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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2010
 
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SALUTE

di Raffaella Venernado

ObesitÀ e diabete

Due nemici da combattere a tavola, mangiando in modo sano e giusto

Giuseppe Fatati
Presidente Associazione Italiana
di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI)


É stato presentato il 9 Novembre 2010 in Senato, presso la Sala Caduti di Nassiriya, il libro Star Bene Mangiando di Giuseppe Fatati. Il Senatore Antonio Tomassini ha precisato che l'obesità e il diabete rappresentano un problema di salute particolarmente preoccupante, tanto da configurarsi a livello internazionale come elementi di una moderna pandemia.
Nel nostro Paese il Parlamento, il Governo e le Regioni dovranno guidare e sostenere le azioni di contrasto, trovando le giuste sinergie legislative e operative. Obesità e diabete però non possono essere affrontati con successo se non si ricorre ad azioni intersettoriali, che trovano nella prevenzione il cardine principale di una strategia che veda coinvolti le Istituzioni, le Società Scientifiche e le Associazioni pazienti.
La prevenzione dell'Obesità e del Diabete comincia nella quotidianità come ad esempio atavola, promuovendo non la cultura della privazione, bensì la cultura di una sana e corretta terapia dietetica-nutrizionale.

In questa occasione abbiamo posto al dottor Giuseppe Fatati alcune domande. Molti italiani hanno problemi di peso.
C'è qualche segnale positivo in merito a questo importante problema?

Per la prima volta possiamo registrare un dato positivo: in dieci anni, le donne fra i 35 e i 74 anni di età non sono cresciute di peso.
Nello stesso decennio i maschi, sono cresciuti e non di poco, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità che ha messo a confronto la realtà attuale con quella del 1998. 24 donne su 100 erano obese a fine secolo e sono rimaste tali dieci anni dopo. Resta un indice sempre molto alto considerando che una donna su quattro va incontro più delle altre ad incidenti cardiovascolari. Gli uomini, invece, sono passati dal 19%, meno di 1 su 5, al 25%, 1 su 4.
Si deve rilevare una contraddizione: gli uomini hanno mangiato di più ma fumato di meno, l'opposto delle donne.
Altri bilanci attivi?

C'è da segnalare che vediamo sempre più giovani coppie che alimentano con giudizio i propri figli: un segno di maturità. E poi è importante sottolineare che le istituzioni hanno finalmente compreso il rischio obesità che, alla fine dello scorso millennio, era quasi del tutto trascurato. L'iniziativa di oggi e la sensibilità del Senatore Tomassini, Presidente della XII Commissione Igiene e sanità, ne sono un esempio.
L'obesità è comunque in costante crescita e ormai un italiano adulto su 10 è obeso per un totale di 4 milioni e 700.000 individui, in pratica è come se tutti gli abitanti di Roma, Milano, Bari e Bologna, dai neonati ai centenari, messi insieme, vestissero la taglia extra large.

E l'obesità infantile?

In Italia le cifre sono molto preoccupanti: fra i bambini da 6 e 11 anni, 24 su 100 sono sovrappeso e 12 obesi. Un esercito di un milione e 138mila bambini in eccesso ponderale di cui 382mila obesi. Rifacendo il confronto con la popolazione si può dire è come se tutta la città di Milano e quella di Trieste fossero popolate di bambini con eccesso di peso. Lei pensa che merendine e soft drink possano essere causa diretta di obesità? L'aumento di peso è prima di tutto il risultato di uno sbilanciamento tra le calorie assunte e quelle consumate. L'obesità e le patologie metaboliche sono il risultato dell'incontro tra una genetica antica deputata al risparmio, che abbiamo ereditato dai nostri progenitori, e un ambiente troppo favorevole che abbiamo creato negli ultimi cinquanta anni. Sovrappeso e obesità possono insorgere anche in presenza di una dieta non eccessivamente calorica se, come accade in larghe fasce della popolazione moderna, il dispendio energetico (movimento e attività fisica) è molto scarso. Nessun alimento o bevanda di per sé, di conseguenza, è responsabile del sovrappeso o della condizione di obesità di un individuo.
Ciò che conta è che il contributo di ogni singolo alimento o bevanda non sia eccessivo rispetto all'apporto calorico totale, che la alimentazione sia quanto più varia possibile e che le calorie totali introdotte siano a loro volta in equilibrio con quelle bruciate.
L'obesità rappresenta una risposta disadattativa generalizzata a modificazioni ambientali intervenute troppo rapidamente per consentire l'adeguamento di un sistema specializzato per l'accumulo e l'utilizzazione ottimale dell'energia; per contrastare tale fenomeno abbiamo bisogno di interventi strutturali e investimenti reali.
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