È il momento di rilanciare
l’economia dei territori
Per una Campania europea è fondamentale puntare allo sviluppo e fare “rete”
«Basta con i piani basati
sui comparti “trainanti”.
Via libera alla costruzione
delle pre-condizioni
che consentono di fare impresa alla pari
con le altre aree
del Paese»
Agostino Gallozzi, Presidente Confindustria Salerno
Le emergenze che riguardano la Campania e le sue province sono tali e tanto gravi che diventa difficile immaginare una griglia sintetica di interventi da porre in atto con assoluta, drammatica urgenza. Bisogna immediatamente archiviare la fase legittimamente dialettica della campagna elettorale che è alle nostre spalle e concentrarsi su poche, ma significative, priorità. É questo un momento cruciale per definire programmi ed iniziative da attuare nell’immediato per il rilancio dell’economia regionale.
Occorre subito un piano specifico per il territorio salernitano e per tutti i territori della Campania basato sul potenziamento delle infrastrutture e su misure di supporto al manifatturiero che resta la spina dorsale del sistema produttivo regionale. È necessario, inoltre, individuare percorsi trasparenti e celeri nella direzione di una profonda sburocratizzazione della macchina amministrativa.
La parola chiave è sostanzialmente sviluppo. Che cosa fare per riaccendere il motore della produttività?
Il primo passo è recuperare una visione larga, senza centri di gravità politici ed istituzionali. Una visione che contempli la diversità delle aree che compongono la regione. Non esistono, quindi, settori produttivi vincenti o perdenti, ma soltanto esempi di eccellenza imprenditoriale da valorizzare in termini di positiva ricaduta sui circuiti produttivi locali.
Allora, la parola chiave sviluppo si coniuga sicuramente con un’altra password fondamentale: “rete”. Il problema di fondo resta quello di “mettere in rete” gli asset prioritari -infrastrutture, efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione, manutenzione e tutela ambientale e altro ancora - e preliminari ad un progetto di accompagnamento dell’economia virtuosa nel grande scenario della competizione mondiale.
Basta, quindi, con i piani basati sui comparti “trainanti”, ma via libera alla costruzione delle pre-condizioni che consentono di fare impresa alla pari con le altre aree del Paese. É necessario, inoltre, considerare sostanziale la realizzazione di un vero e proprio intervento di politica industriale su scala regionale ben coordinato con gli strumenti di livello istituzionale superiore.
Si potrebbe in questo modo davvero ragionare di una Campania finalmente decisa ad entrare in Europa.
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