Quando lo sport si tinge di ROSA
di Lucia Coscia, Addetto stampa della PDO Salerno, stampa@pdosalerno.it
Per le donne le migliori discipline sono quelle che potenziano temi come l'amicizia, l'ecologia, la difesa, l'assistenzialismo e argomenti di interesse generale
La grande diffusione dello sport nel variegato universo femminile, testimonia, di per sé, la piena compatibilità dell'attività fisica con le caratteristiche fisiologiche della donna. Questo vale per tutti gli sport. Donne di sport che vincono medaglie e che si ritagliano uno spazio nella storia, donne che attraverso lo sport realizzano le loro ambizioni e cambiano il costume, donne atlete nell'olimpo dei campioni.
Già ai tempi dell'antica Grecia le donne usavano praticare lo sport, proprio come facevano gli uomini, fino a prima di sposarsi: l'attività fisica era infatti vista come un utile metodo per essere madri forti di figli forti. Nel XVIII secolo lo sport era consigliato a tutti come rimedio all'inquinamento cittadino causato dalla rivoluzione industriale. Oggi, a differenze di allora, gli sport più diversi sono accessibili a quasi tutte le donne. Sparta escludeva la donna, i club inglesi la penalizzavano, la componente militare contribuiva, poi, a dare maggiore impulso alla "cultura maschilista".
Ma - come dimostrato poi dalla storia - la pratica sportiva delle donne e i loro investimenti nella vita associativa sono risorse indispensabili. Le competenze femminili, il loro ruolo nel campo dell'educazione, il loro approccio pragmatico e completo ai problemi, sono punti di forza per le associazioni che faticano spesso a formulare la dirigenza. La donna è diversa dall'uomo e, per valorizzarla, occorre lasciarle la libertà di interpretare le attività e i valori proposti e di crearne di nuovi.
Una volta era essenziale che la donna mettesse al mondo tanti figli; oggi è importante che partecipi alla gestione
del mondo. Entrano in gioco, così, la realtà femminile, la sua volontà e l'educazione. Ecco che l'ambiente può valorizzare questa realtà femminile incoraggiando la fiducia in se stessa e permettendole l'accesso al potere. Gli elementi idonei verranno selezionati strada facendo attraverso una certa visione dello sport in cui l'aspetto ludico sublimi l'egoismo, che contenga valori sociali e umani, una certa visione che permetta lo sviluppo fisico e intellettuale e che contribuisca all'inserimento nella società attraverso l'accettazione delle regole e il rispetto per gli altri e per se stessi, contrapposta all'affermazione del campione, costituisce educazione per uomini e donne. Ciascuna donna deve poter scegliere tra il professionismo (pochissime), l'agonismo olimpico (poche) e una pratica sportiva (tutte le altre) che è occasione sociale e anti-stress, scoperta e sviluppo del corpo, movimento divertente, fiducia in se stessa, occasione di salute fisica e mentale, e perché no, avventura. In particolare devono essere offerte e promosse le discipline che potenziano temi come l'amicizia, l'ecologia, la difesa, l'assistenzialismo e argomenti di interesse generale.
Le donne hanno un obiettivo da raggiungere insieme, ma non virilizzando la loro immagine. La donna deve partecipare alla gestione dello sport in generale, e intervenire presso la componente femminile, equilibrando con la sua presenza gli eccessi maschili. Ma la donna deve agire nello sport come operatore, non solo in palestra ma sul territorio. Una realtà che sicuramente rispecchia questa immagine della donna nello sport è quella proposta, da anni, dal team di handball femminile, ITC Ceramiche Salerno. Una storia unica quella del club del presidente Mario Pisapia, un esempio di lealtà e serietà che ha raggiunto il suo acme con la conquista del titolo di Campione d'Italia nel maggio del 2010. I volti di queste ragazze, ma anche i loro muscoli di ferro, sono entrati nella storia dello sport salernitano. Anche le istituzioni hanno fatto la propria parte.
Dalla "madrina" Mara Carfagna, passando per il primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca, i consiglieri comunali addetti allo sport Alfonso Siano e Mario Compagnone, l'assessore provinciale dello sport Antonio Iannone, il presidente del Coni Nello Talento, tutti hanno speso parole importanti per il traguardo raggiunto. Un tributo giusto e doveroso per un team che la città di Salerno ha adottato e di cui va legittimamente fiera e che, proseguendo sulla scia, anche in questa nuova stagione sta sfornando progetti ambiziosi per il territorio, consentendo anche a "piccole donne" di entrare in un mondo sportivo sano e formativo. |