organica di approviggionamento ed utilizzazione delle risorse minerarie
Il Piano Regionale delle Attività Estrattive è stato approvato, in Regione Campania, nel 2006, ma da allora mancano le norme tecniche di attuazione che, di fatto, ne vanificano l'esistenza. Tale situazione ha creato e sta creando non poche difficoltà agli operatori del settore che invocano tempi di attuazione rapidi al fine di rendere operativa ed efficace una politica organica di approvvigionamento e di utilizzazione delle risorse minerarie. Il problema delle attività estrattive, infatti, non riguarda solo le imprese che operano direttamente in questo settore ma coinvolge, ad ampio raggio, anche le attività che indirettamente rientrano nel circuito (vedi imprese edili) che, a causa di queste difficoltà sono costrette ad approvvigionarsi altrove. Abbiamo voluto ripercorrere, con questo articolo, i principali passaggi della questione ed abbiamo ascoltato la Presidente della Sezione Materiali e Componenti per l'edilizia Giusy Saccomanno e Gennaro Moccia della Moccia Industrie spa.
Presidente Saccomanno, a causa della mancata attuazione del PRAE, di fatto, le imprese estrattive risultano ferme nella nostra provincia. Tale circostanza penalizza in maniera significativa non solo le imprese estrattive, ma anche l'intero indotto. Quali sono gli ostacoli normativi da superare
e quali le maggiori difficoltà che la mancata approvazione degli stessi sta causando alle aziende del settore?
Sono circa cinque anni che il PRAE attende, dalla Regione Campania, l'approvazione delle norme tecniche di attuazione per la sua operatività nelle singole realtà territoriali e non si comprende qual è il motivo per cui ciò non sia ancora avvenuto, soprattutto se si pensa che, almeno in questo caso, l'impegno chiesto non è di natura finanziaria ma squisitamente amministrativo. Il settore delle estrazioni della nostra provincia è ormai all'asfissia: le aziende hanno atteso le linee guida, resistendo finché hanno potuto.
Oggi, vogliono sapere se continuare o riconvertire le loro attività in qualche altro settore.
L'unico vantaggio è stato di chi non ha mai seguito le regole e in questa follia generale la fa da padrone, non solo a discapito della concorrenza leale ma anche di quell' indotto (prevalentemente edile) che è costretto ad approvvigionarsi a costi elevatissimi.
Infatti a tale proposito vorrei sottolineare che la nostra provincia risulta essere un territorio virtuoso e, così come evidenziato da più parti, non può essere penalizzata.
La sezione ha ipotizzato, sia nell'immediato che nel medio termine, delle attività da mettere in campo per cercare di risolvere la situazione?
Seguendo la strada intrapresa da chi mi ha preceduto, e dopo aver consultato la base associativa, abbiamo concluso che è arrivato il momento di ricevere risposte chiare dalle istituzioni, coinvolgendole direttamente, con la speranza che si riesca ad ottenere un buon risultato per le vie brevi. In caso contrario, continueremo la nostra battaglia fino a quando non si uscirà da questa impasse.
Comunque, già presso le nostre sedi di Confindustria/Ance e, in occasione di incontri regionali, sono stati sensibilizzati sulla questione sia l'assessore regionale alle opere a ai lavori pubblici Edoardo Cosenza, sia al Governatore Stefano Caldoro. Inoltre, Confindustria Benevento sta lavorando alla stesura di un documento di osservazioni al PTCP, nel quale saranno evidenziate le attività da mettere in campo per risolvere le problematiche del comparto, regolamentando il settore delle attività estrattive attraverso l'attuazione del PRAE. Questa, infatti, è un'altra strada che non possiamo permetterci di lasciare intentata.
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A Gennaro Moccia, abbiamo domandato una sua valutazione sulle difficoltà provenienti dalla mancata attuazione del PRAE
Nella Regione Campania nonostante l'approvazione del PRAE del 2006, in pratica da oltre vent'anni, gli esercenti attività estrattive attendono l'attuazione dello stesso, al fine di rendere operativa una politica organica di approvvigionamento e di razionale utilizzazione delle risorse minerarie. A causa del predetto ritardo si è determinato un vuoto operativo che paralizza l'intero settore estrattivo e l'indotto ad esso collegato.
