Per l’agriturismo grande incertezza per il 2010
La presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio, fa il punto sugli interventi più urgenti: alleggerire la burocrazia, ridurre l’IVA sui servizi turistici, contrastare seriamente l’abusivismo e migliorare la promozione
di Raffaella Venerando
Vittoria Brancaccio
presidente Agriturist
Presidente Brancaccio, nell’ultima conferenza stampa di Agriturist - lo scorso 18 marzo - sono state rese note le cifre relative allo stato di salute del comparto agrituristico. Quali sono i segnali per il settore?
Alla crisi economico-finanziaria l’agriturismo ha risposto in modo soddisfacente, grazie ad una consolidata popolarità e alla generalizzata crescita della qualità dell’accoglienza. Ma lo stress per le imprese è stato fortissimo, anche a causa della concomitante acuta difficoltà del settore agricolo, di cui l’attività agrituristica è “figlia”. A questo si aggiunga che, sia pure con qualche rallentamento, l’offerta di ospitalità “in fattoria” continua a crescere, e cresce anche l’abusivismo turistico, soprattutto rurale, rendendo la concorrenza, leale e non, sempre più incisiva.
I rilevamenti di Agriturist mettono in evidenza che, nel 2009, il 40% delle aziende ha sofferto una riduzione delle presenze, spesso superiore al 10%; un altro 40% ha confermato sostanzialmente i risultati dell’anno precedente; il restante 20% è riuscito addirittura ad incrementare gli ospiti. Ma guardando al passato la situazione del comparto desta non poche preoccupazioni. Nel 2002, infatti, il fatturato medio di una azienda agrituristica era di 61.740 euro, mentre nel 2009 è sceso a 55.570 euro. La situazione richiede pertanto interventi concreti dello Stato e delle Regioni per tutelare un settore che fa bene all’agricoltura, allo sviluppo di tutto il turismo, all’ambiente, al paesaggio. Nel 2009 siamo andati appena un po’ meglio del resto del turismo, scontando, rispetto al 2008, una diminuzione di presenze del 3,3% a fronte del -4,3% che Eurostat assegna al turismo italiano nel suo complesso. Ma l’offerta è cresciuta del 4,0% e il fatturato medio delle aziende ha perso il 6,4%. Oltre che con la flessione del fatturato, le aziende agrituristiche hanno dovuto sostenere un generalizzato aumento dei costi, determinato anche dal moltiplicarsi di incombenze normative e formalità burocratiche ormai insostenibili per chi svolge, sia pur “in piccolo”, tante attività diverse. I redditi effettivi, nel 2009, sarebbero dunque stati tagliati di circa il 10%, rispetto all’anno precedente.
E le previsioni? Cosa è ragionevole attendersi per quest’anno?
Le prospettive per il 2010 aldilà di una generica speranza di ripresa del turismo, sono molto incerte. Ci sono segnali promettenti di un recupero della domanda estera, mentre da quella interna ci aspettiamo una crescente attenzione per la proposta enogastronomica e naturalistica.
Agriturist ha lanciato l’allarme in difesa del cosiddetto “suolo verde”. Qual è la situazione su questo versante?
Da una attenta analisi dei dati resi disponibili dall’ISTAT, nei 25 anni fra il 1982 e il 2007, abbiamo perduto 3,1 milioni di ettari di superficie agricola utile (SAU), e addirittura 5,8 milioni di ettari di superficie agricola totale (SAT). Parte di questa terra, sottratta all’uso agricolo, è stata convertita in bosco; ma 1,8 milioni di ettari sono stati mangiati irreversibilmente dal cemento, al ritmo medio di 200 ettari al giorno. Il suolo “verde” è sempre più considerato uno spazio a disposizione per iniziative economiche ritenute “nobili” per capacità di produrre occupazione e soprattutto rapidi profitti, come se l’agricoltura fosse un retaggio del passato non degno di un paese evoluto e non ci fosse più bisogno di ossigeno per garantire la nostra salute.
In questo modo si distrugge il paesaggio e, con esso, anche la vocazione turistica del territorio. A tal proposto, scriveremo nuovamente al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti e, questa volta, pretenderemo risposta. Nella difesa dal saccheggio del suolo e dalla cementificazione del paesaggio, siamo in ritardo di almeno 10 anni rispetto, ad esempio, a Germania e Gran Bretagna. Se continuiamo così, entro 75 anni non avremo un solo metro quadrato coltivabile!
Quali sono gli interventi più urgenti per rimettere in moto la crescita degli agriturismi e quali le proposte di Agriturist per il rilancio del comparto?
