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Economia salernitana,
l’onda lunga della crisi
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Economia salernitana,
l’onda lunga della crisi
A livello previsionale emerge un quadro che combina, da un lato, il timore di ulteriori decrementi rispetto
alle principali variabili produttive e, dall’altro, l’aspettativa di contenere il già difficile trend negativo
a cura dell’Ufficio Studi di Confindustria Salerno
L’analisi
Il clima imprenditoriale segnala ancora crisi profonda. I dati che emergono dalla rilevazione periodica dell’Ufficio Studi di Confindustria Salerno confermano il permanere di una situazione difficile e complessa. Le percentuali delle risposte fornite dal campione consolidano un trend negativo che - nella prospettiva del secondo semestre di quest’anno - nella migliore delle ipotesi tende a profilare la stabilizzazione di un quadro dove predomina il segno negativo. Le criticità sono traversali: tutti i settori risentono dell’onda lunga della crisi che ha colpito in prima battuta i territori maggiormente esposti alle dinamiche internazionali, per poi approdare - subito dopo la pausa agostana - con ulteriore impatto nel Mezzogiorno. I numeri della cassa integrazione parlano chiaro: si corre il rischio di ritrovarsi alla fine della crisi con un radicale cambiamento del potenziale occupazionale e produttivo. Dal confronto dei dati rilevati dall’Area Relazioni Industriali sull’universo delle aziende associate a Confindustria Salerno, emerge che da gennaio a maggio di quest’anno le aziende che hanno fatto ricorso alla Cigo sono aumentate del 500% ed il numeri di dipendenti in Cigo è aumentato del 900% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Confronto Gennaio-Maggio 2009/ Gennaio-Maggio 2008
Aziende (+) 500% Settimane in CIGO (+) 530% N. dip. in CIGO (+) 900%
Il dato cumulato di giugno è il seguente:
N. aziende 32
N. dip. in CIGO 1114
N. dip. tot. 1366
I dati congiunturali relativi al primo semestre 2009 evidenziano per il 42,3% degli intervistati una diminuzione degli ordini. Indici in negativo anche per il fatturato (in discesa per il 41,5% del campione); per la produzione (per il 38,5%) e per l’occupazione (per il 34,6%). Il costo dei fattori produttivi è indicato in aumento dal 23,1% delle risposte.
A livello previsionale emerge un quadro che combina da un lato il timore di ulteriori decrementi rispetto alle principali variabili produttive e dall’altro l’aspettativa di contenere il già difficile trend negativo. Per il 38,5% degli intervistati gli ordini continueranno a calare, mentre il 43,8% ritiene che saranno “stazionari”. Il fatturato scenderà per il 33,1%, mentre sarà “stazionario” per il 53,8%. La produzione andrà giù per il 36,2%, mentre sarà “stazionaria” per il 48,5%. L’occupazione diminuirà per il 33,1% e sarà “stazionaria” per il 53,8%.
Tra le principali problematiche segnalate dalle imprese intervistate rientrano: lentezza burocratica; forte concorrenza; difficoltà nell’accesso al credito; costo dell’energia; pagamenti eccessivamente dilazionati da parte dei creditori.
Le strategie messe in atto per uscire dal difficile momento congiunturale si concentrano principalmente sugli investimenti nel miglioramento della struttura organizzativa, nell’ottimizzazione della capacità produttiva e nella realizzazione di nuovi prodotti o servizi.
L’indagine ha dedicato un approfondimento alle relazioni tra imprese e circuito del credito. Il dato che emerge pone in evidenza un generale inasprimento delle condizioni di erogazione e di gestione dei rapporti tra banche e aziende. Il 63,1% del campione intervistato ha segnalato, infatti, un mutamento in negativo del rapporto. In particolare tale inasprimento si è rivelato attraverso le seguenti azioni che vengono riportate in ordine percentuale decrescente: richiesta di maggiori garanzie su nuovi prestiti; richiesta di rientro sui prestiti già concessi; richiesta di maggiori garanzie sui prestiti già concessi; rifiuto di nuovi finanziamenti. Lo strumento che viene ritenuto più idoneo per risolvere queste conflittualità emerse è quello di accordi specifici con i singoli istituti di credito anche alla luce dei provvedimenti varati di recente a livello nazionale.
Ulteriore attenzione è stata riservata ad un tema specifico come quello dell’assistenza giuridica alle imprese. Dalle risposte si evince che le aziende nell’ultimo biennio hanno avuto bisogno di consulenza in materia anti-infortunistica; in vertenze con clienti e terzi; in contenziosi amministrativi; in materia fiscale; nell’ambito delle pratiche di mutuo e di finanziamenti alternativi; nelle aree privacy, consumatori, marchi e brevetti; legislazione ambientale; normativa internazionale e comunitaria; arbitrati.
È il momento della sfida per il futuro
Nessuno adesso puÒ tirarsi indietro
di Agostino Gallozzi*
L’analisi congiunturale e previsionale semestrale di Confindustria Salerno non fa che confermare uno stato di crisi molto grave nella nostra provincia. Naturalmente è un dato ormai drammaticamente scontato, ma che, nella sua gravità, deve invitare non solo a fare riflettere - non basta più - ma ad una mobilitazione generale rispetto alle responsabilità di tutti e di ciascuno di noi.
Le previsioni per la seconda parte del 2009 evidenziano che questa situazione così critica è ancora ben presente e radicata. Le imprese salernitane naturalmente non stanno a guardare. “Combattono” su diversi fronti: la forte concorrenza interna ed estera; i costi gestionali; la necessità di realizzare nuovi prodotti e servizi; la lentezza (“ostruzionismo”) della burocrazia; il gap infrastrutturale; la stretta creditizia; la mancanza di un’interlocuzione con il livello amministrativo adeguata alla gravità della crisi. Che cosa emerge? Una dimensione di solitudine che contrasta con gli appelli alla condivisione degli obiettivi e alla cosiddetta ottica di sistema invocata da tutte le parti.
Abbiamo riproposto di recente l’attivazione immediata di un tavolo anti-crisi a livello provinciale. Al momento non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta. Siamo pronti a confrontarci su un nuovo “Patto Fiduciario” tra Istituzioni, Imprese, Organizzazioni sindacali e Comunità locali che dia vita ad un Piano Straordinario per contrastare gli effetti della crisi economica. Quattro priorità da affrontare subito per dare in maniera concreta respiro alle aziende: azioni di sostegno al credito; risorse aggiuntive per gli ammortizzatori sociali; piano di rilancio infrastrutturale; manutenzione straordinaria del territorio con particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio.
In tale complicato contesto - che scoraggia investimenti ed intraprese di qualsiasi genere - si inserisce il divario del Sud con il Centro-Nord. Siamo al punto che si tenta di equiparare la “questione meridionale” con una “questione settentrionale” che probabilmente esiste solo sul piano della rappresentazione (strumentalizzazione?) politica. Un esempio che sovrasta in questo momento altri pure di per sé gravissimi: la vicenda del “dirottamento” dei fondi Fas è certamente premiale per il Nord, ma questo non basta a restituire l’esatta coscienza dello stato delle cose a larga parte degli attori istituzionali del Sud che continuano a rincorrere l’altra metà del Paese senza dare l’impressione di essere consapevoli di una serie di provvedimenti che impediscono il riallineamento delle due economie del Paese.
Nessuno, però, può chiamarsi fuori da questa che è un’ardua sfida. Senza responsabilità e senza un’etica riconoscibile e chiara dei comportamenti di tutti noi non ritroveremo il sentiero giusto per essere parte integrante dell’Italia e dell’Europa.
*Presidente Confindustria Salerno |
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