Le imprese, difatti, sono spesso obbligate a pianificare i propri programmi di lavoro in relazione a quanto viene imposto dalle confuse e precarie norme transitorie emanate dalle istituzioni regionali, perseguendo soluzioni temporanee e spesso disorganiche (vedi L.R. n. 14/2008), tant'è vero che nella maggior parte dei casi, tali soluzioni non vengono interpretate e adottate omogeneamente dai vari dirigenti provinciali (preposti a gestire il settore estrattivo), i quali a loro volta, incontrano notevoli difficoltà a svolgere il proprio lavoro, in assenza di un quadro di riferimento chiaro ed univoco.
Nella sola provincia di Benevento oggi circa il 90% dei siti estrattivi sono fermi e i restanti lavorano in condizioni precarie e tenuto conto che molti di essi sono connessi ad aziende che utilizzano i materiali di cava esclusivamente quali materie prime nei rispettivi processi produttivi (cementifici, laterifici, industrie per la produzione di conglomerati bituminosi etc.), ci si chiede come possa un'impresa, in un tale contesto, pianificare i propri programmi imprenditoriali e soprattutto essere competitiva sul mercato. Per coloro che operano nelle regioni limitrofe, la Campania sta diventando terra di facile conquista, con livelli di prezzi e condizioni che stanno ulteriormente penalizzando il mercato locale. La situazione, a questo punto, è divenuta insostenibile
e molte aziende sono sull'orlo del tracollo finanziario.
Per evitare, ulteriori gravi ripercussioni sull'economia locale, è necessario che in tempi brevissimi vengano definite tutte le procedure necessarie per rendere attuativo in tutte le sue parti il piano delle attività estrattive della Regione Campania; un ulteriore ritardo peraltro ingiustificabile da parte delle istituzioni regionali, potrebbe assumere dimensioni addirittura drammatiche visto il particolare momento di crisi, che ha già causato notevoli perdite di posti di lavoro, mettendo in serie difficoltà, il dissestato sistema economico della Regione Campania, il cui tasso di disoccupazione ha superato il 13% (superiore di cinque punti percentuali rispetto al tasso medio nazionale che è all'8%).
SCHEDA SINOTTICA
Come riportato anche dal PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive) approvato dalla Regione, risultano 24 imprese attive con una forza lavoro diretta di 352 dipendenti . Va evidenziato che attorno a questo settore "ruota" un indotto notevole, a partire dai piccoli trasportatori (cosiddetti padroncini).
Va evidenziato, ancora, in termini di criticità, che il settore delle costruzioni e di tutta la filiera dei materiali per l'edilizia, in considerazione della stasi del comparto estrattivo, rischia un aggravio dei costi per approvvigionarsi della materia prima da aziende di altre province; peraltro, senza alcuna certezza della provenienza del materiale, necessaria per la tracciabilità del prodotto, che sempre più istituzioni richiedono alle aziende del settore.
ALCUNI PASSAGGI FONDAMENTALI
- Il problema è stato già evidenziato al Governatore Stefano Caldoro, il 3 novembre scorso, nel corso della Giunta di Confindustria Campania. - Una richiesta formale è stata formulata dal Presidente dell'ANCE Campania, Nunziante Coraggio, all'Assessore Cosenza nel corso dell'Assemblea dell'ANCE Campania l'8 novembre scorso.
- Il Problema delle Cave sarà inserito anche nelle osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che entro il prossimo 10 dicembre saranno depositate da Confindustria/Ance presso la Provincia di Benevento.
- Confindustria, pertanto, in considerazione della diversità "ambientale" della provincia di Benevento nonché della tempestività con la quale il Genio Civile di Benevento, ha inoltrato alla Regione la definizione dei comparti, previsti dal PRAE, auspica che si possa dare vita al "tavolo di lavoro" tecnico in sede di prefettura alla presenza sia dell'Assessore al ramo che del Dirigente del settore.
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