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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2010
 


Inserto


a cura di M. Marinaro

La mediazione delle liti civili e commerciali

Un nuovo strumento al servizio delle imprese

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rifiuti le prospettive del dopo-emergenza

Proposte per il Piano Energetico Comunale di Salerno

rifiuti le prospettive del dopo-emergenza

Il documento della Regione non prevede a Salerno l’adozione di strategie volte
alla ricerca di tecnologie all’avanguardia

Vincenzo Pellecchia
Sustainable Manager
enzopellecchia@libero.it

Il 31 dicembre 2009, con il D.L. 195, in Campania è terminato il commissariamento per l’emergenza rifiuti dopo 15 anni. Il decreto prevede il subentro delle autorità amministrative e territoriali nelle attività fino a oggi svolte dall'amministrazione straordinaria, il che trasferisce alla competenza delle singole Province campane la gestione normale del problema dei rifiuti, al fine di superare definitivamente le situazioni di emergenza. Alle strutture esistenti è stato previsto l’affiancamento di un'Unità operativa e un'Unità stralcio con il compito di guidare il passaggio dall'emergenza alla gestione ordinaria. Sul supplemento ordinario n. 39 alla G.U. n. 48 del 27 febbraio 2010 è stata pubblicata la legge 26 febbraio 2010, n. 26 di “Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania”.

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A tal proposito, si è costituita la società EcoAmbiente Salerno Spa, che si occuperà della gestione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Salerno. La nuova realtà, con capitale sociale di 150mila euro, ha come socio unico la Provincia di Salerno. Una società, quindi, interamente pubblica con un CdA presieduto da Roberto Celano; Vicepresidente è stato nominato Mario Capo, mentre l’amministratore delegato è Gianluca De Santis. Come richiesto dall'UE e in vista della elaborazione dei nuovi Piani Provinciali per la gestione dei rifiuti, l'Assessore Regionale all'Ambiente Walter Ganapini ha provveduto ad aggiornare le linee guida per la gestione in regime ordinario del complesso ciclo integrato dei rifiuti, al termine dei 15 anni del citato commissariamento per l'emergenza rifiuti in Campania, questo in presenza dell’Assessore all’ambiente della provincia di Salerno Giovanni Romano che ne ha condiviso e integrato il documento nell’incontro in Provincia di Salerno del 23 febbraio scorso. É purtroppo sotto gli occhi di tutti una vera e propria emergenza ambientale per la presenza della discarica di Macchia Soprana a Serre dalle 700.000 t di consistenza, senza dimenticarci di quella di Parapoti a Montecorvino Pugliano di ben 1.000.000 di t, e senza tacere che sull’intero territorio regionale esistono ancora 6.000.000 di tonnellate di ecoballe non ancora smaltite. É assodato che le discariche non rappresentano più un metodo sostenibile di smaltimento dei rifiuti, visto gli impatti ambientali sul suolo, dovuti al percolato che fuoriesce dai rifiuti per lo più di natura organica, con il rischio di inquinare anche le falde acquifere.
Per quanto attiene all’impiantistica, ci sono in Campania 7 stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti (Stir), impianti che potrebbero trattare fino a 8.500 t al giorno, ed in particolare l’impianto ex Cdr di Battipaglia per l'area del salernitano, che funziona a regime con 1400 t al giorno; inoltre si completerà la rete di 13 impianti di compostaggio regionale con quelli, in provincia di Salerno, di Eboli e del capoluogo Salerno (per la frazione umida).
A due anni esatti dalla crisi più grave dell’emergenza rifiuti si proclama la quasi autonomia degli impianti per separare secco e umido, tali da assorbire tutto quel che si produce. Significa che con il sistema a regime si prevedono non più di 2500 t di materiale da destinare a scopi energetici. Il Termovalorizzatore di Acerra brucerebbe 2000 t e da ciò la richiesta dell'Assessore all'Ambiente della provincia di Salerno Giovanni Romano di un termovalorizzatore a Salerno della capacità massima di 150mila t all’anno e la previsione aggiuntiva di un nuovo impianto meccanico a freddo per la selezione dei rifiuti ancora riciclabili all'interno dell'indifferenziato. Un buon risultato se pensiamo che originariamente il Termovalorizzatore di Salerno era tarato su 500.000 t per poi passare a 300.000 ed infine a 150.000; molto probabilmente anche in seguito all’avvio della procedura di infrazione dall’UE sui fondi Cip6; fondi che, giova ricordarlo, sono stati erogati con prelievo del 7% sulle bollette Enel che paghiamo dal 1993, a favore soprattutto delle Fonti Rinnovabili “assimilate” come i Termovalorizzatori, e non delle rinnovabili “tradizionali” come il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico, la valorizzazione delle biomasse ecc.. Ma a tale previsione di impianto di termovalorizzazione a Salerno, delle dimensioni ridotte di circa un terzo rispetto a quello originariamente concepito, fa da contraltare l’individuazione di un impianto di ossicombustione senza fiamma o di un gassificatore tra Giugliano e Villa Literno (nel casertano). Orbene, per quale motivo, in quest’area, si vuole organizzare “una manifestazione che attiri imprenditori disposti a investire in maniera razionale su nuove tecnologie” mentre, a Salerno, il documento della Regione non prevede l’adozione di strategie volte alla ricerca di altre tecnologie più all’avanguardia e questo indipendentemente dalla recezione del contributo Cip6? Le tecnologie alternative disponibili oggi possono essere ricondotte sostanzialmente a quattro: 1) Il Trattamento Meccanico Biologico (TMB); 2) La Gassificazione; 3) La Pirolisi; 3) Il Trattamento ad arco al plasma. Ognuna ha proprie peculiarità ed un diverso grado di maturità industriale, ma anche qualche denominatore comune determinato essenzialmente: da minori se non assenti emissioni nocive (diossine, furani e PCB - policlorobifenili), da assenza di combustione e da produzione di effluente gassoso, il syngas, per la parte del recupero energetico; il tutto con residuo (inerte utilizzabile come asfalto) massimo dell’8-10%, che non va conferito in discarica. Tali impianti sono normalmente scalabili e la capacità dell’impianto può essere regolata aumentando o diminuendo i moduli in base all’effettivo fabbisogno; gli investimenti sono (solo per alcune di queste tecnologie) a bassa intensità di capitale e permettono quindi tempi di ammortamento breve dell’investimento iniziale anche in assenza di contributi pubblici. Pertanto si apre una nuova fase dove gli Enti territoriali possono aspirare a valutare nel miglior modo le strategie più opportune per arrivare al raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione riuso riciclo e recupero energetico dei rifiuti sanciti dalla Ue (le 4R); giova infine ricordare che la Giunta provinciale di Salerno emanerà un Atto d’indirizzo concernente bandi, azioni e investimenti a sostegno degli Enti locali al fine di incentivare la riduzione della produzione dei rifiuti e promuovere la cultura dei consumi consapevoli. Le indicazioni contenute nell’atto di indirizzo, riguardano la raccolta ed il recupero dell’olio esausto di cucina, la trasformazione dei rifiuti organici, la riduzione dei rifiuti ingombranti e le campagne di informazione e di sensibilizzazione sul territorio.

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