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Storie di uomini e imprenditori di successo
Tra i protagonisti del libro di Maria Pia Morelli
anche Silvio Sarno, numero uno di Confindustria Avellino
Storie di successo, storie di gente che ce l'ha fatta.
C'è anche il presidente degli Industriali di Avellino Silvio Sarno tra i 34 personaggi raccontati dall'agile penna di Maria Pia Morelli, giornalista e imprenditrice veneta al debutto come scrittrice con “Parole incrociate”.
«Ma oltre le parole bisognerebbe incrociare anche le dita, soprattutto in alcune realtà del nostro paese. Nel mio libro - racconta - cerco di lanciare un messaggio di fiducia e ottimismo ai giovani, ma è chiaro che per raggiungere certi risultati c'è poi bisogno dell'aiuto di tutti, a cominciare dallo Stato».
Presentato da Innocenzo Cipolletta che ne ha curato la prefazione, da Gianni Lettieri, da Massimo Calearo, da Maurizio Marinella e Silvio Sarno (i tre ultimi con interviste nel libro) e dal consigliere incaricato al Centro Studi dell'Unione Industriali di Napoli Diego Guida, il testo - i cui proventi dalla vendita saranno destinati all'associazione onlus “Un cuore, un mondo” di Padova - è un viaggio in Italia da Nord a Sud attraverso le esperienze di chi ha realizzato il proprio sogno e, con determinazione, ha raggiunto obiettivi importanti.
Attraverso questi dialoghi, che svelano anche particolari biografici dei personaggi, si capisce che anche in Italia, nonostante le difficoltà e le contraddizioni della società in cui viviamo, non mancano ricette ed esempi positivi ai quali ispirarsi.
Le interviste riguardano temi d’attualità, progetti personali, chiavi di successo, modi di vedere e di interpretare il mondo.
Una carrellata di idee, spunti, modi di essere. Il tutto con un fil rouge: uomini e donne caratterizzati da ideali e valori profondi di riferimento, capaci di fornire una ricetta da proporre alle giovani generazioni, piene di aspettative, ma spesso caratterizzate da tanta confusione.
«É così che i protagonisti del mio libro sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi». Grinta, umiltà, fortuna, passione, costanza, onestà, perseveranza, coraggio, componente etica e ottimismo sono le dieci regole d'oro che non devono e non possono mai mancare per coronare un sogno.
«Nonostante tutto resto ottimista, anche per il Sud dove ci sono eccellenze che spesso faticano ad emergere». Per Giovanni Lettieri «bisogna essere sempre attenti e competitivi, perché il mercato non perdona nessuna distrazione. Se poi le istituzioni fossero più collaborative, per gli imprenditori la strada sarebbe sicuramente maggiormente in discesa», aggiunge. Per Innocenzo Cipolletta «occorrono ottimismo, perseveranza, coraggio e un pizzico di ingenuità. I singoli cittadini ce l'hanno fatta - commenta ancora Cipolletta - ora le testimonianze di successo dovrebbero aumentare, per far sì che il Paese intero cresca, nonostante il momento di crisi economica che stiamo affrontando».
Per Massimo Calearo, «nel campo dell'imprenditoria, per avere successo, è necessario avere capacità, fiuto, fortuna e ottimismo», mentre in politica, «ci sarebbe bisogno di più capacità imprenditoriali».
Il libro attraversa in lungo e in largo l'Italia e il confronto tra le diverse parti del Paese è inevitabile. La Morelli confessa il suo debole per il Sud e sottolinea «come chi opera nel Mezzogiorno sia doppiamente eroico, perchè alle difficoltà proprie di una qualsiasi intrapresa, si aggiungono quelle legate al complesso contesto sociale ed economico di riferimento. Conosco abbastanza il Sud e la sua gente per pensare che qui sia tutto camorra e mafia, ma è innegabile che investire e, soprattutto, farcela in certe realtà è molto più difficile».
Sono due i campani inseriti nel libro. Con Silvio Sarno c'è Maurizio Marinella, simbolo internazionale della cravatta. Una sfida vinta partendo da una piccola bottega di Riviera di Chiaia a Napoli. «Perchè Napoli è questa - aggiunge la Morelli -, grande e imprevedibile spirito di iniziativa tra disagi e mille difficoltà». “Un imprenditore nella terra del lupo” è il titolo del capitolo dedicato a Sarno. Nell'intervista il presidente degli Industriali irpini pronuncia parole che, con il senno di poi (la prima edizione del volume risale a dicembre 2007) suonano di sorprendente attualità. Parlando della crisi dei mutui subprime, Sarno si sofferma sulla «perdita dell'80% del titolo New Century, finanziaria specializzata proprio in subprime. Questa società - spiega - ha 8,4 miliardi di dollari di debiti soprattutto con gli speculatori che dominano il mercato, Morgan Stanley, Goldman Sachs, Citigroup, Lehman Brothers (fallita a metà settembre), e che sono i principali responsabili di architetture finanziarie che si basano sul nulla».
Per Sarno il libro è un esperimento riuscito perchè «emergono con chiarezza i temi propri delle diverse strategie imprenditoriali, la valutazione del contesto allargato sui temi politici e sociali. C'è il comune denominatore di una forte esigenza etica, non solo come motivazione del proprio agire, ma anche come arma di riscatto di un periodo storico non certo brillante che oggi, più che mai, è incalzato da fenomeni causati dalla carenza di etica». Sarno sottolinea la frase di Goethe: “Ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo, se vuoi possederlo davvero”, citata dalla scrittrice, per rimarcare come serva «questa voglia non repressa anche in un periodo di bassa congiuntura, non solo economica, per venirne fuori con un riscatto dell'agire morale ed etico che ristabilisca alcune fondamentali regole del gioco. Resta comunque l'interrogativo forte posto da Innocenzo Cipolletta nella sua bella prefazione di come gli impegni personali devono innervare di più la comunità. Si pone il problema di estrema attualità della classe dirigente e credo che questo tema sia collegato direttamente a quello etico», aggiunge. Inevitabile il collegamento con il mondo della politica che «in Italia non è tanto diversa dalla società che rappresenta. Se la politica è l'espressione più alta della convivenza civile deve avere obiettivi più alti del semplice equilibrio degli interessi pur legittimi che rappresenta. Ed oggi la selezione della rappresentanza è di fatto una mera cooptazione, spesso dei non meritevoli. É così che la politica diventa lo specchio della parte dominante della società, quella che comunque ti spiega che il mondo è fatto così e qualsiasi tentativo di cambiarlo è solo frutto di immaginazione o di giustificazione alla presa del potere. Non credo - aggiunge - che De Gasperi governasse avendo da riferimento i sondaggi. Credo che invece aveva una visione chiara dello sviluppo e della collocazione dell'Italia e su di questa chiedeva non solo consenso ma anche i dovuti sacrifici. Io, da imprenditore, non posso identificarmi con la mia azienda così come essa è. Io devo invece identificarmi con la mia visione dell'azienda, perchè solo guardando alla sua prospettiva posso guidare reali processi di innovazione di crescita».
Innovazione e applicazione delle nuove tecnologie sono priorità per l'imprenditore irpino «da perseguire senza dimenticare le proprie radici culturali. Io e la mia azienda - precisa in un passaggio dell'intervista - abbiamo una velocità di marcia persino superiore a quella del Nord». |