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Filiera bufalina: un “patto” per formare e assumere
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Filiera bufalina: un “patto”
per formare e assumere
Si parte con i corsi per cameriere, quindi cuochi e pizzaioli.
E c’è già un’azienda che garantisce il lavoro ad almeno la metà dei partecipanti
di Ad. Ar.
Il tavolo dei relatori del seminario di approfondimento sugli ammortizzatori in deroga
Corsi di formazione professionale con assunzione garantita per almeno la metà dei partecipanti. E si tratta soltanto del primo gradino, quello riservato alla formazione di 60 camerieri, cui seguiranno, nei prossimi mesi, altrettanti corsi per la formazione di cuochi e, infine, di pizzaioli.
É questo il senso concreto del Patto formativo locale della filiera bufalina, sottoscritto, due anni fa, con la Regione Campania da enti locali, università e associazioni datoriali e ordini professionali, e che in questi giorni si è posizionato finalmente sui blocchi di partenza.
I corsi, aperti a disoccupati e inoccupati compresi in età tra i 18 e i 45 anni, partiranno nei prossimi giorni.
L’iniziativa è stata presentata l’8 marzo scorso presso la sala convegni di Confindustria Caserta, da Bruno Cortese, in rappresentanza del soggetto capofila del Pfl (l’associazione degli industriali, appunto); Giuseppe Falco, presidente Consorzio Progetto Bufala; Paolo Pedone, preside della facoltà di Scienza del farmaco per l’ambiente e per la salute della Sun; Anna Tarantino, preside dell’Istituto Ferraris di Caserta; Sandro Abeille, consigliere di amministrazione della società di ristorazione “Fratelli La Bufala”; e Rosanna Marziale, enogastronoma e chef di fama, nella veste di direttrice dei corsi di formazione.
Formazione che si svolgerà non soltanto tra i banchi di scuola, ma anche e soprattutto in azienda, a contatto diretto con la clientela. «L’aspetto più importante e forse anche difficile di questa iniziativa - ha sottolineato Bruno Cortese - è stato quello di organizzare Patti formativi che siano coerenti con le strategie degli imprenditori e non tanto per fare. I Patto formativo, infatti, rappresenta anche un’opportunità per le stesse aziende, nel senso della riqualificazione del personale».
Il dato della concretezza, delle formazione legata ad un particolare bisogno del mondo del lavoro, è stato peraltro la nota caratteristica di tutti gli interventi. «Attraverso i prodotti di eccellenza, la mozzarella in particolare, si vende il territorio», ha ricordato il rappresentante della catena di franchising Fratelli La Bufala, cento ristoranti in cinque anni, con presenza negli Usa e negli Emirati Arabi. «Questa iniziativa è una sfida di cui noi siamo, come dire, semplicemente il ponte».
Abeille ha ricordato anche le recenti crisi che hanno interessato il comparto, dai rifiuti alla diossina: «Ma ne siamo usciti più consapevoli e forse anche più forti. Consapevoli che il mercato compra i nostri prodotti, ma spesso paga altri, paga brutte copie delle nostre eccellenze enogastronomiche. La sfida che dobbiamo raccogliere - ha concluso Abeille - passa dunque attraverso la qualificazione di tutti i segmenti della filiera». E la preside Tarantino ha aggiunto: «L’idea che mi ha convinto a sostenere questa iniziativa è il fatto di dare una prospettiva concreta alla formazione professionale, la quale in genere si limita a fornire la semplice qualifica. Qui si parla invece di lavoro vero». Mentre il preside Pedone ha voluto confermare «la vicinanza dell’università alle imprese e, in particolare, a Confindustria Caserta».
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