Formazione-lavoro:
si apre il confronto
PurEnergy-Northern:
decolla la filiera eolica
Giovani Imprenditori di Avellino
e Fiamme Gialle insieme
per un progetto sul torrone irpino
energia: la scommessa si vince
con pochi consumi
di Filomena Labruna
Formazione-lavoro:
si apre il confronto
Istituzioni, università e Confindustria Avellino rilanciano la sinergia
finalizzata ad assicurare ai giovani un’occupazione e alle imprese
eccellenze su cui poter contare
«Imprenditori, rettori, istituzioni e dirigenti scolastici lanciano un nuovo modello
di filiera del “sapere e saper fare”»
«La sinergia atenei-territorio è fondamentale.
Per questo sono utili
tutti quegli strumenti
che rafforzano il legame impresa-scuola»
Sabino Basso durante il suo intervento
Conoscenza delle lingue, in particolare dell’inglese, un buon approccio con le tecnologie informatiche e capacità di problem solving. Sono le carte vincenti che gli imprenditori irpini richiedono ai giovani diplomati e laureati in cerca di lavoro. Su questo va ad incidere la giusta sinergia tra le strutture che animano la filiera formazione-lavoro: scuole, università e imprese. E sono stati proprio i principali attori di riferimento di questi tre fondamentali anelli a confrontarsi presso l’auditorium della Banca della Campania di Avellino in occasione dell’incontro “Le istituzioni nella programmazione sinergica tra istruzione, formazione e orientamento verso il mondo delle imprese, del lavoro e delle professioni”.
Mondo della scuola, universo accademico e impresa, di concerto con l’assessorato al Lavoro della Provincia di Avellino, decidono di rilanciare insieme la sinergia che li unisce, finalizzata ad assicurare ai giovani lavoro e alle imprese eccellenze su cui contare. É questo l’obiettivo che si è proposto l’incontro tenutosi lo scorso 11 marzo presso il salone della Banca della Campania di Collina Liguorini. Organizzata dall’assessorato al Lavoro ed alla Formazione professionale, l’iniziativa ha messo allo stesso tavolo imprenditori, rettori accademici, istituzioni e dirigenti scolastici per lanciare un nuovo modello di filiera del “sapere e saper fare” che possa valorizzare al contempo i giovani e le imprese.
Ad aprire i lavori, l’assessore Solimine, che è partito dal piano di azione per l’occupabilità dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro, ossia il programma “Italia 2020” del Ministero alle Politiche Sociali e all’Istruzione, Università e Ricerca. Il Rettore dell’Università del Sannio, Filippo Bencardino, ha puntato l’attenzione sul dialogo con il mondo imprenditoriale: «Servono più industrie, più innovative, e per questo ci stiamo impegnando per creare nuove imprese con lo spin off».
Ancora, il Rettore Bencardino ha proposto di rafforzare l’asse di sviluppo Salerno-Avellino-Benevento, alternativo a quello costiero: «Dobbiamo attrezzare il territorio per renderlo più appetibile per i giovani e le imprese».
Rosalba Normando, delegato del rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino, ha messo invece in risalto il lavoro effettuato dall’Ateneo salernitano, oltre che sul fronte del trasferimento tecnologico, anche su quello dell’orientamento: «La sinergia Atenei-territorio è fondamentale - spiega - per questo l’Università di Salerno, attraverso il Caot (Centro di Ateneo per l’Orientamento e il Tutorato), diretto dalla professoressa Maria Giovanna Riitano, di cui sono delegata per Unisaorienta, azioni di tirocinio effettuate dalle singole facoltà, il placement, il servizio on line Temporeale, mette a servizio tutta una serie di strumenti per rafforzare il legame imprese-scuole».
Quella di una scuola moderna e di qualità sempre aperta al nuovo è la missione portata avanti sul territorio dai dirigenti scolastici della provincia di Avellino, che hanno raccontato la propria esperienza a diretto contatto con gli studenti. La posizione assunta dal mondo delle istituzioni è stata rappresentata da Francesco Girardi, direttore regionale Arlas, e da Rosa Grano, dirigente ufficio scolastico per la provincia di Avellino. Ma sono le esperienze di selezione del personale direttamente portate al tavolo dalle aziende un esempio di confronto concreto. Per la categoria sono intervenuti Sabino Basso, vice presidente di Confindustria Avellino e presidente dell'Associazione delle Piccole e medie imprese, Otello Natale, amministratore delegato Ema (Gruppo Rolls Royce) e Salvatore Cincotti, amministratore delegato Artergon, che affrontano il tema della formazione. Ancora, Angelo Pomarico, direttore risorse umane di Pasta Baronia Spa e Alberto Fina, direttore generale Mp Srl, che hanno riflettuto sull'importanza dell'innovazione tecnologica.
Gli attori dell'impresa hanno parlato anche dei mezzi più utilizzati per rapportarsi con scuole e università. Nelle sue tre aziende (Olio Basso, Villa Raiano e Basso Energia, con circa 60 addetti), il vice presidente di Confindustria Avellino ospita ogni anno anche mille studenti delle scuole superiori per trasmettere alle nuove generazioni il messaggio di "cosa occorre per lavorare in azienda".
Altro strumento utilizzato dall’imprenditore sono le borse di studio per dottorandi «al fine di far crescere le competenze, anche nelle università limitrofe, sulle particolari tecnologie utilizzate in azienda». L’obiettivo, per Basso, è quello di realizzare «un network con le università che sia in grado di seguirci».
Una strategia che potrebbe anche ridurre il fenomeno della fuga di cervelli. «Le eccellenze - ha spiegato - che vengono fuori dal mondo accademico devono spesso andare via. Per questo, anche il sistema formativo va riformato. La scuola deve essere moderna dalle elementari, il corpo docente giovane, informatica ed inglese alla portata di tutti».
Gli imprenditori hanno chiesto dunque alle istituzioni di rendere il territorio più appetibile per gli investimenti che portano occupazione. «Bisogna insistere su infrastrutture, ricerca e formazione», ha continuato Basso.
Mentre, per quanto riguarda il ruolo di Confindustria: «É al fianco delle aziende e ha interesse affinchè crescano i fatturati perché oltre ai cervelli non scappino anche le aziende», ha aggiunto l’imprenditore.
La portata del problema formazione è rilevantissimo anche per la Europea Microfusioni Aerospaziali di Morra de Sanctis «sia per la particolare complessità tecnologica - ha sottolineato l’Amministratore delegato Natale - sia perchè, data l’ubicazione e la totale assenza in Italia di esperti nel settore, l’Ema avrebbe dovuto far ricorso, come poi in effetti ha fatto e fa, a risorse provenienti dalle aree limitrofe (Irpinia), ossia a risorse spesso completamente a digiuno di qualunque nozione industriale in generale e in particolare del processo tecnologico di microfusione».
Per questo, la formazione in Ema «è un processo continuo che mira ad adeguare le conoscenze e le competenze delle proprie risorse ai piani aziendali di consolidamento e sviluppo dei nuovi prodotti e dei processi tecnologici innovativi», ha concluso Natale. Oggi Ema dispone di una forza lavoro altamente qualificata per tutte le posizioni di produzione e molti operatori sono in grado di operare su postazioni di lavoro diverse (multy skill), svolgendo anche ruoli di ispettori e controllo di qualità.
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