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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2010
 


Inserto


a cura di M. Marinaro

La mediazione delle liti civili e commerciali

Un nuovo strumento al servizio delle imprese

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Il terzo rapporto sulla giustizia alternativa in Italia

La centralità della conciliazione amministrata presso le Camere di Commercio

Avvocato Cassazionista - Conciliatore
Docente a contratto di Metodi di risoluzione delle controversie alternativi alla giurisdizione
Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, Università di Salerno
info@studiolegalemarinaro.it



Nel mentre il Consiglio dei Ministri si apprestava ad approvare il D.Lgs. attuativo della delega in materia di “mediazione delle liti civili e commerciali” (D.Lgs. 4 marzo 2010 n. 28) segnando una storica svolta nell’attuazione degli strumenti di A.D.R., nell’ordinamento italiano [in ordine al quale si rinvia all’inserto tematico pubblicato in questo numero], l’ISDACI (Istituto Scientifico per l’Arbitrato e il Diritto Commerciale) unitamente all’UNIONCAMERE, alla Camera di Commercio di Milano e alla Camera Arbitrale di Milano, presentava il “Terzo rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia”.
Lo studio effettuato per il terzo anno consecutivo dall’ISDACI si pone quale obiettivo di operare un censimento degli organismi di A.D.R. effettivamente operanti in Italia e dall’altro di procedere ad una stima delle procedure di arbitrato e conciliazione promosse e gestite.
Dal monitoraggio dei Centri si rileva la significativa presenza delle Camere di Commercio; e infatti si individuano i 105 Servizi di Conciliazione e le 69 Camere Arbitrali istituiti presso le 105 Camere di Commercio italiane, e i 21 Corecom (che risultano istituiti in tutte le regioni italiane, alle quali si aggiungono quelli di Bolzano e Trento, come capoluoghi di province autonome).
Per quanto riguarda i Centri privati, la ricerca è alquanto complessa e ciò in ragione del fatto che non esiste una “anagrafe” degli stessi e considerato che molti di questi non hanno una dimensione ultralocale. Nella tabella di riepilogo risultano censiti i soggetti che nel 2008 sono risultati attivi nel fornire in via esclusiva o principale servizi di giustizia alternativa. Nel contesto dell’ampia ricerca pubblicata un rilievo particolare assume anche quest’anno la conciliazione ed in particolare la conciliazione amministrata presso le CCIAA. In generale dall’analisi di tutti i dati emerge che le procedure di conciliazione nel 2008 hanno raggiunto quota 100.783 e costituiscono oltre il 99% di tutte le procedure ADR che si sono registrate in Italia nel periodo considerato.
Con riguardo al tipo di conciliazione, la più diffusa nel 2008 è quella c.d. paritetica (41,1%), segue quella presso i Corecom (38,5%), e poi quella presso le Camere di Commercio (20%), mentre la conciliazione amministrata al di fuori di queste ultime resta del tutto marginale (0,4%).
È interessante rilevare il notevole incremento rispetto all’anno precedente: si passa dal + 178,3% della conciliazione paritetica, al + 42,7% della conciliazione presso le Camere di Commercio, fino ad arrivare al + 16,6% della conciliazione presso i Corecom.
Con specifico riferimento alle Camere di Commercio anche per il 2008, come per l’anno precedente, tutte le Camere hanno offerto il servizio di conciliazione coprendo in tal modo tutto il territorio attraverso la presenza in ogni provincia.
Le Camere di Commercio proseguono il trend di crescita annuale quasi costante per il numero di domande di conciliazione ricevute, con un incremento del 48% nel 2006, del 52% nel 2007 e del 42,7% nel 2008. Ciò significa che per la conciliazione amministrata (cioè gestita da un ente terzo qual è appunto la Camera di Commercio o altro ente pubblico o privato) le domande ricevute dalle Camere di Commercio costituiscono, infatti, quasi il 99%. Si segnala che presso le Camere di Commercio le controversie tra imprese rappresentano il 18,1%, mentre quelle tra consumatori e imprese l’81,9% (percentuale in crescita rispetto al 2007 anno nel quale era stata del 77%). Il valore medio delle procedure è leggermente diminuito -4% (passando dai 22.800 € del 2007 ai 21.868 euro del 2008) e la durata media ha registrato un lieve incremento del +4,7%, sempre per quanto riguarda le Camere di Commercio. In relazione poi alle materie che costituiscono oggetto delle procedure di conciliazione amministrata il primato è ancora delle telecomunicazioni (75,5%), seguite a distanza da commercio (4,1%), edilizia (1,7%), turismo (1,7%), servizi (1,3%), artigianato (1,05%), e altro (10,3%). Il primato indiscusso delle “telecomunicazioni” costituisce la diretta conseguenza della obbligatorietà del tentativo di conciliazione in materia ai fini della procedibilità della domanda giudiziale.
Nelle procedure di conciliazione camerale, l’accordo viene raggiunto nel 48,8% dei casi, ma occorre rilevare una percentuale notevole di mancate adesioni al tentativo stesso (pari al 64,7%).

