TOZZI: «Se la Terra non È piÙ "gaia" la colpa È soprattutto dell'uomo»
di Raffaella Venerando
Piogge torrenziali, frane, alluvioni, terremoti non sono altro che ineluttabili eventi naturali. Diventano disastri a causa di una sbagliata politica di uso dissennato del territorio «Non sappiamo quanto costa il Chilowattora nucleare perchè per conoscerne il prezzo esatto dovremmo aspettare che il primo kg della prima centrale nucleare statunitense - risalente agli anni '60 - venga inertizzato. Questo però avverrà soltanto tra 30mila anni»
Mario Tozzi è geologo e primo ricercatore del Cnr. Documentarista, autore e conduttore televisivo (Gaia – Il pianeta che vive e Terzo Pianeta su RaiTre, La Gaia Scienza su La7), collabora con vari quotidiani e periodici, tra cui "La Stampa", "National Geographic" e "Vanity Fair". Ha pubblicato, con Rizzoli, Gaia (2004), Catastrofi (2005) e L'Italia a secco (2006).
Professor Tozzi, alluvioni, terremoti, frane, smottamenti…cosa sta accadendo al nostro Paese?
Niente di eccezionale. Succede semplicemente quello che capita ogni inverno e primavera perché il paese è geologicamente giovane, attivo ed è "composto" da molto terreno di montagna che, aggredito da piogge copiose e dalla forza di gravità, per la sua natura instabile si mette in moto. In questo modo l'acqua, spezzando i legami fra le particelle che costituiscono i terreni, li fa franare a valle. La prima causa è quindi riconducibile a "come siamo fatti", la seconda invece - è ascrivibile alla quantità notevolmente accresciuta negli ultimi tempi delle piogge: oggi piove in poche ore quello che prima pioveva in mesi, con danni di gran lunga maggiori rispetto a quanto avveniva in passato. In più, l'uomo ha costruito dove non doveva, in prossimità di letti di fiumi e di argini, cementificando, asfaltando e impermeabilizzando una gran parte dei bacini fluviali cosicché, al primo evento di pioggia poco al di sopra della norma, l'acqua piovana anziché infiltrarsi nel sottosuolo rimane in superficie, travolgendo con la sua furia tutto ciò che incontra lungo il suo cammino, comprese le abitazioni che sono lì dove non dovrebbero essere a causa della politica dissennata di uso del territorio.
Quali sono allora le misure e le azioni da mettere in campo per contrastare questi fenomeni?
Innanzitutto, è indispensabile lavorare alla prevenzione identificando le zone a rischio. Il Piemonte, il Trentino, la Calabria, la Sicilia, ma anche la Campania, sono le aree più esposte al pericolo di frane e alluvioni, ma a parità di rischio si registrano molte più vittime al Sud. Questo denota che i livelli di prevenzione
sono ancora scarsi e non omogenei su tutto il territorio nazionale. Bisognerebbe in definitiva rinaturalizzare il territorio, liberando ad esempio i fiumi dagli argini cosicché possano espandersi senza procurare alcun danno.
L'equilibrio idrogeologico del territorio italiano quindi è da sempre così precario? Lo è per natura, ma la situazione è comunque peggiorata quando le piogge sono cambiate e l'uomo ha costruito senza freni, né ordine. In Italia la densità di abitazione è molto più alta di quella di popolazione, con circa 200 abitanti per Km quadrato. Siamo al primo posto nella graduatoria dei paesi che "mangiano più territorio" con 250mila ettari di suolo sottratti all'anno, contro i soli 10mila della Gran Bretagna. Non c'è da stupirsi quindi se corriamo maggiori rischi.
In uno degli ultimi suoi libri ha raccontato i "segreti" custoditi nelle viscere delle città, definendo Napoli una delle città con più tesori sotterranei…eppure - il riferimento esplicito è al crollo di Pompei - quando alcuni di questi segreti vengono svelati e portati alla luce pare non prioritario prendersene cura. Non è anche questa indifferenza un attacco alla natura?
Anzi, pare sia il caso di lasciarle sotto terra e non scoprirle nemmeno…in realtà non è così perché il patrimonio cavo di Napoli è uno dei primi al mondo per importanza e bellezza. Il sottosuolo partenopeo "racconta" di usi e pratiche millenari: dal sistema fognario costruito dai romani migliaia di anni fa e ancora in uso, fino ai rifugi antiaerei della guerra. Bisognerebbe avere maggiore cura di questo prezioso patrimonio, anche perché gran parte della città poggia proprio su queste cavità sotterranee, costruite da chi ha vissuto sulla terra centinaia di anni prima di noi.
In ambito energetico lei si oppone alla rinascita dell'atomo perché…
…Perché non è utile, costa troppo e rischia di essere dannoso. Per costruire una centrale nucleare occorrono infatti circa 10 anni, per cui non esiste alcun vantaggio di tempo sotto il profilo dell'emergenza. Ogni centrale poi costa più di 6 miliardi di euro e, ipotizzando che il Paese ne necessiterebbe almeno di 4-5, la stima dei costi risulta decisamente fuori portata ed è quindi presumibile che a sopportare questi costi elevati sarebbero i cittadini con bollette più salate. Inoltre, rimarrebbe il problema di dove collocare sia centrali, sia i siti per le scorie che dovrebbero essere molto stabili, privi di rischi idrogeologico, sismico, vulcanico, lontani dai centri abitati e con tanta acqua a disposizione. È quindi facile immaginare che non sono tanti i siti che rispondono a queste caratteristiche in Italia, tant'è che non esiste alcun sito definitivo per il deposito delle scorie. Oltretutto, non sappiamo quanto costa il chilowattora nucleare perché per conoscerne il prezzo con esattezza dovremmo aspettare che il primo chilogrammo della prima centrale nucleare statunitense - risalente agli anni 60 - venga disattivato, inertizzato. Questo però avverrà soltanto tra trentamila anni. Con le rinnovabili, invece, il prezzo lo si conosce da subito senza sorprese. Si paga l'impianto, il suo smaltimento e null'altro.
Il vero problema ambientale sono le emissioni di Co
. No al nucleare quindi e sì alle rinnovabili secondo lei?
Sì al risparmio sull'energia e sì all'efficienza nella produzione e nell'uso finale. Dovrebbero essere questi i due comandamenti a "costo zero" da osservare in campo energetico nel nostro Paese. Dovremmo adottare uno stile di vita più consono al periodo che viviamo, ricordandoci che se certi stili di vita energicamente onnivori possiamo permetterceli è solo perché qualcun altro annaspa e due miliardi di persone non sanno neanche cos'è un interruttore della luce. In definitiva, la colpa dei disastri ambientali è esclusivamente dell'uomo? Piogge torrenziali, frane, alluvioni, terremoti non sono altro che ineluttabili eventi naturali. Diventano disastri a causa del criminoso intervento umano. La colpa è esclusivamente nostra. La natura fa solo il suo corso e siamo noi a doverci adattare ad essa, non il contrario.
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