Dal 2002 al 2009 le aziende agrituristiche hanno visto assottigliarsi i propri fatturati del 10%. Considerando l’inflazione e il rilevante aumento dei costi di gestione, il reddito è ridotto del 25%. Alla crisi l’agriturismo sta resistendo meglio di altri settori del turismo, ma occorre tenere presente che moltissime aziende sono di recente realizzazione e quindi soggette a pesanti oneri finanziari. Non si può restare a guardare aspettando che la crisi passi. Le imprese non possono essere lasciate sole. La competitività del settore va efficacemente sostenuta, nel quadro di politiche statali e regionali che preservino le risorse turistiche, riconoscano in pieno il ruolo strategico dell’agricoltura e semplifichino il sistema normativo e burocratico. Bisogna, pertanto, innanzitutto mettere mano ad una lotta serrata all’invasione della burocrazia. L’agriturismo, per essere competitivo, deve organizzare diversi servizi, sia pure di limitata dimensione: ognuno comporta adempimenti sempre più complessi, ormai non più sostenibili. Per competere alla pari con altri Paesi europei e favorire la ripresa, è ormai tempo di concretizzare una richiesta che da tempo avanzano gli operatori del turismo: l’aliquota IVA su alloggio e ristorazione deve essere abbassata dal 10% al 7%.
Le crescenti difficoltà delle imprese oneste rendono sempre più inaccettabile la diffusa tolleranza per gli estesi fenomeni di abusivismo che si riscontrano soprattutto nel turismo rurale. É tempo di adottare un serio programma di controlli a campione, preceduti da attente indagini su internet, per far “emergere” tante imprese turistiche che operano senza le prescritte autorizzazioni ed eludono qualsiasi adempimento di legge.
Infine la promozione. Ci vuole un grande impegno, pubblico e privato, per diffondere l’uso appropriato di internet e stabilire così relazioni più intense col mercato. Nel chiacchieratissimo portale www.italia.it, riattivato a gennaio 2009, ancora non compare l’offerta di ospitalità extralberghiera, l’agriturismo non esiste; e molti portali turistici delle regioni presentano gravi deficienze di funzionalità, insufficienti traduzioni nelle lingue straniere, scarsa visibilità sui motori di ricerca.
Abbiamo molta fiducia nell’ormai prossimo avvio dei lavori dell’Osservatorio Nazionale dell’Agriturismo, costituito presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La partecipazione all’Osservatorio dei rappresentanti delle principali istituzioni statali di settore, e di tutte le Regioni, offrirà l’opportunità per discutere subito i provvedimenti più urgenti da prendere.
LA NUOVA GUIDA AGRITURIST:
DAL 1975 É IL VADEMECUM
DEGLI APPASSIONATI DI AGRITURISMO
Per le vacanze in fattoria 2010, scelta di 1600 aziende dove riposarsi,
godere la natura, gustare piatti tipici
e andare a cavallo
É uscita l’edizione 2010 della Guida all’ospitalità nelle aziende agricole di Agriturist, l’associazione per l’agriturismo della Confagricoltura.
Pubblicata per la prima volta nel 1975, la Guida Agriturist 2010 offre una scelta di 1600 aziende agricole che propongono alloggio, campeggio, ristorazione, attività ricreative, culturali, didattiche e sportive, in ogni regione d’Italia. I posti letto sono 32.700, disponibili in appartamenti indipendenti (19.400), oppure in camere con servizi privati e prima colazione (13.300). Per chi ama il turismo all’aria aperta, le proposte sono 95, con 500 piazzole pronte a ricevere camper, roulotte oppure le tradizionali tende. I punti di ristoro, dove si possono gustare piatti tipici preparati prevalentemente con prodotti dell’azienda agricola ospitante o di aziende della stessa regione, sono 830 con 30mila posti tavola. Chi cerca prodotti biologici può scegliere fra 420 aziende agricole che adottano pratiche di coltivazione senza impiego di sostanze chimiche aggressive o inquinanti, e per questo sono certificate. Le soluzioni di soggiorno dove si può partecipare anche a degustazioni di prodotti aziendali sono 690. Oltre il 50% delle proposte pubblicate su Agriturist 2010, è organizzato per accogliere disabili. Fra i servizi che rendono la vacanza in fattoria più gradevole, rilassante, emozionante, in evidenza le escursioni a cavallo, accompagnate generalmente dal maneggio con istruttore per i principianti: 235 agriturismi. Diffusissima la piscina, che si trova ormai in metà delle aziende selezionate da Agriturist, ideale per un fresco relax di sole e lettura a bordovasca mentre i bambini giocano in acqua: 790 agriturismi. In deciso crescendo le “fattorie didattiche”, attraverso le quali si fa conoscere ai ragazzi l’agricoltura, l’origine degli alimenti, i requisiti che ne caratterizzano la genuinità: 345 agriturismi.
Infine i prezzi: gli agriturismi dove il pernottamento costa più di 50 euro sono il 6%; la distribuzione percentuale delle fasce di prezzo inferiori vede prevalere l’intervallo 30-40 euro (44%), seguito da 40-50 euro (34%). Resta un 29% riferibile alla fascia dove si spende meno di 30 euro. |
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