Occorre tuttavia sottolineare come l’accordo conciliativo venga raggiunto in un caso su due. Nel rapporto viene altresì posto in evidenza come questa percentuale arrivi al 59% considerando anche gli accordi conclusi “fuori udienza”: si tratta di quelle conciliazioni che si concludono direttamente tra le parti dopo l’instaurazione del procedimento dinanzi alla CCIAA, ma senza poi recarsi presso la stessa.
Dal rapporto emerge dunque un quadro decisamente incoraggiante di crescita e diffusione dello strumento conciliativo, soprattutto attraverso la fitta rete camerale che offre su tutto il territorio nazionale una rete di servizi attraverso una notevole esperienza e capacità operativa.
La riforma appena attuata in questa materia e che dal prossimo anno prevede la obbligatorietà del tentativo di conciliazione in numerosi ed ampi settori del diritto civile, comporterà un inevitabile incremento esponenziale dell’attività di mediazione/conciliazione.
Entro un anno tutti gli organismi esistenti, ivi incluse le Camere di Commercio (in prima linea sin dal 1993 nei servizi di conciliazione ed arbitrato), oltre che quelli che si costituiranno presso gli Ordini professionali, dovranno fare fronte ad una domanda sempre crescente.
Ma la vera sfida non sarà quella di reggere l’urto quantitativo della richiesta, quanto quella di essere in grado di rispondere in maniera adeguata alle aspettative di qualità del servizio, nella prospettiva di poter far crescere un nuovo modo di affrontare le controversie. Una prospettiva non necessariamente antagonista, ma di cooperazione nel perseguimento di soluzioni che possano essere ampiamente satisfattive.
Le tutele giuridiche e gli incentivi fiscali, unitamente alla serietà ed efficienza degli enti e dei conciliatori che presso di loro opereranno, potranno riscrivere nei prossimi anni il percorso della giustizia civile italiana.

Nota: I dati sono relativi all’anno 2008 (fonte: Terzo rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia, Isdaci, 2010).

Centri di “giustizia alternativa” attivi in Italia

Arbitrato:
• 69 Camere arbitrali istituite presso le Camere di Commercio;
•24 Camere arbitrali al di fuori del circuito camerale.
Conciliazione:
•105 Servizi di Conciliazione istituiti presso le Camere di Commercio;
•17 Corecom;
•58 Centri di conciliazione al di fuori del circuito camerale:
- di cui 40 che offrono servizi di conciliazione amministrata;
- e 18 che offrono servizi di c.d. conciliazione paritetica, ovvero servizi che nascono sulla base di accordi tra l’impresa e le associazioni di consumatori.
Riassegnazione dei nomi a dominio:
• 5 Prestatori di servizio di risoluzione delle dispute facenti parte del registro ccTLD.it.
Per un totale di 278 centri attivi dei quali si presenterà l’attività nelle sezioni specifiche insieme ad altri 6 enti tra Authority e Ministeri, oltre all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, per l’attività di prevenzione del contenzioso da essi svolto.

Nota: I dati sono relativi all’anno 2008 (fonte: Terzo rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia, Isdaci, 2010).

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